Break scudetto: Juve pronta a spaccare la stagione
Serie AAllegri ha ammesso che per la sua squadra è giunto il momento di "spaccare il campionato". Negli ultimi anni, le fughe decisive dei bianconeri sono cominciate proprio in questo periodo: ecco studio e analisi dei precedenti
"Ci sono momenti in cui serve spaccare la stagione in due". Dopo la vittoria di domenica scorsa contro la Lazio, Massimiliano Allegri ha giustificato in questo modo la Juve a trazione anteriore con quattro attaccanti più Pjanic. L’allenatore bianconero sa che questo è, storicamente, un momento fondamentale per chi vuole cucirsi sul petto lo scudetto. Il dominio bianconero degli ultimi 5 anni, infatti, è stato spesso costruito tra la 20esima e la 30esima giornata. Ecco lo studio dei precedenti alla vigilia del match con il Sassuolo.
2011-12
Cominciamo subito dall’eccezione, quello che da tutti viene ricordato per il campionato del gol-non gol di Muntari, deciso al fotofinish. Il Milan arriva alla 30esima giornata con 2 lunghezze di vantaggio sulla Juve (64-62). Il sorpasso arriva nel turno seguente, quando i rossoneri cedono in casa alla Fiorentina 2-1 (gol decisivo dell’ex bianconero Amauri) e la banda di Conte espugna Palermo 2-0. Da quel momento, la Juve lascia per strada appena 2 punti (1-1 allo Stadium con il Lecce alla 36esima) contro gli 8 del Milan, conquistando il tricolore al penultimo turno grazie alla vittoria con il Cagliari (2-0) e al contemporaneo sgambetto dell’Inter nel derby (4-2 firmato da una tripletta di Milito). Finisce 84-80 per i bianconeri.
2012-13
I campioni d’Italia in carica non riescono a staccarsi di dosso il Napoli, che alla 23esima è incollato alla targa di Pirlo e compagni (52-49). Se quella Juventus di Conte non vola nei 5 turni successivi, conquistando 10 punti (3 vittorie, un ko a Roma e un pari), gli uomini di Mazzarri affondano: quattro pareggi (tra cui lo scontro diretto del San Paolo del 1° marzo terminato 1-1) e una sconfitta nel 28esimo turno contro il Chievo, spaccano in due il torneo (+9 in classifica, 62-53). Il break di quel campionato arriva dunque più per demerito degli avversari che per merito dei bianconeri, che chiuderanno avanti 87-78 sugli azzurri: nove punti, guadagnati fondamentalmente tra febbraio e marzo.
2013-14
Carlitos Tevez, con il gol che decide il derby di Torino, regala alla Juventus 6 punti di vantaggio sulla Roma (66-60), rientrata solo temporaneamente a tiro di schioppo grazie al successo nell’anticipo della 25esima giornata con il Bologna. L’ultima creatura di Conte ‘ammazza’ il campionato nei tre turni successivi, inanellando altrettante vittorie (Milan e Genoa in trasferta, Fiorentina in casa, con 4 gol fatti e 0 subiti) e sfruttando il crollo della squadra di Garcia, che pareggia con l’Inter all’Olimpico e perde di misura con il Napoli. In un amen, la Juve schizza a +11 (75-64): i giallorossi chiuderanno secondi a quota 85 dietro alla quota record di 102 toccata in quella stagione irripetibile (33 vinte, 3 pari e 2 ko) dai campioni d’Italia.
2014-15
La Juve di Allegri arriva al primo turno dell’anno con 3 lunghezze di vantaggio sulla Roma (43-40). Dalla 19esima alla 26esima giornata, i bianconeri cambiano decisamente marcia: cinque vittorie e tre pareggi, per un totale di 18 punti in 9 partite, creano il solco. I giallorossi di Garcia non tengono il passo con la rivale: pur non perdendo mai, racimolano la miseria di 10 punti, complici i troppi pareggi (7, contro Palermo, Fiorentina, Empoli, Parma, Verona, Chievo e nello scontro diretto con i campioni d’Italia) e al 9 marzo il divario è 61-50. A fine torneo, pur con la finale di Champions in cantiere, il distacco aumenta in favore della Juve fino all’87-70 finale.
2015-16
Il break scudetto dell’ultimo torneo ha un nome e un cognome: Simone Zaza. 13 febbraio 2016, 88’ di Juve-Napoli. Il centravanti della Juve segna il suo quarto gol in campionato, sicuramente il più importante della carriera. I bianconeri, che alla 24esima giornata inseguivano la squadra di Sarri (54-56), mettono la freccia e non si fermano più. Da lì ad aprile, l’undici di Allegri lascia per strada appena 2 punti in 8 gare (saranno 10 vittorie consecutive dopo il pari contro il Bologna) e si ritrova al 33esimo turno a quota 79 contro i 70 del Napoli, che non riesce a tenere il ritmo indiavolato dei campioni d’Italia. Quattro vittorie, due pareggi e altrettante sconfitte (31esima giornata con l’Udinese e 33esima con l’Inter) producono un bottino di 14 punti contro i 23 della Juve che condannano Hamsik e compagni al secondo posto. Le 9 lunghezze di divario a fine torneo (91-82) si spiegano così: ecco perché Allegri vuole spaccare adesso la stagione.