Same old Spurs: il Tottenham non riesce a cambiare marcia

'Spursy' è un neologismo che in Inghilterra, ormai, conoscono tutti. Ed esprime la straordinaria capacità del Tottenham di riuscire a inventarsi sconfitte laddove si prefiguravano vittorie, fallire quando il traguardo è ormai in vista, sprecare clamorose occasioni di successo. E’ stato spesso così in questi anni. Gli highlights? Gli Spurs, che non vincono il campionato dal 1961, non riescono ad alzare neppure un trofeo dal 2008 - la quarta e ultima Coppa di Lega conquistata nella storia del club. Nel 2016 hanno sprecato forse la più grande occasione di vincere il campionato da quando esiste la Premier League per mano del Leicester. E nel 2019 hanno perso una finale di Champions League contro il Liverpool di Klopp dopo una clamorosa rimonta da 2-0 nella semifinale di ritorno in casa dell’Ajax. In questi 16 anni hanno spesso giocato un calcio molto bello e schierato giocatori formidabili senza mai riuscire a interrompere questo digiuno. Qualche nome? Modric, Bale, Kane. Ad oggi, probabilmente, uno dei più forti giocatori della storia di questo gioco a non aver mai vinto un trofeo. Insomma, questo senso di incompiutezza quasi letterario sembra ormai connaturato al club del 'cockerel' del nord di Londra. Non stupisce allora che nello scorso campionato dopo una folgorante e inattesa partenza, primo con 26 punti dopo dieci giornate, il Tottenham targato Postecoglu sia evaporato nei mesi successivi. Tutto iniziò con un fragoroso 1-4 in casa contro il Chelsea di quasi un anno fa: partita aperta dal gol del vantaggio di Kulusevski dopo 6’ e terminata in nove dopo le espulsioni di Romero e Udogie. Senza dimenticare gli infortuni di Maddison e Van de Ven. il successivo 2-1 subito in casa dei Wolves aprì la strada ad una stagione di rimpianti conclusa al quinto posto con relativa qualificazione in Europa League. Il Tottenham di questo campionato, invece, non riesce a scendere da una folle altalena di risultati. Unico pareggio alla prima giornata: 1-1 in casa del Leicester dopo essere andati in vantaggio e aver dominato – senza concretizzare – per circa un’ora. Molto Spursy. Appunto. Poi un continuo saliscendi: 5 vittorie e 5 sconfitte. Mai più di due vittorie di fila. Tante occasioni sprecate: su tutte il clamoroso 3-2 subito in casa del Brighton dopo essere andati avanti sul 2-0 e aver sprecato molto in attacco. Quei tre gol subiti in 18’ da Minteh, Rutter e Welbeck spiegano bene la fragilità di questa squadra. Un difetto di fabbrica che Postecoglou sta provando a riparare. Per ora senza ottenere risultati. La squadra è spesso bella da vedere, ma in difesa è poco solida: un solo clean sheet nelle ultime nove di campionato. Ottenuto per altro in una partita giocata per oltre un tempo in superiorità numerica per un’espulsione ingiusta di Bruno Fernandes – tanto che dopo l’appello la conseguente squalifica del portoghese fu cancellata. La squadra gioca un calcio offensivo: pressing e linee alte, grande capacità di riconquistare il pallone nell’ultimo terzo di campo. In questo è perfetto Solanke: tre gol nelle ultime tre partite e miglior giocatore della Premier League per azioni di pressing effettuate nell’ultimo terzo di campo. Insomma un centravanti ad immagine e somiglianza del calcio che vuole Postecoglou. La difesa, però, non sembra sostenere questo tipo di calcio. O meglio, dà la sensazione di poterlo fare solo quando in campo c’è il miglior Van de Ven. L’ olandese - il migliore nella scorsa edizione della Premier League per velocità massima raggiunta in campo: 37.38 km/h – è l’unico che con i suoi recuperi sembra permettere alla squadra di giocare un calcio così spregiudicato. I numeri confermano. C’è un Tottenham con lui e un Tottenham senza di lui: i gol subiti a partita salgono da 1.4 a 1.78, i punti conquistati a partita scendono da 1.8 a 1.35. Van de Ven era ancora fuori per infortunio contro l’Ipswich, ma dovrebbe tornare dopo la sosta. Postecoglou, comunque, stava già provando a correre ai ripari puntando su un centrocampo più equilibrato. E dopo aver impostato Kulusevski da mezzala destra per permettere a Johnson di diventare titolare da esterno destro d’attacco ha optato per il sacrificio di Maddison. Al numero dieci – sempre titolare nelle prime nove di campionato – contro Villa e Ipswich è stato preferito Pape Sarr da mezzala sinistra. Con Bentancur centrale di centrocampo nel 4-3-3. Il calo di forma di Maddison, evanescente nelle ultime cinque partite coppe comprese, è evidente malgrado il bel gol su punizione contro l’Aston Villa. L’appannamento di Maddison si incrocia con le condizioni non esaltanti di Son. Le tre partite disputate dopo l’ultimo infortunio hanno mostrato un giocatore che riesce a incidere solo per 45’. Forse è solo questione di tempo, ma per Postecoglou è l’ennesimo problema da risolvere in un momento nel quale in attacco sono già fuori per infortunio Richarlison e Odobert. Mickey Moore e Will Lankshear – a segno, ma anche espulso nella sconfitta in casa del Galatasaray – sono due eccitanti promesse per il futuro. Ma in quanto tali hanno bisogno di tempo. Gli Spurs, insomma, sono una squadra temibile per valori assoluti ed enormi potenzialità. E a tratti sanno essere travolgenti come nella rimonta contro l’Aston Villa da 0-1 a 4-1. Una delle otto vittorie casalinghe da posizione di svantaggio in Premier League nell’anno solare 2024. La Roma è avvertita. Ma il Tottenham resta una squadra ancora molto 'spursy'. Pure troppo. E non solo non perfetta. Ma, ad oggi, come spiega la sconfitta contro l’Ipswich, anche molto lontana dall’esserlo.