Barcellona-Inter, ritorno al 2010: Mourinho in finale e adìos remuntada

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Alfredo Corallo

L'Inter torna al Camp Nou a distanza di oltre 8 anni dall'epica semifinale di ritorno che regalò alla squadra di Mourinho il pass per il Triplete conquistato poi a Madrid: una notte infernale, con i nerazzurri ridotti presto in 10, cinquemila tifosi a soffrire con Zanetti e compagni sotto lo sguardo del giovanissimo blaugrana Icardi...

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ICARDI: "GARA SPECIALE"

"Tonight, I'm gonna have myself...". Nessuno riuscirà a fermare quell'uomo. Non saranno due gocce d'acqua a spegnere l'ardore di chi nel fuoco ci sguazzava e non sarà certo l'ultimo, disperato tentativo del portiere-guardameta Valdes a "placcare" i sogni di gloria di quella scheggia impazzita e del suo popolo innaffiato di lacrime e sudore nel girone infernale del Camp Nou, nell'anello più sperduto dell'universo. "¿A dónde vas, loco?". Dove vuoi che vada, Victor... a Madrid, l'ha detto anche Fabio Caressa in tv: "Chiamate subito l'agente immobiliare e prendete casa a Madrid, prendete casa a Madrid!". E sì che stasera gli interisti tornano a Barcellona, che la finale si gioca di nuovo a Madrid e Wanda (Metropolitano) è un nome che suona familiare, ma questa è una storia tutta da scrivere, quella è leggenda. "Ens hi deixarem la pell" vi dice qualcosa? E "il famoso tikitaka-takatiki-tikitaka"? O forse "We parked the plane, not the bus". E poi Lucio e Samuel. El cerrojazo. Busquets e Thiago Motta. Messi e Julio Cesar. Pep, Zlatan e... l'intruso. Piqué. Pasaremos! L'impronunciabile vulcano islandese Eyjafjallajokull. I 5mila della Barceloneta. I quattro, interminabili minuti di recupero e il gol annullato a Bojan per il colpettino di grazia finale, che per poco qualcuno non ci rimane. La "remontada", anzi no. Il ballo di Eto'o, la festa degli argentini, il pianto di Cambiasso e gli idranti, commossi pure loro. Chiedetelo a Mauro Icardi, che la notte del 28 aprile 2010 era lì: vi darà una bella rinfrescata...

Mourinho "placcato" da Valdes: Don't stop me now...

Oltre 5mila tifosi dell'Inter sbarcarono a Barcellona per la semifinale di ritorno del 28 aprile 2010 

La formazione dell'Inter nella magica notte del Camp Nou (foto Getty)

Voglio fare il pompiere

Come quella volta che, per il suo diciassetimo compleanno, proprio un paio di mesi prima della sfida, Maurito-Grisù organizzò una festa con i compagni della Masia e allo scoccare della mezzanotte non trovò di meglio che prendere un estintore e spruzzare schiuma dappertutto. "Non so dire perché l'ho fatto: non ero ubriaco, solo euforico e volevo lasciare il segno. E ci sono riuscito alla grande". A 8 anni di distanza l'idea è sempre la stessa: lasciare un segno, stavolta - possibilmente - nel tabellino dei marcatori. Quell'Inter non ci riuscì, ma "è stata la sconfitta più bella della mia vita" dirà Mourinho ancora zuppo per la corsa nella piscina blaugrana, vittima dei dispettosi catalani. Ma José è scatenato: "Gli altri parlavano di lasciare la pelle? I nostri hanno lasciato il sangue".

José Mourinho in una delle sue espressioni... (foto Getty)

Samuel e Milito incuranti degli idranti azionati al Camp Nou per disturbare la festa interista (Getty)

Piovono lapilli

I catalani campioni d'Europa e del mondo in carica erano chiamati alla rimonta dopo il 3-1 subìto a San Siro e per farlo la società aveva lanciato una campagna mediatica senza precedenti: Messi, Dani Alves, Iniesta chiamano a raccolta i tifosi culé al grido "Remuntada" e "Ens hi deixarem la pell", venderemo cara la pelle. Arrabbiati anche per come era maturata la disfatta del Meazza, costretti a raggiungere Milano in pullman per la nube propagata dal vulcano islandese Eyjafjallajokull che aveva convinto l'Enac a chiudere lo spazio aereo del Nord Italia, altro che la pioggia di Mazzarri. 

"Ens hi deixarem la pell" tatuato sul braccio di Leo Messi per lanciare la sfida all'Inter

Le manine di Busquets

Ma al Camp Nou le nubi e i fulmini a ciel sereno sono tutti per l'Inter: nel riscaldamento Pandev si blocca e Mourinho ridisegna un 4-2-3-1 con Chivu interno di centrocampo. Spiegherà: "Sarò sincero, non mi sono fidato di Balotelli, non mi sembra pronto per una partita di questa importanza, sia tatticamente che dal punto di vista mentale". A maggior ragione dopo la sceneggiata della maglia stracciata in faccia alla curva, nel match d'andata. Arriviamo così al coup de théâtre del 27', l'espulsione di Thiago Motta per una smanacciata a Busquets, svenuto sul palco. Sergione stramazza al suolo, ma è in coma vigile: agita le manine a tergicristallo che neanche James Tont (fu-fu!) e a "rosso" avvenuto riprende miracolosamente conoscenza. L'allenatore portoghese passa al 4-4-1, con Eto'o e Milito a pendolare sulle fasce come due terzini qualunque e Sneijder unico riferimento là davanti. Non passano 5 minuti alla parata del secolo di Julio Cesar sul sinistro a giro di Messi. Ci prova anche Ibrahimovic, ma il treno dei desideri all'incontrario va.

La "scenata" di Busquets frutterà l'espulsione di Thiago Motta, ma non la qualificazione del Barça 

Il falò delle vanità

Nel frattempo l'area nerazzurra è diventata sul serio la Stazione Centrale: da quel momento l'Inter mette il mitologico bus davanti alla porta, ma non ditelo a Mourinho. "Era una partita dove io non volevo la palla: perché ci sono partite dove si vuole la palla, ma io non volevo la palla. Perché... il Barcellona vuole pressare la palla per fare il suo famoso tikitaka-takatiki-tikitaka... ma si noi non abbiamo palla como possono loro pressare?". Alla vigilia della finale di Madrid abbandona lo slang português e mezzo milanées e da pilota super navigato rispolvera il concetto in inglese, lieto di annunciare il decollo:  "We parked the plane, not the bus". 

La leggenda vuole che Mourinho disse a Guardiola: "Guarda che il turno lo passiamo noi..." 

Més que un Inter Club 

Neppure il tempo di allacciare le cinture di sicurezza che Piqué - finalmente - trova un buco per parcheggiare l'1-0 e dal minuto 83' fino al minuto 94' sarà qualcosa che voi umani non potete immaginare. Moratti in tribuna può esultare: "È finita!". Accarezza il presidente blaugrana Laporta, abbraccia la moglie e Marco Tronchetti Provera. Dai binari del Camp Nou il popolo nerazzurro si trasferisce sulle Ramblas e vola alla Malpensa, che accoglie Zanetti e gli altri cavalieri che fecero l'impresa nel delirio più totale. Alcuni di quei tifosi fonderanno anche un club a Barcellona per ricordare quella notte: "La remuntada - Més que un Inter Club". And we'll keep on fighting 'til the end...