Thank you, mister McGregor! La storia di come è nato il primo campionato inglese

Rispettoso suddito di Sua Maestà la Regina Vittoria, stimato commerciante di tessuti, devoto cristiano e persino rappresentante del movimento della Temperanza contro il consumo di alcool, il signor William McGregor nel mese di febbraio del 1888 aveva trascorso un pessimo sabato pomeriggio. Era accaduto che il club di cui era amministratore, l’Aston Villa, per la quinta volta consecutiva era stato costretto ad annullare la partita prevista e sempre per lo stesso motivo: la squadra avversaria non si era presentata all’appuntamento concordato per l’identica ragione delle precedenti rivali. Trovato un match più remunerativo anche quel club non si era fatto scrupoli a disattendere l’impegno con l’Aston Villa. Per un gentiluomo come William McGregor la misura era colma: tornato nella sua bella casa di Birmingham, giustamente seccato contro chi non rispettava la parola data, senza neppure togliersi cappotto e cappello si chiuse nel suo studio ordinando di non essere disturbato. Preso un foglio di carta, intinta la penna dell’inchiostro, scrisse una lettera così sintetizzabile: “Ogni anno è sempre più complicato organizzare incontri di calcio. Propongo così di mettere ordine al calendario con i 10 o 12 club più prestigiosi d’Inghilterra che si accordino per incontri di andata e ritorno formando così una lega”. Il modello, per McGregor, era il torneo di cricket che da tempo aveva il campionato delle contee o magari la lega di baseball degli Stati Uniti. Possibile, si chiedeva, che gli americani, giudicati dagli inglesi popolo rozzo e arretrato, erano riusciti a fare quanto non era stato possibile al football britannico? La lettera fu indirizzata a quattro club: Preston North End, Blackburn Rovers, Bolton Wanderers e West Bromwich Albion. McGregor propose loro di incontrarsi venerdì 23 marzo all’Anderton Hotel di Londra alle tre del pomeriggio. Un appuntamento comodo per tutti: il giorno dopo, all’Oval, era prevista la sfida tra Preston North End e West Bromwich Albion per la finale della Football Association Cup, per tutti FA Cup e poi universalmente nota come coppa d’Inghilterra. Il successo fu che a quel primo incontro nell’albergo di Fleet Street si presentarono rappresentanti di dieci club. Quel gruppo di pionieri, vestiti come Phileas Fogg in procinto di partire per il giro del mondo in 80 giorni, pose le basi per la costituzione di una lega calcistica, dandosi poi appuntamento per un secondo incontro da tenere al Royal Hotel di Manchester il 17 aprile. Ai dieci club presenti a Londra si aggiunsero i dirigenti di altri due, portando a dodici il numero delle squadre rappresentate. Senza tener conto dei rigidi precetti della società vittoriana, tra boccate di sigaro e sorsate di gin e whisky di ottima qualità, lor signori raggiunsero l’accordo per il varo del primo campionato di calcio della storia. Rimaneva il nome con cui battezzare il nuovo torneo: McGregor propose “Association Football Union”, ma l’idea venne respinta con la motivazione che era troppo simile alla “Rugby Football Union” e alla fine fu approvata la denominazione di “Football League”, che non creava confusione. Il dato essenziale è che si poteva cominciare e l’8 settembre dell’anno del Signore 1888 dodici squadre davano vita al primo torneo di calcio della storia basato su gare di andata e ritorno: oltre all’Aston Villa e alle quattro squadre cui McGregor si era rivolto con la sua lettera parteciparono all’edizione inaugurale l’Everton, l’Accrington, il Wolverhampton Wanderers, lo Stoke City, il Notts County, il Burnley e il Derby County. Qualche informazione per descrivere il contesto della prima giornata di campionato. La direzione di gara era sostanzialmente affidata ai capitani delle due squadre: quando non trovavano un accordo tra di loro, solo allora interveniva un arbitro, che per il resto si limitava a rimanere sulla linea laterale per controllare il tempo di gioco. Alla fine dei primi 45 minuti le due squadre si limitavano ad invertire il campo, senza intervallo: nelle corte giornate invernali, e con l’illuminazione artificiale ancora assai lontana, si temeva di non riuscire a terminare i match prima del buio.Qualche anno dopo, poi, si decise di dotare le porte delle squadre di reti che trattenessero il pallone: le prime stagioni avevano visto troppe contestazioni in merito ai gol realizzati o meno. L’8 di settembre la prima giornata di campionato vide ovviamente la realizzazione della prima rete della storia del torneo. Il merito è di un certo Jack Gordon, venticinquenne scozzese, che realizzò l’1-0 della netta vittoria del Preston North End per 5-2 contro il Burnley. Non essendoci però la contemporaneità nella disputa delle partite, obiettò qualcuno, altre partite avevano visto delle segnature, ma si decise di non indagare troppo e all’attaccante scozzese restò il merito di quel primo gol. Nacque invece un altro problema, cui non si era pensato: come premiare il pareggio. Se ci si era accordati per due punti per la vittoria e zero per la sconfitta, la sfida tra Aston Villa e Wolverhampton chiusa in equilibrio fece sorgere la questione. In un primo tempo si pensò che la parità equivalesse a una sconfitta per tutti e due i club, prima di scegliere più salomonicamente di premiare le squadre con un punto a testa. Il primo campionato si chiuse con il netto successo del Preston North End, capace di terminare imbattuto e di ottenere anche il primo ‘double’ della storia, vincendo nella primavera del 1889 anche l’Fa Cup. Il presidente del club era il vulcanico William Sudell, ufficiale del Royal North Lancashire Regiment con il grado di Maggiore. In anni in cui non era ancora stata creata la figura dell’allenatore nell’accezione moderna del termine, si presentava a bordo campo in divisa militare a impartire istruzioni tattiche. Sarebbe stato arrestato e condannato a tre anni di reclusione per aver distratto 5326 sterline dal suo cotonificio per pagare illegalmente i giocatori. Era il primo scandalo finanziario del calcio, ma nel tempo il Maggiore Sudell avrebbe trovato molti emuli.