I nerazzurri, impegnati nell'andata dei sedicesimi di Europa League con il Rapid, tornano a San Valentino nella città del "Bacio" di Klimt, che consacrò la "Grande Inter" di Mazzola campione d'Europa nel '64 al Prater contro il Real Madrid e tappa fortunata per la Coppa Uefa del '94 e nel 1991, quando sconfissero in finale la Roma di Voeller e del regista-tifoso Nanni Moretti, che della Sacher farà un cult
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«Cioè, lei, praticamente, non ha mai assaggiato la Sacher Torte?»
– «No...»
– «Va bè, continuiamo così, facciamoci del male...».
Il pianista che si lascia andare a un languido e italianissimo "Tu che mi hai preso il cuor" e il quadro imperiale di Sissi e "Cecco Beppe" e tutta quell'atmosfera un po' retrò di lampadari e specchi e cornici dorate del Café Central inviterebbero - nevvéro - al romanticismo più smielato e squisitamente demodé, specie oggi, che è la festa degli innamorati. Ma alla terza fetta di quella poesia di uova e zucchero che è la Sacher, ebbri di cacao e panna, la tentazione di profanare il tempio è bella che servita. Così, in un valzer delirante di reminiscenze mitteleuropee, con il pensiero al Talleyrand del Congresso di Vienna e un occhio al gol di Klinsmann al Rapid nel '90, ecco materializzarsi sullo smartphone la chioma baffuta di Nanni Moretti e al grido di "Lei non faccia il tunnel!" realizziamo definitivamente che ha ragione lui: "Il Mont-Blanc non è come un cannolo alla siciliana, che c'è tutto dentro, come uno zaino, lei se lo porta appresso per un mese e sta sicuro. Il Mont-Blanc si regge su un equilibrio delicato, non è come la Sachertorte...".
Il Cafè Central di Vienna e l'immancabile Sacher
La famosa scena della Sacher in "Bianca" di Nanni Moretti (da Youtube)
La nascita della "Grande Inter"
La verità è che, inevitabilmente, la scena epica di "Bianca" - già dal titolo, al netto della deriva hitchcockiana che prenderà il film - evoca i colori della camiseta blanca del Real e il sapore speciale della storia, nerazzurra, qui a Vienna. Dove l'Inter nel 1964 diventò la "Grande Inter" di Herrera, Angelo Moratti e Peppino Prisco campioni d'Europa, al Prater (pare che in tribuna ci fosse davvero il maestro Alfred Hitchcock, lupus in fabula!), una squadra capace di strapazzare 3-1 le Merengues di Puskas e Di Stefano, "affettati" come wiener schnitzel - o cotolette alla milanese, l'è istess - dai vari Mazzola (doppietta, capocanniere con 7 reti all'esordio nella competizione, neanche 22enne), Suarez, Facchetti e tutta la mitica filastrocca. Citata - sebbene in parte, nello sketch mancano all'appello Sarti, Milani (che segnò il 2-0) e Tagnin, marcatore scelto del vecchio Di Stefano ("me lo aveva detto il Mago: seguilo anche se va al gabinetto!") - celebrata appunto dal morettiano Ecce Bombo di "Faccio cose, vedo gente" nella sequenza in cui il protagonista Michele gioca a fare il "prof" dei due amici terrorizzati dall'esame di maturità.
«Quali sono i presidenti della Repubblica, dalla sua fondazione ai giorni nostri?»
- «De Nicola... Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Cappellini, Suarez, Corso!».
La "Grande Inter" vince la sua prima Coppa dei Campioni al Prater di Vienna battendo 3-1 il Real Madrid
Nanni Moretti alias Michele Apicella "interroga" gli amici, per una risposta geniale... (da Youtube)
Konsel e il tunnel di Klinsmann
Dal 1964 al 1990-91, nell'unico precedente contro il Rapid, che ospiterà in serata Handanovic e compagni (un tempo avremmo detto Icardi e compagni) per i sedicesimi di Europa League. Anche quella volta si affrontarono in Coppa Uefa, usciti - Matthaus e gli altri - dal "Gerhard Hanappi Stadion" con una sconfitta (2-1); ribaltata al ritorno dalla doppietta di Nicola Berti e dal 3-1 nei supplementari di Klinsmann che il famoso "tunnel" lo fece eccome al portiere-modello austriaco Konsel, futuro romanista e ancora oggi considerato in patria un sex symbol, lui che fu eletto portiere più affascinante della storia del calcio.
Bene, quell'Inter, allenata dal Trap, alla fine alzò la Coppa e sì, proprio all'Olimpico contro la Roma, battuta a San Siro 2-0, cui non bastò il gol di Rizzitelli nel ritorno. Era la Roma del tedesco volante (Voeller), del Principe Giannini e già, dell'ormai onnipresente lupacchiotto di giornata Nanni Moretti, che era solito palesarsi allo stadio con un plateau di pastarelle. "Sì, capitava - confessò a "Il Romanista" - altri tempi! Ricordo che per una gara di Coppa Uefa portai un vassoio di pasticcini mignon e li offrii ai miei vicini di gradinata. Ma appena capii che impallavo ci rimasi male e non andai più. Parlo della fine degli anni '80 o primi '90, credo".
Nel 1990 l'Inter affronta la gara di ritorno contro il Rapid Vienna al Bentegodi di Verona per l'inagibilità del terreno di gioco del Meazza. Decisivo il 3-1 di Jurgen Klinsmann, che fa secco con un tunnel il portiere austriaco Konsel
Alla vigilia della sfida di Europa League Luciano Spalletti ha salutato l'ex portiere del Rapid (e della Roma) Michael Konsel, viennese doc
Weekend al Bacio
Tre anni più tardi, nel 1994, l'Inter torna a Vienna (sempre a casa del Rapid, oggi Allianz Stadion) per il primo atto di un'altra finale di Coppa Uefa, stavolta contro il Casinò Salisburgo di Wolfgang Amadeus Mozart, impossibilitato a ospitare il match per l'inaguatezza del suo impianto. Ci penseranno ancora Berti (in Austria) e Wim Jonk (a Milano) a salvare la stagione di una potenziale armata Brancaleone che aveva seriamente rischiato di andare in B, traghettata alla permanenza nella massima serie - e al trionfo europeo - dall'ex battente bandiera nerazzurra Gianpiero Marini in una delle stagioni più "pazze" di sempre.
L'Inter di Bergomi, Zenga, Bergkamp, Ruben Sosa festeggia la conquista della Coppa Uefa nel 1994
E dire che proprio in questi giorni al Wiener Staatsoper (il Teatro dell'Opera viennese) è rappresentata la "Lucia di Lammermoor", composta da Gaetano Donizetti, celebre per la scena della "pazzia" di Lucia, un appuntamento imperdibile... per i tifosi-appassionati di musica classica che si fermeranno anche nel weekend (gli standings, i posti in piedi, costano soltanto 4 euro). Ma altrettanto bizzarro - e coloratissimo - è il quartiere dell'Hundertwasserhaus, come fantastica è la vista della città e del Danubio dal Donauturm e dalla ruota panoramica del Prater, a due passi dal leggendario stadio della prima Coppa dei Campioni interista. E poi il Duomo e quei vicoli che accendono la notte di Stephansplatz; le immortali residenze di Sissi e il Belvedere, che custodisce "Il Bacio" di Klimt, un must di San Valentino. Un po' come la Sacher al Cafè Central...
ll bacio di Gustav Klimt, realizzato nel 1907-08 e conservato nell'Österreichische Galerie Belvedere di Vienna