Sognando Salah, il campione col libro in valigia

Ho fatto un sogno. Un Dassaun Falcon 100 atterrava nello scalo privato di Linate. Dalle sue scalette scendeva un viso conosciuto, con i suoi riccioli scuri al vento e quel sorriso furbo che sprigiona ogni volta che la sua palla a giro si infila sul secondo palo, alla destra del portiere: quella faccia lì, meravigliosamente malefica. Era proprio lui, Mohamed Salah, trolley in una mano, libro nell’altra, raggiante come il sole di fine giugno che lo accoglieva sulla pista. Non tornava in Italia per una vacanza. Non tornava per un po’ di shopping milanese prima di spostarsi a Firenze e Roma per rivedere vecchi amici. Tornava per restare, per giocare in serie A i prossimi tre campionati: finire una mirabolante carriera là dove l’aveva rilanciata nel 2015. Che bel sogno. Poi la sveglia è suonata, la giornata è iniziata e da qualche parte ho letto che il Barcellona sta declinando in catalano le mie stesse fantasie e, al contrario di me, potrebbe riuscire a trasformarle in realtà. Fino ad allora nulla mi vieta di continuare a sperare di rivedere Momo Salah giocare di nuovo nel nostro campionato, liberare il suo talento sui nostri prati, sperando che in quel caso non alzi mai gli occhi alle tribune, perché il confronto tra stadi potrebbe farlo pentire. Dal 1° gennaio uno dei giocatori più belli e più decisivi degli ultimi anni sarà libero di firmare un precontratto con un club che non sia il Liverpool, la squadra con cui ha vinto la Champions League nel 2019, la Premier nel 2020 e svariati altri premi, ma con la quale non ha ancora trovato un accordo per il rinnovo che giocatore e club vogliono, ma per il quale non sembrano disposti a fare un sacrificio. In Inghilterra scrivono che una cifra pari a 350 mila sterline a settimana, più di 420 mila euro, ovvero quello che guadagna attualmente, se garantito per altri due anni potrebbe non essere abbastanza. Forse lo sarebbe per tre stagioni, forse no. Chissà. La trattativa non è semplice anche perché l’attaccante condivide la condizione di giocatore in scadenza con altri due pezzi grossi dei Reds come Van Dijk e Alexander-Arnold. Salah rischia di essere un clamoroso, e comunque costoso, parametro zero a disposizione: perché accontentare le sue richieste deve essere complicatissimo, altrimenti non staremmo qui a ragionare su ogni possibile epilogo di questa storia. Non ci sono ragioni tecniche perché il Liverpool non prolunghi il suo contratto: Salah è uno dei pochissimi calciatori in doppia doppia con il club, doppia cifra di gol e doppia cifra di assist. Insieme a lui quello che tutti considerano il suo erede non solo in Nazionale, Omar Marmoush, egiziano dell’Eintracht Francoforte, e Raphinha del Barcellona, potenziale suo prossimo compagno , l’ala sinistra di una squadra che però a destra non sembra aver bisogno dell’egiziano, visto che schiera il piccolo e immenso Lamine Yamal. Quindi c’è un sottile pertugio in cui far passare il mio sogno? Se i dubbi di Momo sono esclusivamente economici, l’Italia sparisce dal suo mappamondo. Se invece fossero professionali, o meglio ancora esistenziali, ecco che il nostro ‘stivale’ ai suoi occhi potrebbe tornare ad avere la forma di uno scarpino con i tacchetti. E visto che è un gioco immaginarlo in Serie A, giochiamo. L’Inter dovrebbe cambiare sistema per fargli spazio, opzione che per qualcuno Inzaghi dovrebbe prendere in considerazione a prescindere l’anno prossimo: così, per rinnovarsi un po’. E allora quale miglior incentivo all’innovazione se non Salah? Il Milan invece non dovrebbe neppure variare modulo, piuttosto liberare una parte del monte ingaggi, magari rinunciando all’esoso Leao per un esterno il cui potenziale non è un mistero e non lo era neppure all’età del portoghese, quando arrivò in Premier dopo una brillante stagione alla Roma. La Juventus preferisce i giovanotti e in quel ruolo ne ha due davvero brillanti, Weah e Conceiçao, ma come ci starebbe bene un illustre maestro a indicar loro la strada che dalla fascia conduce alla porta? Per non parlare di cosa potrebbe fare Gasperini con un Salah tra le mani: meglio non pensarci. A Firenze non si è lasciato bene, per la Lazio c’è un po’ troppo giallorosso nel suo passato. E la Roma? Con un futuro tutto da disegnare non saremo certo noi a vietare di sognare, almeno per un po’, sino a quando una breaking news di Sky Sport non ci farà sentire degli ingenui, e forse ridicoli, illusi. Nel frattempo, in questo fine settimana in cui Momo non si è aggregato alla Nazionale egiziana perché il nuovo commissario tecnico Hossam El-Badry in questo periodo ha deciso di lascialo a riposo, non è stato a casa a meditare sul proprio futuro. Con un volo, probabilmente privato come nel sogno, si è spostato da Liverpool a Sharjah per la 43esima Fiera Internazionale del Libro 2024, da dove sul palco ha condiviso il suo amore per la lettura. “Il 90% del mio successo deriva dalla conoscenza che ho acquisito attraverso i libri. La lettura ha catalizzato la mia evoluzione personale e lo sviluppo professionale”. E noi che pensavamo fosse merito della palestra in cui non si risparmia ogni giorno. “Dopo aver lasciato il Chelsea mi sono immerso profondamente nella lettura, che ha acceso in me la curiosità di capire come le persone raggiungano il successo. Mia moglie ed io diamo priorità alla lettura nell'educazione delle nostre due figlie. La nostra biblioteca include libri sia in arabo che in inglese, con un focus significativo sulla psicologia”, prima di concludere così questo messaggio potente e prezioso per tanti ragazzi: “Porto sempre un libro nella mia borsa e mi impegno a leggere ogni sera, prima di andare a letto”. Ecco perché nel sogno era apparso sulle scalette dell’aereo con un libro in mano, almeno quel dettaglio non era tanto distante dalla realtà. Ma dov’è Sharjah esattamente? Andiamo a controllare. Attenzione. Emirati Arabi Uniti. Ops, uno di quei posti che 350 mila sterline alla settimana, anzi al giorno, se li potrebbe permettere. Siamo certi che sia andato lì per la Fiera del libro e non per altro? Non ci resta che metterci a dormire con il dubbio sperando, almeno nei sogni, di rivedere Momo che una volta sceso dall’aereo si rinfranchi mangiando un piatto di spaghetti e a chi gli porta un espresso al tavolo risponda, in un italiano fluente: “Grazie, non vedevo l’ora di tornare”.

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