Argentina, Mara Gomez è la prima calciatrice transessuale in Primera División. FOTO
La giocatrice ha esordito nella massima serie del campionato argentino femminile con la maglia del Club Atletico Villa San Carlos, sconfitto 7-1 dal Lanús, diventando la prima transgender a debuttare nella Primera División. "Oggi ho realizzato il sogno della mia vita", le parole della 22enne
Il 4 dicembre era arrivato l'atteso via libera da parte dell’Argentine Soccer Federation per poterla ufficialmente schierare sul terreno di gioco e finalmente Mara Gomez è scesa in campo con le compagne del Club Atletico Villa San Carlos, diventando la prima giocatrice transessuale a debuttare nella Primera División.
"Dopo una lotta immensa e una lunga attesa - la nota del club - Mara Stefania Gómez riesce a difendere i nostri colori. Questa notizia è un evento storico e senza precedenti per il calcio femminile, essendo la prima giocatrice trans a giocare a livello professionale".
"Oggi - le parole di Mara - ho realizzato uno dei più grandi obiettivi della mia vita, quello che credevo che non sarebbe mai accaduto“.
Mara Gomez ha dichiarato di aver preso la decisione di cambiare sesso quando aveva 13 anni.
"Siamo persone anche noi, abbiamo bisogno di opportunità, di possibilità come tutti di lavorare e studiare - aveva detto in un’intervista rilasciata al New York Times - siamo ancora il gruppo sociale che soffre di più a causa delle discriminazioni. Abbiamo un’aspettativa di vita di 35 anni perché veniamo uccise o ci ammaliamo. Vogliamo essere riconosciute dalla società, devono iniziare a vederci".
La giocatrice è scesa in campo a Berissola contro il Lanus (la città che ha dato i natali a Maradona) e a inizio partita la capitana degli avversari le ha regalato la maglia numero 10, un gesto che l'ha commossa.
Il Club Atletico Villa San Carlos è stato sconfitto 7-1, ma il risultato oggi era relativamente importante.
Il suo punto fermo è sempre stata la madre, l’unica persona ad aver accettato da subito la scelta della figlia seppur con particolari paure: "Come mamma sul momento ero sconvolta - ha ammesso -. Ma se Dio mi ha mandato una figlia immagino sia per crescerla, amarla e supportarla in ogni modo. Non si dovrebbe abbandonare un bambino perché vuole cambiare se stesso".