Il primo appuntamento della nuova stagione del programma di Paolo Di Canio riparte nel segno del blu, che a Liverpool è l’altra metà del cielo. Da lunedì 2 novembre sui canali Sky Sport, disponibile on demand e su Sky Go
The Blue Half. L’altra metà del cielo, la metà blu di Liverpool. Nome che ha monopolizzato il calcio europeo e inglese nell’ultimo biennio, confermando una narrazione originata a metà degli anni Settanta con i primi trionfi dei Reds in Coppa Uefa e Coppa dei Campioni. Ma nei mesi in cui i medesimi Reds acceleravano verso un meritatissimo titolo inglese, il primo dal 1990, la metà blu cominciava i primi passi per recuperare spazi e tempi. Tutto è partito undici mesi fa, con la scelta di Carlo Ancelotti per sostituire Marco Silva, subito dopo una brutta sconfitta proprio nel derby, ad Anfield. Preso il timone in corsa, migliorato il morale e trovati alcuni punti fermi, Ancelotti poi con la collaborazione del club ha impostato una campagna acquisti saggia, e la partenza molto efficace della stagione 2020-21 gli ha per ora dato ragione.
È questo il tema della prima puntata della seconda stagione del "Di Canio Premier Special", in onda stasera alle 23.00 su Sky Sport Football: l’Everton, a metà strada tra passato e futuro, a metà percorso - forse non ancora - tra incertezza e ottimismo. Club con l’involontaria tendenza ad attorcigliarsi su decisioni sbagliate - anche se prese in buona fede, e approvate da tutti - che ora ha trovato, con la semplicità della nuova gestione tecnica, la via. Perlomeno quella per ripartire, creando il sentimento che è alla base di tutto: la speranza. Speranza che i passi fatti siano giusti e non rinnegabili nel giro di pochi mesi, speranza che un arrivo importantissimo come quello di James Rodríguez rappresenti il segnale verso altri giocatori di talento, ora in grado di valutare con maggiore consapevolezza un interesse dei Toffees.
Paolo Di Canio, alla sua maniera, racconta il percorso attuale dell’Everton, a partire dal cambio di impostazione: 4-4-2 era, magari 4-2-3-1, 4-3-3 è adesso, con James a partire largo a destra e scombinare le difese avversarie con i suoi inserimenti, la sua capacità di giocare da numero 10 come rifinitore e realizzatore. C’è Dominic Calvert-Lewin, di cui Di Canio ricorda l’evoluzione da corridore incessante a punta centrale, con minor raggio di azione e maggiore lucidità al momento di vedere la porta. E Calvert-Lewin è il numero 9, tradizionalmente caldo, all’Everton, tanto quanto lo è al Newcastle United: Dixie Dean fu il primo, quasi novanta anni fa, indossando la 9 in occasione della finale di FA Cup del 1933, la prima in cui alle maglie fu affisso un numero. E dopo di lui sono venuti tanti giocatori storici, tra cui Bob Latchford, Graeme Sharp, Tony Cottee, Duncan Ferguson, curiosamente passato anche per Newcastle e ora assistente di Ancelotti. Non è ancora possibile, ovviamente, collocare Calvert-Lewin nella lista di grandi 9 dei Toffees, ma l’inizio della stagione 2020-21 è stato estremamente incoraggiante. Grazie alle scelte individuali di Ancelotti su di lui e a quelle collettive sulla squadra, partendo dal centrocampo: era a due, con due ali, ora è a tre, con Allan e Abdoulayé Doucouré al centro e a destra, due novità importanti e di prospettiva. Se infatti Allan fa della regolarità e dell’ordine le sue armi migliori, Doucouré ha dimostrato lo scorso anno, giocando principalmente trequartista nel Watford, di avere la versatilità adatta ad arricchire la varietà dell’Everton quando gli avversari saranno in grado di prendere contromisure.
Di Canio racconta anche le caratteristiche dei difensori, a partire dal primo: il portiere Jordan Pickford, che lui stesso scelse come terzo del Sunderland, alcuni anni fa, intravvedendone le doti ma anche alcuni difetti, tuttora presenti. E Seamus Coleman, il capitano, su cui dà un parere direttamente Ancelotti in collegamento da Liverpool: ormai veterano nei Toffees, con più dolori che gioie ma anche lo sviluppo progressivo di una capacità da leader appresa dallo studio del suo predecessore Phil Neville. Jose Baxter, ex centrocampista dell’Everton, alcune settimane fa ha detto che vedere Coleman interrompere il balletto celebrativo di alcuni compagni di squadra dopo un gol al Brighton gli ha ricordato quello che lo stesso Neville avrebbe fatto.
L’Everton, però, non può mai essere solo una rassegna di giocatori, seppur vista dall’occhio clinico di Di Canio: che infatti, grazie anche ad un intervento del responsabile marketing e comunicazione del club, Richard Kenyon, galleggia tra i ricordi personali di Goodison Park e le prospettive del nuovo stadio, al momento previsto per il 2023-24. Un ambiente particolare, quello dell’attuale impianto, che secondo Kenyon è caro a moltissimi non-tifosi dell’Everton che però ne apprezzano la struttura, la storia, la densità emotiva che si trasmette ai giocatori. L’Everton dello stadio nuovo, previsto per una zona adiacente al fiume Mersey sempre nella zona nord di Liverpool, sarà diverso dall’Everton di Goodison Park, ma sarà sempre il club che si volta indietro per guardare il proprio futuro, il club che lasciò… Anfield, dopo una disputa per l’affitto del campo poi passato al Liverpool, per attraversare lo Stanley Park e costruirvi questa tradizione ormai ultrasecolare.
Una grande maniera di aprire la seconda stagione del "Di Canio Premier Special", nel segno del blu, che a Liverpool è l’altra metà del cielo, non una diversa tonalità di rosso. Appuntamento lunedì 2 novembre alle 23.00 su Sky Sport Football, martedì 3 novembre alle 19.30 e alle 00.30 su Sky Sport Uno. Disponibile anche su Sky Go e on demand.