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Mondiali 2018 Russia, Denilson si dà al poker: "Sento la stessa ansia. Brasile tra le favorite alla vittoria"

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L'ex campione del mondo verdeoro si è ritirato nel 2010 ed è diventato un giocatore di poker: "Alle World Series ho avvertito tanta ansia e nervosismo, non me l'aspettavo. Tite può vincere il Mondiale, all'Inghilterra manca lo spirito di gruppo"

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L'ultimo Mondiale vinto dal Brasile ha visto come grande protagonista Ronaldo, autore della doppietta nella finale contro la Germania. Un altro degli uomini cardine del successo della Seleçao di Scolari è stato senza dubbio Denilson, centrocampista che ha raccolto molte più fortune con la Nazionale che con i club. Nel 2010 poi, dopo 16 anni disputati a livello professionistico, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo e ha cominciato una nuova vita, quella di giocatore di poker. Il brasiliano ha recentemente partecipato alle World Poker Series a Las Vegas, un torneo che gli ha riservato più ansia del previsto: "Ho giocato a calcio per 20 anni, quindi non posso davvero paragonarlo ai Mondiali - ha ammesso Denilson al Sun -, ma quando ho visto tutti i giocatori nella sala e ho ascoltato la musica a tema, mi sono sentito così nervoso e ansioso. Fino ad allora avevo preso parte ai tornei in Brasile e non avevo avvertito troppa pressione, ma questo era diverso. A Las Vegas, dal momento in cui arrivi, capisci che è una cosa seria perché ci sono i migliori giocatori di poker al mondo. È come un all-star team e io sono stato il primo ambasciatore a partecipare al secondo giorno".

L'ex centrocampista è tornato poi sulla sua esperienza da calciatore, quando a 21 anni si è trasferito dal San Paolo al Betis per la cifra record di circa 30 milioni di euro: "Volevo solo trasferirmi in Europa e comprare una grande casa per i miei genitori. Abitavamo in una casa molto piccola e il mio sogno era quello loro, ovvero trasferirci in un'abitazione molto più bella". L'avventura a Siviglia si è rivelata però molto deludente: "Quando diventi un calciatore il mondo intero si aspetta grandi cose da te - ha continuato -. Quindi, quando attraversi un periodo difficile, la copertura mediatica diventa molto più grande. Il club e i media locali non hanno avuto abbastanza pazienza, mi ci sono voluti due anni per adattarmi e per capire come giocare". Tornando invece all'attualità, Denilson ha spiegato perché la Nazionale verdeoro è una delle favorite al Mondiale: "Le cose sono migliorate quando Tite ha preso il sopravvento - ha affermato il classe 1977 -. Ha cambiato l'atmosfera e i risultati positivi contribuiscono a portare calma e fiducia nello spogliatoio. Per questo motivo penso che ci siano davvero buone possibilità che il Brasile vinca la Coppa del Mondo".

"L'Inghilterra non vince perché non è un gruppo unito"

Denilson ha infine chiarito le ragioni che hanno spesso impedito all'Inghilterra di trionfare a livello di Nazionale e a quale giocatore dei Tre Leoni si paragona per caratteristiche tecniche e fisiche: "Mi piace molto Sterling - ha concluso l'ex giocatore della Seleçao -. Ha disputato una grande stagione con Gabriel Jesus al Manchester City. È veloce e bravo nel dribbling, mi ricorda me stesso. L'Inghilterra sarà sempre una delle favorite alla vittoria finale perché ha un incredibile talento individuale ma, ciò che appare da lontano, è che sia il gruppo ad avere difficoltà di ambientamento. I calciatori nei loro rispettivi club giocano alla grande, ma insieme non riescono a mantenere lo stesso livello e nella Coppa del Mondo questo è fondamentale perché sono solo sette partite e non c'è tempo per l'allenamento. Si gioca una partita dopo l'altra e devi essere mentalmente e fisicamente pronto".