Storie e retroscena sui 34 rigori di Ajax-Panathinaikos

Trentaquattro rigori. Trentaquattro. Doveva essere un semplice turno preliminare di Europa League, un Ferragosto di calcio per i 50.000 della Johan Cruyff Arena cresciuti col mito del 14 ma riuniti il giorno 15 per fare un altro passo verso l’Europa, dopo una delle peggiori stagioni della storia del club. Doveva, appunto, perché in realtà la notte di Ajax-Panathinaikos resterà a suo modo nella storia del calcio. Lo scenario iniziale è molto semplice: dopo aver vinto 0-1 ad Atene la settimana scorsa l’Ajax si gioca in casa la possibilità di conquistare il playoff di Europa League per l’accesso alla competizione. C’è ottimismo, da quando c’è Farioli in panchina la squadra non ha ancora mai perso, è in crescita a livello di gioco e di condizione ed è spinta dal suo pubblico. Non a caso, domina. Sei occasioni nitide nel primo tempo, una traversa, un salvataggio sulla linea, la sensazione dagli spalti di un divario chiaro tra le due squadre. Supremazia assoluta che continua anche nel secondo tempo, quando però la partita inizia a prendere contorni strani. La palla non entra. A due minuti dalla fine Mika Godts colpisce un clamoroso palo interno. Ribaltamento di fronte, gol di Tetè: 0-1. Si va ai supplementari, che rapidamente diventano rigori. È qui che il pubblico della Johan Cruyff Arena inizia ad assistere a una serie di rigori che resterà nella storia di questo sport. Una serie in cui l’Ajax ha quattro volte il rigore della qualificazione. Sbagliano in ordine Brobbey , Traorè e Baas. Si arriva ai portieri. Quello del Panathinaikos è l’ex Fiorentina, Empoli e Spezia Dragowski che in versione drago delle sette sfere di Dragon Ball, dopo aver parato due rigori, segna il suo. Tocca a Remko Pasveer, anni 40, a breve 41. Una carriera iniziata realmente tre anni fa dopo aver giocato in squadre minori o aver fatto il secondo per tutto il suo viaggio da calciatore, ruolo che in effetti aveva anche un paio d’anni fa ad Amsterdam prima dell’addio improvviso di Onana e dell’infortunio di Stekelenburg. Con uno chignon brizzolato hollywoodiano e la freddezza del veterano, Pasveer segna un rigore perfetto, a due dita dal palo. Si ricomincia. Si riparte. Allo stadio si respira aria tossica di pessimismo, troppe occasioni buttate. Dopo qualche rigore tocca di nuovo a Brobbey, attaccante della nazionale olandese e potenziale stella della squadra. Rincorsa centrale, ha la faccia di chi vuole spaccare la porta. Risultato: palla in orbita. Un rigore irreale, alto di otto metri. Si va avanti. Pasveer non ha ancora finito la sua serata di grazia e para ancora, per la quarta volta nella serie. A questo punto succede qualcosa di molto strano: Gaaei, terzino destro danese reduce da una stagione disastrosa in cui è stato sostituito per ben due volte alla mezz’ora del primo tempo, va dal capitano Jordan Henderson, giocatore più pesante della squadra e ex capitano del Liverpool di Klopp, e gli chiede di calciare al posto suo. Il regolamento - per chi non lo sapesse - prevede che terminato il giro di rigori degli 11 in campo per ciascuna squadra si possa cambiare l’ordine dei rigoristi. Gaaei - evidentemente - ha qualcosa da riprendersi. Sente che è il suo momento. Si presenta sul dischetto, spiazza Dragowski, mette fine all’infinito. L’Ajax passa, la Johan Cruyff Arena trema, finisce 13 a 12 nello stadio del 14. Ma il numero che mette i brividi non è nessuno di questi appena scritti. La serie è durata 34 rigori , seconda più lunga nella storia delle coppe europee dopo un 14-13 in un ammaliante Gzira United-Glentoran di un anno fa. 34 ad Amsterdam non è un numero come gli altri. Fossimo in Argentina si scomoderebbe la mistica, qui ci limitiamo a raccontare la storia. 34 è il numero di Abdelhak ‘Appie’ Nouri, il talento dell’Ajax cresciuto con De Ligt, De Jong, Van de Beek e drammaticamente crollato in campo sette anni fa a causa di un malore. Da allora non è mai più uscito dal coma. Tanti giocatori - da Justin Kluivert, a Younes, allo stesso Van de Beek -hanno indossato nelle ultime stagioni quel numero in suo onore. Ad Amsterdam c’è un campetto da calcio a lui dedicato in una piazza rinominata Nouriplein dove campeggia lo striscione “Appie 4ever”. Nella sera in cui l’Ajax scrive un pezzo di storia del calcio molto lontano da quelli del passato ma a sua volta indimenticabile, i rigori sono 34. 34 partenze dagli 11 metri a 11 km da quel campetto dedicato a Appie. 34 rigori nello stadio in cui Nouri è cresciuto. Quante possibilità c’erano - realisticamente - che fossero 34? In questo sorriso malinconico che resta, c’è tutto il mondo Ajax.