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Mondiali 2018 Russia, la parabola di Götze: l'eroe dimenticato non convocato da Löw

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Il suo nome non è nella lista dei preconvocati per Russia 2018, e il mondo in quattro anni si è completamente ribaltato. Nella finalissima contro l'Argentina fu lui l'uomo decisivo, salvo poi calare nel Bayern e sparire dai radar della Nazionale dopo il ritorno a Dortmund. Ma alla base c'è anche una malattia di cui soffre meno del 2% della popolazione europea

GERMANIA, I PRECONVOCATI PER IL MONDIALE

LA GUIDA AI MONDIALI

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Eroe ieri, dimenticato oggi. È questa la triste parabola di Mario Gotze, il cui nome non compare nemmeno nella lunga lista dei preconvocati di Löw dal quale poi nascerà il gruppo che in Russia difenderà il titolo Mondiale. Era il 13 luglio 2014, quando allo stadio Maracanã e al minuto numero 113 arrivò la sua zampata che valse la gloria per i tedeschi. Dopo anni di finali perse, medaglie d’argento e delusioni. Finalmente Germania, über Alles, e anche grazie a quel ragazzo dalla faccia pulita e con la barba ben fatta che sconvolse la finale contro Messi e compagni. Poi? Il calo al Bayern, il ritorno a Dortmund, il disturbo del metabolismo energetico e l’addio (momentaneo) alla Nazionale. Nelle ultime 17 uscite della Germania - tra amichevoli e qualificazioni mondiali - lui è stato convocato appena due volte, ne ha giocata una, e solo per 25 minuti. Inevitabile l’esclusione, e in quattro anni il mondo di Mario si è così completamente ribaltato.

L’esplosione

Scuola Dortmund e grande talento. Gotze gioca col pallone, e gli dà del tu, perché le qualità sono altissime, e ha anche un po’ quella faccia tosta che hanno molti campioncini con un futuro luminoso davanti ai propri occhi. Lui lo sa, esordisce nel 2009 e diventa subito una stella. L’anno dopo (e quello dopo ancora, stagioni 2010-11 e 2011-12) il Dortmund vince due Bundes in fila con Klopp in panchina, le ultime prima dell’attuale dominio Bayern che ormai vince da sei anni consecutivi. Gotze in quei due anni segna a referto un totale 15 gol e 24 assist, e non ha nemmeno vent’anni segnati sul passaporto. Nel 2012-13 i gialloneri non vincono più in casa, ma raggiungo una finale di Champions contro i bavaresi che Mario non giocherà: è infortunato, non una novità. Ma soprattutto, nel frattempo, il suo cartellino è passato proprio in Baviera, con una clausola rescissoria pagata già a metà aprile e un nuovo tassello per il super Bayern - fresco campione d’Europa e di treble - che sarà di Pep Guardiola.

Il disturbo del metabolismo

Al primo impatto col Bayern le cose vanno bene per Gotze, benissimo, in un costante (ma non lento) percorso di affermazione. Il primo anno di partite ne gioca 45. Bottino? 15 gol e 13 assist, anche se tra Bundes e Champions è titolare “solo” 26 volte su 45. Nel 2014-15 i numeri aumentano in quanto a minutaggio, e Mario gioca 37 volte dal primo minuto su 46 match, ma è la stagione successiva dove tornano gli infortuni. Panchina, tribuna, Guardiola inizia a vederlo molto meno e lui gioca appena 21 volte. In estate torna al Dortmund, gioca ancora meno, ma a metà stagione si scopre il vero problema: disturbo del metabolismo energetico. Una malattia che colpisce gli arti inferiori e che coinvolge la creatin-chinasi, un enzima il cui scopo è quello di liberare nel corpo energia chimica. In sintesi, Mario non riesce a bruciare i grassi, per questo non riesce più a raggiungere il peso forma, i suoi muscoli non ricevevano stimoli, e affaticamento e dolori muscolari sono così all’ordine del giorno. Il direttore sportivo del Borussia Zorc disse al tempo: "Siamo contenti di conoscere finalmente l’origine dei problemi di Mario. Siamo convinti che, una volta guarito, porterà in dote le sue straordinarie qualità tecniche”. Ma un vero rientro al top non c’è ancora stato.

Addio Nazionale

Era questa la stagione per conquistarsi la conferma Mondiale, dopo quel controllo di petto e zampata di mancino che valse la coppa più prestigiosa del calcio nel 2014. Gotze in giallonero ha giocato 32 volte quest’anno, rientrando dai problemi fisici ma mai veramente in forma come un tempo. Paura, tanti timori, e appena due gol realizzati, l’ultimo a febbraio scorso. Nelle ultime due amichevoli della Nazionale di marzo il suo nome non c’era, e nemmeno in quello della lista preconvocati. La Germania ripartirà così dal Mondiale senza Gotze, il suo match winner della finalissima, e lui ripartirà senza la Germania per tornare quello di un tempo. Il futuro è dalla sua parte, e anche il calcio certamente rivorrà quello che sembrava essere uno dei suoi talenti più puri.