Juventus o Roma? Crotone giudice per lo Scudetto
Serie AImbattuti da 7 turni con 17 punti all'attivo, intervallo da primato in Serie A, i calabresi inseguono la salvezza allo Stadium pronto per il 6° titolo di fila. Un legame storico con la Juve e con i giallorossi dai tanti talenti concessi. E in squadra c'è Rosi, già avversario dell'Inter campione d'Italia a Siena nel 2010
“Non partiamo sconfitti con la Juve, altrimenti non ci imbarcheremmo neppure sull’aereo”. Parola di Gianni Vrenna, presidente del Crotone e fratello del dimissionario Raffaele, atteso allo Stadium dalla sfida che vale una stagione ai due poli della classifica. “Abbiamo riaperto la lotta salvezza e il discorso Scudetto, siamo orgogliosi. Facciamo la corsa solo su noi stessi e abbiamo una piccola speranza”. Già, vuoi per il calendario fitto dei bianconeri dal triplice obiettivo oppure per la clamorosa escalation calabrese, certo è che la banda Nicola vuole l’impresa nel fortino della Juventus imbattuto dall’agosto 2015 (1-0 dell’Udinese) seppure guastato dal Torino nella serie di 33 vittorie consecutive in Serie A. Insomma, sognare non è vietato.
ALL'ULTIMA SPIAGGIA
Ben prima che la scena invocasse la Madonna di Capocolonna, lo scorso 25 marzo Nicola portò la squadra ad allenarsi sulla sabbia bianca di Steccato di Cutro. Sole accecante e 20 gradi all’ombra, esercizi e beach soccer. Il ritardo dall’Empoli quartultimo (8 lunghezze) accostava i calabresi al ritorno in B dopo la festa dello Scida lontana meno di un anno fa. Tuttavia pochi giorni dopo il Crotone decolla dalla trasferta al Bentegodi: 7 gare senza ko, 17 punti all’attivo come lo scatenato Napoli a caccia del 2° posto.
È invece il treno salvezza nel mirino dei rossoblù sulle tracce di Empoli e Genoa, tuttavia numeri alla mano i calabresi da aprile tengono testa alle big d’Europa come Chelsea (18 punti) e Bayern Monaco (17), entrambe con una partita in più. L’intervallo degli ultimi 50 giorni in Serie A consegna invece un bottino di 12 punti alla Juventus senza gioie dal poker al Genoa, frenata che ha vanificato due match point per il 6° Scudetto di fila, quello della leggenda. E pensare che la squadra di Nicola aveva raccolto solo 14 punti nelle precedenti 29 giornate, bottino esaltato dallo scatenato Falcinelli (12 gol personali) e dalla fame di un gruppo encomiabile per carattere e risorse mentali.
FEUDO BIANCONERO
Ecco quindi che la parabola del Crotone incontra le due ultime fatiche in stagione, ovvero le finaliste di Coppa Italia. Domenica 28 la Lazio certa dell’Europa League farà tappa allo Scida non prima della trasferta rossoblù allo Stadium, bunker senza festa in caso di vittoria come già annunciato dalla società bianconera. Sarà il secondo confronto a Torino tra i calabresi e la Juventus, vittoriosa 5-0 nel precedente del 2007 allo Stadio Olimpico con tris di Del Piero: destini agli antipodi a giugno con la promozione in A della squadra di Deschamps e retrocessione in C1 per il Crotone di Carboni. Binari piuttosto paralleli sull’asse Torino-Crotone in termini di passione sportiva e intrecci di mercato, trasferimenti votati ai tanti giovani sbocciati nella culla di Pitagora.
Se i primi gioielli concessi da Vinovo ad inizio millennio furono Aronica, Ametrano e Sculli con il breve interregno di Cabrini in panchina, il triennio di Gian Piero Gasperini in Calabria propiziò l’arrivo di giovani da lui allenati nella Primavera bianconera: Gastaldello e Paro i precursori con la promozione in B prima dei vari Mirante e Konko, Nocerino e Guzman oltre all’uzbeko Zeytullayev e all’ex Maietta. L’approdo di Gasp al Genoa interrompe i prestiti tra le due società fino ai più recenti Daud, Padovan e Pol Garcia. Chi sbocciò nel vivaio della Juventus è pure Palladino, leader nella promozione e nell’impatto del Crotone con la Serie A prima del passaggio invernale al Genoa. Ex Grifone è invece Davide Nicola, allenatore della riscossa nonché torinese dal cuore granata. Crotone enclave bianconero, quindi, ma non senza eccezioni.
CROTONE GIALLOROSSA
Un legame storico con la Juventus da oltre 15 anni, amicizia che accosta tuttavia i calabresi pure alla Roma prima inseguitrice dei bianconeri dopo lo scontro diretto vinto all’Olimpico. L’alleanza va attribuita al lavoro di Peppe Ursino, autentico deus ex machina sullo Ionio dal 1995, e la fiducia concessa dai giallorossi in materia di talenti da svezzare verso il grande calcio. Da Trigoria fu Crescenzi il primo ad irrompere allo Scida, impianto felice l’anno seguente anche per Pettinari e soprattutto Alessandro Florenzi: 35 presenze e ben 11 gol nell’11° posto dei rossoblù con Drago. Una tappa fondamentale per la crescita tecnica e formativa dell’allora 20enne centrocampista prodotto dal vivaio, che da Crotone getterà le basi come giocatore totale e smaliziato nelle diverse zone del campo.
Davvero sincera la riconoscenza di Florenzi alla società di Vrenna che ha gettato le basi per la storica promozione in Serie A attraverso tre romanisti maturati nella Primavera: i rumeni Balasa e Stoian (allora a metà tra il Chievo e i giallorossi) oltre a Federico Ricci, 11 reti a regalare la festa di una città intera sulle note di Rino Gaetano. Tifoso d’eccezione dall’ospedale nell’ultima sfida casalinga contro l’Udinese, solo Adrian Stoian unisce Roma e Crotone nella rosa allestita dal club per affrontare la stagione 2016/17 eccezion fatta per Aleandro Rosi. Romano e giallorosso, 13 anni tra settore giovanile e prima squadra per l’esterno 30enne al servizio di Davide Nicola. Allo Stadium non sarà la prima volta a dividerlo tra presente e un passato legato alla casa madre votata allo Scudetto: in prestito a Siena nel 2010, ultimo ostacolo dell’Inter verso il titolo con Mourinho, Rosi disputò 90’ ad alta intensità nonostante l’aritmetica retrocessione toscana a spingere gli ex compagni della Roma, vittoriosi 2-0 contro il Chievo. Ci pensò Milito a mantenere la rivale lontana 2 lunghezze al traguardo del campionato.
Oggi come allora il pensiero è d’obbligo: chissà se Rosi giocherà per due tra lo slancio salvezza del Crotone e le speranze di rimonta al titolo della “sua” Roma. In attesa delle celebrazioni santissime per la Madonna di Capocolonna, omaggio che prevede la processione del sabato e i fuochi d’artificio domenica sera, la squadra ha più volte reso visita in stagione al santuario della Vergine. “Ma non chiediamo alla Madonna di rimanere in A. Non è giusto scomodarla per il calcio, ecco”, ha specificato Vrenna. Tra sacro e profano non dimentichiamo il voto in caso di salvezza promesso da Davide Nicola, pronto a tornare in bici dalla Calabria a Torino. Il biglietto aereo per il suo ritorno a Crotone è già tra le mani del presidente, lui che d'imbarcarsi sul volo verso lo Stadium non vede l’ora.