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Messi, zero gol nei Clásico dopo l'addio di Cristiano Ronaldo al Real Madrid

Liga
©Getty

L'argentino ha riscritto il proprio primato negativo di partite consecutive senza gol contro i blancos, sette. Leo non segna dall'ultimo faccia a faccia col rivale di una vita CR7, prima che il portoghese scegliesse la Juve. Sono come quei nemici da fumetto che non possono esistere l'uno senza l'altro

CLÁSICO AL REAL: 2-1 AL BARÇA

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Rivali da fumetto. Antagonisti di una vita. Ma che non possono esistere l'uno senza l'altro. Come quando il Joker di Heath Ledger diceva al Batman di Bale (Christian e non Gareth) di non poterlo uccidere: "Che faccio senza di te? No, tu completi me!". Completarsi. Come completamente smarrito è sembrato il Leo Messi uscito sotto la pioggia di Valdebebas dell'ultimo Clásico col Real. Il suo ultimo tango a Madrid? La barba folta più del solito e i pantaloncini tirati su sulle gambe. Perché ora sono sette le partite in cui Leo non segna nel match più importante di Spagna e nella rivalità più importante nel mondo, lui che nelle sfide chiave c'è sempre stato. Sette, ovviamente, come CR7, il grande rivale. Ecco, Messi non segna al Real da allora, da quando Ronaldo se n'è andato. Stagione 2017-18, l'ultima del portoghese al Real prima del colpo Juventus. Due a due perché, se ci fosse stato un disegno dall'alto, allora è stato giusto far finire pari il loro ultimo faccia a faccia in un Clásico. Ovviamente con gol di entrambi.

Eroi luminosi

Quindi Ronaldo è arrivato in Italia a segnare per la Juve. Messi ha continuato a farlo per il Barcellona. Ma non contro il Real. L'ultimo Clásico è stato anche quello del proprio personale record di tiri senza gol contro i blancos (sette, mai di più). Batman e Joker, Joker e Batman. Scegliete voi a chi dei due far impersonare l'uno o altro. Di sicuro, più che antieroi, sono entrambi eroi. Di quelli luminosi. Che hanno illuminato il calcio per ben più di dieci anni.

L'eredità

E poi c'è quella volta nel 2019 ai sorteggi di Champions, quando non riuscirono a non sorridersi a vicenda. "La nostra rivalità in Spagna è stata davvero bella" aveva detto Leo, uno seduto di fianco all'altro quando il metro di distanza da Covid non era ancora la nuova normalità. "Mi mancano le partite contro Leo - aveva ammesso senza timori CR7 - lui mi ha spinto a migliorare, come io ho fatto con lui. Ma ora che ci penso non abbiamo mai cenato insieme". Una neverending story: Leo ha un pallone d'Oro in più e Ronaldo una Champions in più. CR7 è davanti nei gol in Europa ma Messi ha vinto più campionati. L'ultimo incrocio è stato Barça-Juve: una volta vince e decide uno (Messi all'andata, ma con CR7 out) una volta l'altro (Ronaldo al ritorno, con Messi in campo). Si mancano. A vicenda. Forse CR7 un po' di più a Leo, che è quello che è rimasto senza cambiare squadra. Una neverending story che non vorremmo mai veder finire, nonostante la stagione di Champions attuale stia insegnando che i giovanissimi della generazione Z - quella di Fortnite e di Twitch, quella dei social e dei talenti che giocano già da campioni con quasi un'innaturale leggerezza - sono pronti a prendere il "potere". Mbappé e Haaland hanno il tempo dalla loro parte. Ma due come Leo e CR7…