Monchi: "Douglas Luiz diventerà importante per la Juve, a Roma due anni bellissimi"

L'Aston Villa ha iniziato molto bene la stagione: “Siamo contenti, siamo contenti. Abbiamo iniziato il campionato bene. Ora abbiamo un prossimo mese difficile ma siamo contenti di quello che stiamo facendo qui”. Quanto è stato importante Emery per l’Aston Villa? “Sì, qualcosa è cambiato in questi ultimi due anni dal suo arrivo. Quando è arrivato la squadra era in difficoltà, adesso siamo in Champions dopo oltre 40 anni e lottiamo contro i club più forti. Qualcosa di buono ha fatto. Sei mesi dopo il suo arrivo sono arrivato anche io, ma la nostra forza è lui. È bravissimo, sta lavorando benissimo. Noi proviamo a rendergli il lavoro più facile ma il vero artefice di questo miracolo è Emery”. Che allenatore è Emery? “È molto esigente. Un grande lavoratore. Il primo ad arrivare al centro sportivo e l’ultimo ad andare via. Lavora tanto ma gestisce molto bene anche lo spogliatoio. È importante tutto quello fa, non solo il lavoro in campo. In ogni squadra che ha lavorato ha quasi sempre trovato il successo”. Siete diventati grandi insieme, possiamo dirlo? “Abbiamo lavorato insieme al Siviglia, dove abbiamo vinto 3 Europa League di fila e ci siamo qualificati alla Champions. Abbiamo lavorato bene anche lì. Avevamo ruoli differenti. A Siviglia io ero il capo diciamo, mentre adesso il capo è lui. Io sono felice di lavorare con lui, perché quando ho lavorato con lui sono sempre cresciuto a livello professionale e ho trovato il successo. Il primo anno qui siamo arrivati quarti e siamo arrivati in semifinale di Conference. Ora siamo quinti e abbiamo vinto due partite di Champions. Lavorare con Emery è semplice e bello”. Cosa ci può raccontare su Emery? “Lavora sempre tanto. Ha uno staff importante e numeroso. È capace di lavorare da solo ma anche con tutto il suo staff. Per lui è molto importante il video. A volte i giocatori escono un po’ stanchi dalle sessioni video, ma capiscono che è una cosa molto importante. È difficile dire solo una cosa su di lui… anche lui ha fatto un percorso di crescita importante da quando l’ho conosciuto la prima volta. Oggi è un allenatore diverso. Parla tantissimo. Capisce che un calciatore è anche una persona, cerca di capire se a volte un giocatore ha un problema nella sua vita perché sa che se c’è un problema fuori dal campo condiziona anche il giocatore”. Qual è la differenza maggiore che si affronta quando un dirigente arriva in Premier? “Non c’è molta differenza. Io faccio lo stesso lavoro alla fine. Qui la figura del direttore sportivo, la mia figura, è un po’ diversa perché qui in Inghilterra comanda il manager, l’allenatore. Io sono un po’ più indietro. Lavoro più nel mio ambito, che è quello che mi piace, guardare i giocatori, trovare i calciatori… è diverso. Il rapporto con i tifosi è più tranquillo. Per me è meglio lavorare qui perché mi dedico solo a quello che posso fare per la squadra e per il club. Ho un rapporto diretto con la proprietà. Non ho trovato tante differenze ma sono contentissimo di essere all’Aston Villa e in Premier, che per me è il miglior campionato del mondo”. Qual è il modello di organizzazione di un club inglese? “Il calcio in Inghilterra sta andando verso un modello misto, dove la proprietà segue il percorso economico, l’allenatore decide i profili e il direttore sportivo cerca i giocatori che mettano d'accordo la parte economica e quella tecnica. Più o meno è simile alla Spagna. Qui però l’allenatore comanda nell’ambito sportivo. Io devo lavorare per Emery. È vero anche che abbiamo un bel rapporto, quindi non è che devo fare tante riunioni per trovare un punto d'incontro. Ogni giorno mangiamo insieme, parliamo tutto il tempo… ho trovato un club dove posso lavorare come avevo sempre pensato”. C’è qualcosa di particolare al Villa Park? “L’Aston Villa è uno dei club più grandi della storia inglese. Ora ci sono le big six, ma in passato ci sono state altre grandi squadre come l’Aston Villa, il Newcastle, il Nottingham… e quindi i tifosi dell’Aston Villa sono tantissimi. Quando andiamo in trasferta, ovunque troviamo tantissimi tifosi. Per noi è molto bello. La fedeltà dei tifosi non si è persa anche se per tanti anni la squadra non è più stata in Europa e questo ci ha dato tanta motivazione”. Il Principe William è tifoso dell’Aston Villa, ci ha mai parlato? “Sì, ci ho parlato tante volte. Viene spesso al Villa Park. Parla con Emery, con i giocatori, con me. È vicino alla squadra. È un vero tifoso dell’Aston Villa ed è contento del momento che stiamo vivendo”. Avete gli stessi punti del Chelsea e siete quinti. Vi aspettavate una partenza così buona? “Forse ci manca qualche punto . Nelle ultime due partite abbiamo pareggiato ma meritavamo di più, anche contro lo United. Ma giocando anche la Champions è difficile. In Champions stiamo andando benissimo, abbiamo vinto le prime due partite. Fino a oggi dobbiamo essere felici. Ora però abbiamo un mese difficile. Sono sette partite in un mese che saranno difficili. Abbiamo recuperato qualche infortunato, vogliamo giocare bene e vincere le partite”. Il gol di Duran ha vinto il premio di rete più bella del mese di settembre. In estate è stato molto vicino al Chelsea e al West Ham, è vero? “Noi abbiamo due attaccanti fortissimi, lui e Watkins e per lui era difficile capire che Watkins fosse l’attaccante titolare. Voleva giocare di più, noi avevamo qualche necessità di vendere ma eravamo convinti che senza offerte importanti sarebbe rimasto con noi. Emery ha sempre avuto tanta stima di Duran. Il Chelsea lo voleva, è vero. Il West Ham è stato vicino ma alla fine hanno acquistato un altro giocatore. Quindi Duran è rimasto con noi. È giovane ed è un giocatore importante. È una cosa che succede durante il mercato… Arriva un’offerta, se ne parla ma se non arriva l’offerta giusta il giocatore non parte”. La festa per la conquista della Champions? “Non era preparata. Dopo l’ultima partita in casa contro il Liverpool stavamo festeggiando la fine della stagione e nel mentre giocavano City e Tottenham. Abbiamo messo una tv per vedere la partita ed è stato bellissimo perché abbiamo scoperto insieme di esserre qualificati in Champions, eravamo tutti lì a festeggiare. È un momento che ricorderò tutta la vita. È stato un premio per una stagione incredibile”. Contro il Bologna siete favoriti? “Essere favoriti o no non cambia nulla. Ognuno può pensare quello che vuole. Il nostro inizio di stagione è stato bello e quello del Bologna così così ma sarà una sfida difficile. Conosciamo bene il Bologna e come giocano le squadre italiane. Giocando in casa forse abbiamo un piccolo vantaggio ma alla fine sarà una partita di Champions e come tutte le gare di Champions sarà difficile”. Che rapporto ha con Sartori? “Un buon rapporto. Ricordo quando lavoravo alla Roma e lui all’Atalanta. I suoi risultati parlano per lui. Atalanta, Bologna, prima Chievo… ha fatto benissimo in tutti i club in cui ha lavorato. Non devo dirlo io”. Douglas Luiz sta facendo un po’ fatica, se lo aspettava? “Lui è bravo e forte. L’anno scorso è stato fondamentale per noi. Cambiare Paese, squadra e calcio è sempre difficile ma sono convinto che troverà la sua miglior condizione e che sarà importante anche nella Juve”. Che ricordo ha della Roma? “Io ho vissuto due anni meravigliosi. La prima stagione è andata meglio della seconda ma per me è una città e un club che saranno sempre nel mio cuore. Lì sono cresciuto a livello professionale, è stata la mia prima esperienza lontano da Siviglia. La rimonta col Barcellona è stato un momento bellissimo. Un momento che rimarrà per sempre nella mia vita e anche in quella dei tifosi della Roma, credo. È stato qualcosa di importante. Tutto quello che posso dire sulla Roma è qualcosa di bello”. Ha sentito De Rossi dopo l’esonero? “No no, non l’ho sentito. Credo che sia stata una cosa difficile, ma non lavoro lì e non posso dire nulla. Credo che nessuno possa mettere in discussione il suo amore per la Roma. L’anno scorso ha fatto molto bene ma non so cosa sia successo e non posso dire di più”.