Dopo il Mondiale vissuto da scatenato spettatore, El Pipe de Oro vuole tornare in panchina: "Mi fa male il cuore a vedere questa Nazionale eliminata". Poi, il suo pronostico sul torneo: "Il Brasile gioca bene, vinceranno loro"
È stato uno dei grandi protagonisti del Mondiale, pur non scendendo in campo. Il suo tifo scatenato alle partite della Nazionale Argentina, i suoi gestacci, i suoi malori: Diego Armando Maradona in Russia ha fatto parlare di sé quasi quanto la disfatta dei calciatori dell’Albiceleste. E ora che il torneo di Messi e compagni è finito, il proscenio è tutto per lui: “Pur di tornare ad allenare l'Argentina, lo farei anche gratis”.
"Questa eliminazioni mi ha fatto soffrire"
La candidatura del Pipe de Oro è arrivata dallo studio del programma tv venezuelano “De la mano del Diez”, al quale è stato invitato. “Credono che sia felice dell’eliminazione dell’Argentina”, ha detto, “ma in realtà mi fa male il cuore a vedere questa Nazionale sconfitta da una squadra (la Francia, ndr) che non credo sia tra le migliori del torneo. Tutto quello che costruiamo con grandi sforzi lo distruggiamo altrettanto facilmente”. Motivo per cui sarebbe pronto a tornare: “Sì, lo farei anche gratis. Non chiederei niente in cambio”. Per la Federazione argentina, da un punto di vista prettamente economico, sarebbe un'ottima soluzione: il contratto dell'attuale ct, Jorge Sampaoli, è blindato e potrebbe essere liberato prima del 2022 solo a fronte di un risarcimento di 20 milioni di dollari. Altro discorso è quello tecnico. Maradona ha già allenato l'Albiceleste al Mondiale 2010: dopo una qualificazione sofferta, la squadra uscì ai quarti di finale, sconfitta 4-0 dalla Germania.
Il pronostico di Diego
Ma il Mondiale di Russia continua. E Maradona non poteva esimersi da esprimere un pronostico. Per il leggendario Dièz, sarà la squadra di un grande numero 10 dei nostri tempi, Neymar, ad alzare la Coppa: “Ho visto un Brasile molto solido, che si avvia a vincere il Mondiale. Mi piace molto Tite come allenatore perché sa mettere bene la squadra in campo. Gli attaccanti brasiliani e i 4 dietro sono una forza: sanno giocare la palla, fraseggiare, attaccare tutti insieme”.