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Guardiola-Mancheser United: "Ferguson mi voleva come suo erede? Forse non l'ho capito"

Premier League

Sir Alex Ferguson voleva Guardiola come suo erede nel 2013. A New York ci fu un incontro, ma il catalano non ricorda nessuna proposta per allenare lo United: “Non ho mai ricevuto un’offerta, ma a quei tempi il mio inglese era pessimo, forse non l’ho capito”

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È finito 2-1 per il City il derby di Manchester, con Guardiola che allunga su Mourinho in classifica andando a +11 dopo 16 giornate di Premier League. Un colpo che sa tanto di ko per tutte le inseguitrici, ma il campionato rimane ancora lunghissimo. Tuttavia, sarebbe potuto essere un derby diverso, questo, a cominciare dalla panchina. Già, perché forse, proprio sulla panchina dello United, ci sarebbe potuto essere lui: Pep Guardiola. E da tanti anni per giunta, come erede di Ferguson dopo il suo regno tra il 1986 e il 2013. Il motivo del mancato incarico? Un semplice ma clamoroso misunderstanding, datato 2012. A raccontarlo è proprio Sir Alex, nella sua autobiografia Leading. A quei tempi ci fu un incontro a New York tra i due, dove lo storico allenatore dei red devils aveva deciso di sondare il terreno col catalano per un ruolo da erede. Inevitabile quindi parlarne proprio con lo stesso Guardiola, in questi giorni di acceso clima derby tra le due squadre di Manchester. “Non ricordo che mi abbia mai offerto la panchina dello United - ha detto però Pep, quasi a smorzare i toni, anche con ironia: “Ricordo però che parlava davvero molto velocemente ed era complicato seguirlo. Il mio inglese all'epoca non era perfetto. Forse non l’ho capito io”. Misunderstanding, già, ma pazzesco. Ne parlano anche Marca in Spagna e il Sun in Inghilterra: “Lost in translation” è il titolo: perso nella traduzione. Come se la panchina più ambita di Inghilterra fosse sfuggita a quei tempi dalle mani di Guardiola proprio per qualche frase pronunciata troppo velocemente e un accento troppo marcato.

Eppure, scorrendo le pagine di Leading, le intenzioni di Ferguson sembravano davvero concrete: “Aveva (Guardiola, ndr) già vinto un numero invidiabile di trofei con il Barcellona e l'ho sempre ammirato tantissimo. Avevo chiesto a Pep di telefonarmi se avesse deciso di accettare l'offerta di un altro club, ma non l'ha fatto e firmò con il Bayern Monaco nel luglio 2013”. Occasione sfumata, vero, con Pep che oggi allena i rivali del City, e vince un derby di fondamentale importanza. Alla viglia del match lo aveva ribadito: “So che Alex Ferguson ha raccontato di questo episodio. Quel giorno abbiamo parlato della vita, del calcio e della Premier League, ma no: non mi ha mai mandato un messaggio per chiedermi se volessi allenare il Manchester United”. Caso chiuso dunque. Con Mourinho che quella panchina se l’è presa nel 2016, e Pep rivale sull’altra sponda di Manchester. Per nuovi duelli e nuovi faccia a faccia, dal campo fin dietro ai microfoni, dopo quelli in Spagna tra Real e Barcellona. Pep contro Mou. Mou contro Pep. Uno al City, l'altro allo United. Forse, era semplicemente questione di destino.