Jhon Duran si prende l'Aston Villa: gol da ko, cognome "da pugile"

Quella palla in verticale di Pau Torres. Quel taglio rabbioso a sfidare Upamecano e la linea difensiva alta del Bayern Monaco. Uno sguardo a Neuer con la coda dell’occhio. Quell’unico tocco, morbido e preciso a scavalcare una leggenda del calcio mondiale. Ovviamente col suo formidabile sinistro. La folla in delirio. Un gol che è già leggenda: il primo in Champions League della carriera di Jhon Jader Duran Palacio. Al Villa Park per tutti, semplicemente, Duran. Proprio come il grande Roberto ‘manos de piedra’, leggendario pugile panamense campione del mondo in quattro diverse categorie di peso tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90. E come il suo omonimo Jhon ha sempre in canna un colpo da ko. Anche - e soprattutto - partendo dalla panchina. Persino uno come Neuer, ora, ne sa qualcosa. Un gol che vale un appuntamento col destino per tutti i cuori claret and blue. Villa-Bayern 1-0, proprio come il 26 maggio del 1982 al de Kuip di Rotterdam, la notte in cui l’Aston Villa divenne magicamente campione d’Europa: una delle più clamorose sorprese nella storia della vecchia Coppa dei Campioni. Le parole usate nella telecronaca dell’epoca da Brian Moore campeggiano da anni in uno striscione esposto al Villa Park: “Shaw, Williams prepared to venture down the left. There’s a good ball played in for Tony Morley. Oh, it must be! and it is! Peter Withe!!”. E proprio sotto gli occhi di Peter Withe la notte del 2 ottobre scorso è arrivato il sinistro vincente di Duran. Pochi giorni dopo un gol così iconico l’Aston Villa ha deciso di blindare Duran, classe 2003 ex Envigado e Chicago Fire, con un contratto fino al 2030. Un po' perché la scorsa estate ha fortemente rischiato di perderlo, ma forse soprattutto perché al momento “Lo vogliono non meno di 40 club in giro per il mondo”. Parola di Monchi - ex ds di Siviglia e Roma – oggi President of football operations del club di Birmingham. L’estate di Duran era stata a dir poco inquieta. Dopo quello di Roberto contro Ray Sugar Leonard - quando nel secondo match tra i due il panamense si ritirò all’ottava ripresa - anche Jhon aveva pronunciato il suo “NO MAS”: basta con l’Aston Villa, troppa panchina, vado al West Ham. E mentre gli Irons provavano a convincere Monchi ed Emery arrivando a offrire 30 milioni di sterline più Lewis Orford, Jhon pensava bene di postare su Instagram una sua immagine dove mimava con le mani lo stemma del West Ham. Emery, naturalmente, non aveva gradito. Il resto è storia nota. Duran non si è mosso da Birmingham e il risultato in termini sportivi è sotto gli occhi di tutti: 6 gol in 10 partite o meglio 6 gol in 324’ in tutte le competizioni. Uno ogni 54’. Sì, perché Duran, chiuso da Ollie Watkins - 19 gol nella scorsa PL e alter ego di Harry Kane in nazionale inglese –, sta giocando pochissimo da titolare anche quest’anno. Mai in Premier League, dove è comunque riuscito a segnare come nessun altro dalla panchina: 4 gol, a cominciare dalla prima giornata proprio contro il West Ham. Leicester , quindi Everton e Wolves le altre vittime. Davanti alla porta Jhon non sbaglia: 4 gol a fronte di xG 2.18 a favore. ‘Overperformante’ eccola la parola magica che fa star bene ogni attaccante contemporaneo. E anche l’anno scorso Jhon si era fatto valere: 5 gol a fronte di un xG di 2.7. Nell’unica partita giocata dall’inizio ha segnato su rigore in coppa di Lega in casa del Wycombe. Prima di beffare Neuer in Champions League, ancora dalla panchina. Ora la sfida più grande per Duran è proprio questa: prendersi più spazio in campo. In alternativa o insieme a Watkins . Come accaduto negli ultimi 27’ della partita contro il Manchester United. Uno con quel sinistro da ko non può restare a guardare.

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