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Deferimento Agnelli, le motivazioni

Serie A
Andrea Agnelli e John Elkann (foto Lapresse)

La Procura della Figc accusa il presidente della Juventus di non aver impedito "a tesserati del club d'intrattenere rapporti costanti e duraturi con gli ultrà", avendo "partecipato personalmente a incontri con esponenti della malavita organizzata". John Elkann: “Ho fiducia nell'operato di mio cugino”

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Andrea Agnelli è stato deferito dalla Procura federale per non aver impedito "a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i gruppi ultras, anche per il tramite e il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata". E ha "partecipato personalmente. in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata".
Con queste motivazioni la Procura Federale ha deferito il presidente del club bianconero Andrea Agnelli, e con lui l'ex dirigente Francesco Calvo, il security manager Alessandro D'Angelo e il manager della biglietteria Stefano Merulla e la stessa società, "per responsabilità diretta".

Biglietti e bagarinaggio - Andrea Agnelli, si legge nelle motivazioni, è stato deferito "per la violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità e dell'obbligo di osservanza delle norme e degli atti federali, perché, nel periodo che va dalla stagione sportiva 2011-2012 a quantomeno tutta la stagione sportiva 2015-2016, con il dichiarato intento di mantenere l'ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi ultras al fine di evitare alla Società da lui presieduta pesanti e ricorrenti ammende e/o sanzioni di natura sportiva, non impediva a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti 'gruppi ultras', anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura agli stessi di dotazioni di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, anche a credito e senza previa presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, così violando disposizioni di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio".

Il derby Juve-Torino -
La Procura contesta ad Agnelli di aver "partecipato personalmente, inoltre, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ultras, assecondando, in occasione della gara Juventus-Torino del 23 febbraio 2014, l'introduzione all'interno dell'impianto sportivo, ad opera dell'addetto alla sicurezza della società, D'Angelo, di materiale pirotecnico vietato e di striscioni rappresentanti contenuti non consentiti al fine di compiacere e acquisire la benevolenza dei tifosi ultrà. Insieme al presidente della Juventus, sono stati deferiti Francesco Calvo, all'epoca dei fatti tesserato quale dirigente direttore commerciale del club, Alessandro Nicola D'Angelo, all'epoca dei fatti dipendente addetto alla sicurezza (security manager) e Stefano Merulla, all'epoca dipendente responsabile del ticket office della Juventus. Ai tre viene contestato il fatto di aver intrattenuto rapporti con i gruppi ultras "e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata".

Elkann: "Andrea resterà alla guida" - "Sono certo che la piena disponibilità della Juventus a collaborare con la giustizia farà emergere la totale estraneità della Società agli addebiti mossi". Lo afferma John Elkann, presidente di Exor, holding della famiglia Agnelli proprietaria della Juventus. "Desidero ribadire la mia totale fiducia - sottolinea - nell'operato di mio cugino Andrea, che ha guidato la Società e il suo gruppo dirigente fino ad oggi, e che continuerà a farlo anche in futuro".