A Liverpool doveva essere una grande festa, è stata anche una grande partita

Doveva essere semplicemente una grande festa, ma alla fine è stata anche una bellissima partita. Sessant’anni dopo il Bologna è tornato a giocare una trasferta in Champions e lo ha fatto in uno degli stadi più iconici d’Europa. Anfield, per certi versi, è il giusto premio per quanto fatto nella scorsa stagione. I tifosi arrivati a Liverpool non hanno smesso un momento di cantare, gioire, festeggiare questa grande opportunità sportiva. Anche prima del calcio d’inizio, quando lo stadio cantava “You’ll never walk alone”, i bolognesi hanno risposto con orgoglio tirando fuori le sciarpe e hanno accompagnato il coro di Anfield: hanno fatto percepire dal primo all’ultimo minuto quanto fossero grati alla squadra per aver conquistato sul campo l’opportunità di giocare una partita del genere e il risultato alla fine quasi è passato in secondo piano. Può confermarlo anche Cesare Cremonini, con cui ho avuto il piacere di camminare sul prato prima del calcio d’inizio. Lui, abituato a riempire gli stadi, era talmente pieno di orgoglio per il Bologna da essersi emozionato. Una passione sincera quella delle centinaia di persone arrivate a Liverpool e, perché no, anche dei tifosi da casa. Nonostante la sconfitta il Bologna ha mostrato personalità e coraggio, anche davanti a un avversario di questo livello. Italiano nel post partita era soddisfatto e ha ragione di esserlo. I ‘Reds’ rimangono più forti, è innegabile: per la loro qualità, per l’impianto di gioco, per l’aggressività. Tutto vero. Ma il Bologna per larghi tratti ha giocato alla pari, soprattutto nel primo tempo. Solo un pizzico di sfortuna sui due legni colpiti non ha permesso di acciuffare il pareggio, prima di un inevitabile calo fisico del secondo tempo. I rossoblù hanno confermato il trend delle ultime settimane : dallo Shaktar in poi c’è stato un miglioramento delle prestazioni dopo una prima fase di rodaggio post cambio di guida tecnica. Piano piano il ‘Dna europeo’ di Italiano, quella sua capacità di gestire le tre partite a settimana, sta venendo fuori. Il timore iniziale era che l’obiettivo del Bologna in Champions fosse già raggiunto prima di iniziare a giocare. E invece questo Bologna ha tutta l’intenzione di fare sul serio: arrivare alla fine della prima fase nelle prime 24 e giocarsi i playoff. Il calendario non è impossibile - Aston Villa , Monaco , Lille , Benfica , Borussia Dortmund e Sporting Lisbona -, le possibilità di arrivare alla prossima fase ci sono. Molto dipenderà dalla trasferta a Birmingham: la squadra di Emery è a sua volta un outsider, sarà indispensabile fare punti contro formazioni più o meno di pari livello. Mi aspetto una classifica corta e compatta, dove la differenza reti potrebbe decidere la qualificazione. Italiano ha già impresso la sua idea di calcio nella testa dei giocatori: la pressione è incessante, la linea altissima e non manca mai la personalità di voler fare il proprio gioco contro qualunque avversario, dal Monza in Serie A al Liverpool in Champions. La squadra in pochi mesi ha già una nuova identità. Manca solo l’ultimo step. Il Bologna costruisce tanto, costruisce bene, ma poi fatica a finalizzare. In questo senso l’assenza di Zirkzee pesa, ma il lavoro dei rossoblù riuscirà a sopperire anche alla sua partenza. Dico di non essere scettici su Dallinga. Il ragazzo si sta ancora ambientando. Merito/colpa di un Castro che ha iniziato la stagione così bene da non poter stare in panchina. Ma arriverà il momento per Dallinga, ha solo bisogno di trovare qualche gol: le qualità ci sono e si sono viste anche ad Anfield nonostante avesse davanti Van Dijk e Konaté. Insomma, siamo partiti verso Liverpool con l’idea di partecipare a una grande festa. Torniamo a casa orgogliosi, felici e consapevoli, perché il Bologna ha confermato di poter essere protagonista anche in Champions.

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A Liverpool doveva essere una grande festa, è stata anche una grande partita