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Croazia Danimarca 4-3 d.c.r., Rakitic e Subasic portano la Nazionale di Dalic ai quarti. Danesi eliminati

La Nazionale di Dalic vola ai quarti, dove affronterà la Russia. La sfida si decide dal dischetto dopo l’1-1 nei tempi regolamentari, firmato Jorgensen-Mandzukic. Al 116’ Schmeichel neutralizza il penalty di Modric e poi ne para altri due nella lotteria finale, ma Subasic fa meglio di lui e porta i suoi al turno successivo. Decisivi gli errori di Eriksen, Schøne e Nicolai Jorgensen

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CROAZIA-DANIMARCA 4-3 d.c.r.

1' Jorgensen M. (D), 4' Mandzukic (C)

Croazia (4-2-31): Subasic 7.5; Vrsaljko 6, Lovren 6.5, Vida 6.5, Strinic 5.5 (81' Pivaric 6); Brozovic 6 (71' Kovacic 6), Rakitic 6.5; Rebic 7.5, Modric 5, Perisic 5.5 (97' Kramaric 6); Mandzukic 6.5 (108' Badelj sv). CT: Dalic

Danimarca (3-4-3): Schmeichel 7; Kjaer 6.5, Christensen 6 (46' Schøne 5.5), Jorgensen M. 6; Dalsgaard 6, Eriksen 6, Delaney 6.5 (98' Krohn-Dehli 6), Knudsen 6.5; Poulsen 6.5, Cornelius 5.5 (66' Jorgensen N. 5), Braithwaite 6.5 (106' Sisto 6). CT: Hareide.

L’interminabile sfida tra Croazia e Svizzera la porta a casa la Nazionale di Dalic che lascia fuori dal Mondiale i vichinghi dopo la lotteria dei rigori. Strepitoso Subasic, autore di tre interventi, mentre il penalty decisivo porta la firma di Rakitic, nettamente più brillante del compagno Modric, protagonista dell’errore dal dischetto all’interno dei tempi supplementari che poteva costare caro ai suoi. Sulla strada dei croati ci sarà ora la Russia padrona di casa, uscita anche lei vincitrice ai rigori nel confronto contro la Spagna. Non una partita indimenticabile, cominciata a ritmo altissimo, con il botta e risposta nei primi quattro minuti confezionato da Zanko Jorgensen e Mandzukic, e seguito poi da quasi 120 minuti di noia. Ai punti meglio la Danimarca, solida dietro per l’intera partita ma poco incisiva in fase offensiva, se non per qualche spunto interessante di Poulsen e per le geniali giocate di Eriksen. Deludente invece la Nazionale di Dalic, lenta e prevedibile nella manovra e mai in grado di alzare il livello dell’intensità per sfiancare Kjaer e compagni. La differenza tecnica in campo si assottiglia ulteriormente poi nell’extratime, dove gli uomini di Hareide occupano bene il terreno di gioco e aggrediscono l’area avversaria con lunghe rimesse e numerosi cross, su cui giganteggiano Lovren e Vida. La Croazia ottiene comunque la clamorosa chance di chiudere i conti con quattro minuti d’anticipo. Modric inventa e Rebic conclude la sua splendida prestazione conquistandosi il calcio di rigore. Dal dischetto va il 10 del Real che però calcia male e si fa bloccare il tiro da Schmeichel. Nella serie da cinque entrambi i portieri danno spettacolo, ma l’errore di Nicolai Jorgensen costa l’uscita di scena, comunque a testa alta, della Danimarca.

Brozovic vince il duello con Badelj e viene schierato a centrocampo come partner di Rakitic. Modric parte invece inizialmente da una posizione più avanzata ma, ingabbiato dagli avversari, arretra gradualmente il suo baricentro. La sorpresa di Hareide è invece Cornelius, scelto come terminale offensivo con il supporto di Poulsen e Braithwaite. L’avvio di partita è scoppiettante. Passano infatti solo 60 secondi e la Danimarca sblocca il punteggio. Da una rimessa lunga di Knudsen – una delle tecniche della Nazionale nordeuropea – la palla scivola sul mancino di Jorgensen che incrocia e trova un non perfetto Subasic a contribuire al gol dell’1-0. La gioia del vantaggio dura però pochissimo, perché al 4’ Mandzukic rimette immediatamente le cose a posto per i suoi. Vrsaljko si inserisce in area, tenta l’affondo personale e sul rimpallo che ne scaturisce l’attaccante bianconero anticipa tutti e di prima intenzione batte Schmeichel. Sembra il preludio ad una gara inadatta ai cuori deboli, ma con il passare dei minuti la magia vola via e fa il suo “ingresso in campo” la noia. Il pallino del gioco rimane in mano alla Croazia, ma in avanti fa fatica a rendersi pericolosa. Su una disattenzione danese, la formazione di Dalic crea una tripla opportunità nel giro di pochi secondi, con Perisic che cicca il primo tiro e poi spara alto da buonissima posizione. I ragazzi in maglia bianca si fanno invece vedere con il guizzo di Eriksen che, con un tentativo a metà tra una conclusione e un cross, coglie l’incrocio dei pali. Il tema dell’incontro non cambia neanche nei secondi 45 minuti, con la Croazia troppo lenta per sorprendere la solida difesa di Hareide. Sale in cattedra al contrario il talento di Poulsen che mette più volte in apprensione gli avversari senza mai riuscire a concludere verso la porta. L’attaccante del Lipsia trova un valido sostegno con l’ingresso di Nicolai Jorgensen che torna a sporcare con pericolosità i guanti di Subasic. Sull’altro versante è Rebic il più attivo, ma le sue finte e i suoi assist non riescono a produrre nitide occasioni. Gli unici tentativi arrivano con i tiri dalla distanza, ma nessuno di questi finisce nello specchio della porta e la partita si prolunga ai tempi supplementari. Qui è la Danimarca ad andare più vicina alla rete, ma le numerose gettate in area di Knudsen ed Eriksen non trovano qualcuno pronto a finalizzare. Al 116’ arriva l’episodio più clamoroso. Rebic imbuca la difesa sulla verticalizzazione di Modric e viene atterrato in area da Zanko Jorgensen. Il trequartista del Real Madrid si presenta dagli 11 metri, ma si fa ipnotizzare da Schmeichel. Il discorso qualificazione è così rimandato ai calci di rigore, dove pesano per la Danimarca gli errori di Eriksen, Schøne e Nicolai Jorgensen. L’eroe della partita diventa così Subasic e anche Rakitic, a cui spetta il compito di mettere il punto esclamativo sul passaggio del turno. Pallone da una parte e portiere dall’altra: la Croazia va ai quarti, la Danimarca recrimina e torna a casa.