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Juventus, Allegri: "A Berlino una lezione, ora è tempo di vincere"

Champions League
Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus (Getty)

"Ogni giorno si impara qualcosa, in pochi riescono ad alzare quella coppa e non capita tutti gli anni di arrivare a giocarsi un simile trofeo. La lotta con Roma e Napoli fondamentale per la crescita del gruppo, così come la disponibilità dei calciatori. Ora c’è più autostima"

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Mancano soltanto due giorni all’attesissima finale di Cardiff e in casa Juventus l’adrenalina sale. I bianconeri continuano la loro preparazione in vista della gara contro il Real Madrid di Zidane, prima di lasciare Vinovo per volare in Galles e trascorrere così le ore che li separano dalla gara del Millennium Stadium. Massimiliano Allegri - dopo il media day che lo ha visto protagonista in conferenza stampa lunedì - è tornato a parlare della finale, delle sue aspettative e del percorso di crescita del gruppo che allena al sito ufficiale dell’UEFA.

Sull’avversario

"Il Real Madrid ha tanti punti di forza - ha detto il tecnico - è una squadra straordinaria che ha tecnica e velocità ed è abituata a giocare questo tipo di partite; quindi sono sicuro che sarà una grande finale. Noi dobbiamo essere molto contenti di essere arrivati fin qui, ma partiamo con una convinzione diversa rispetto al 2015. Non so da che cosa dipenderà una vittoria o una sconfitta perché le finali spesso vengono decise dai singoli episodi. Nel 2015, dopo 20 minuti giocati contro il Barcellona, pensavamo di avere già perso mentre dopo il pareggio di Morata credevamo di riuscire a vincere e alla fine abbiamo perso".

Sulla gara in programma sabato

"Saranno 95 o forse 120 minuti estremamente lunghi e affascinanti - continua - rispetto alla finale di Berlino la squadra è cambiata in quasi tutti i suoi elementi e sono rimasti solo quattro o cinque giocatori. Nel gruppo è cresciuta l'autostima, così come la consapevolezza dei nostri mezzi; questo riguarda tutto l’ambiente in generale. Dovevamo alzare l'asticella dopo aver vinto il quinto scudetto consecutivo, dopo aver raggiunto una finale di Champions League, vinto due Coppe Italia e la Supercoppa e l’abbiamo fatto; questa squadra aveva bisogno di obiettivi e di stimoli maggiori".

Sulle avversarie in campionato e sugli insegnamenti

"Nel corso della stagione abbiamo affrontato con due grandi squadre come Roma e Napoli in campionato che ci hanno dato la spinta necessaria anche per arrivare in finale di Champions League; dovevamo sempre mantenere la tensione alta, in ogni singola partita perché se ti cala l’attenzione finisce che lasci per strada qualcosa. Ogni giorno abbiamo imparato qualcosa, a partire da quella finale del 2015 a Berlino. Solo in pochi riescono ad alzare quella coppa e non capita tutti gli anni di arrivare a giocarsi un simile trofeo. Negli ultimi tre ne abbiamo già giocata una, ora ci aspetta la seconda ma stavolta dobbiamo portare a casa la coppa".

Sul cambio di modulo e sullo spirito di squadra

Fondamentale per dare una svolta alla stagione è stato il cambio di modulo: "Ho scelto di passare al 4-2-3-1 quando ho capito che la squadra non poteva più andare avanti con il vecchio modulo per caratteristiche dei giocatori - ha concluso Allegri - così ho cercato ancora di più di metterli nei proprio ruoli e dare un pochino di spazio in più alla fase offensiva. Ho avuto tanti effetti postivi, i giocatori si sono divertiti molto di più ma alla fine c'è stata soprattutto tanta disponibilità a sacrificarsi per la squadra ed è questo che fa la differenza. Avere tanti giocatori in attacco e un buon equilibrio in difesa significa costruire le fondamenta per la vittoria".