Tattica da scudetto: le mosse vincenti di Allegri

Serie A

Vanni Spinella

Difesa a 3 e a 4, tridente, rombo, albero di Natale... fino alle "5 stelle". Per l'allenatore bianconero è stata una stagione di grandi sperimentazioni tattiche, fino all'intuizione che ha reso invincibile la "nuova" Juve

Si dice che il grande allenatore sia quello che riesce a creare su misura il modulo per la sua squadra, adattando la tattica agli uomini a disposizione, e non viceversa. Nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno, Allegri ha dimostrato una volta di più di essere un grande allenatore. Perché la sua Juventus probabilmente avrebbe vinto schierata con qualsiasi modulo, ma lui ha il grande merito di aver trovato quello che le calza a pennello. Ci è arrivato sperimentando e svariando: difesa a 3 e a 4, tridente, rombo, albero di Natale… fino alle 5 stelle. Tutto nel corso di un’unica stagione.

Dal 3-5-2 alle "5 stelle"

Chiuso il calciomercato estivo, la Juventus ripartiva da una certezza, la solidità difensiva della sua (B)BBC, e ci aggiungeva il genio e i gol dei due grandi colpi, Pjanic e Higuain. Sulla carta un 3-5-2 in cui l’ex romanista fa la mezzala, con Allegri che si ripromette però di spostarlo presto sulla trequarti, per vedere l’effetto che fa. Ne fanno le spese soprattutto Mandzukic e Cuadrado, troppo poche le caselle a disposizione per gli attaccanti, in un sistema del genere, per poter insidiare il posto di Higuain e Dybala.

La virtù di Allegri sta nel non arrendersi, cercando una soluzione per far coesistere tutte le sue stelle d’attacco senza perdere equilibrio. Un paio di slittamenti degli esterni, chiamati a proiettarsi in avanti prendendo la rincorsa, il “sacrificio” della B di Barzagli (che diventa prezioso a gara in corso per blindare la difesa o nelle rotazioni che i tanti impegni impongono) e l’addestramento del “soldato” Mario rendono il tutto possibile. Mandzukic corre (spesso più di tutti, chilometri alla mano), rientra, lotta, “si fa la fascia”, come si dice nel gergo; Cuadrado spacca le difese sfruttando il suo micidiale uno contro uno; Dybala crea e conclude partendo da una zona solitamente meno presidiata dai marcatori avversari; Higuain fa i gol. Era semplice, no?

A sinistra la Juventus "sulla carta" dopo il mercato estivo; a destra quella di oggi, ridisegnata da Allegri al termine di diversi esperimenti

Higuain? Alla prima era in panca

Le prime Juventus stagionali, come detto, scendono in campo con il 3-5-2, con i “big” centellinati. Pochi forse ricordano che alla prima giornata contro la Fiorentina (vedi il "campetto" a sinistra, nell'immagine), dei 5 nuovi acquisti – Higuain, Pjanic, Pjaca, Benatia, Dani Alves –, solo il brasiliano ex-Barça parte titolare dal 1’. Allegri porta accanto a sé in panchina 145 milioni e nell’ultima mezz’ora dà spazio solo a Higuain, che peraltro gli risolve la partita nel giro di 9’, nonostante non fosse ancora al top della forma: prima magia di Max o colpo di fortuna?

Nella prima parte di campionato trova spesso spazio Lemina, in attesa che Marchisio recuperi pienamente dal suo infortunio e che Pjanic (anche lui inizialmente fuori per precauzione) trovi la posizione. Contro l’Inter (campetto a destra) all'andata (quarta giornata, 2-1 per i nerazzurri), ad esempio, viene provato come play. In attacco il tandem varia spesso e si vedono tutte le combinazioni possibili. Allegri sta sperimentando…

Duttilità in fascia

La mente del mister è perennemente al lavoro, stimolata dalla moltitudine di varianti che il materiale a disposizione consente. Tra gli esperimenti c’è anche quello del 4-4-2, classico contro l’Udinese o con il rombo contro il Lione, in Champions. Meritano una menzione giocatori come Alex Sandro, Asamoah o Lichtsteiner, capaci di giocare a diverse latitudini della fascia garantendo sempre prestazioni di livello, e permettendo dunque ad Allegri di “impastare”.

L'importanza di sbagliare

E poi ci sono un paio di tentativi testimoni della volontà di Allegri di creare qualcosa di nuovo. Contro il Chievo, alla 12.a giornata (2-1 sudato), si vede il tridente puro, mentre contro il Genoa (14.a giornata) il 3-5-2 “classico” presenta la novità di Cuadrado schierato di punta accanto a Mandzukic. La sconfitta contro il Cholito e compagni (3-1) porterà Allegri a un rapido ripensamento. A proposito della capacità di imparare, soprattutto dagli errori.

Prove sulla trequarti

L’idea di sfruttare i piedi buoni di Pjanic il più vicino possibile all’area avversaria, però, continua a stuzzicare Allegri, che non si fa mancare un paio di Juve con il trequartista. Contro l’Atalanta (15.a giornata, vittoria per 3 a 1), quel posto è occupato proprio dal bosniaco, mentre contro il Bologna (19.a giornata, 3-0) la casella si sdoppia. E' l'8 gennaio, e mentre tutti gli italiani si apprestano a riporre in solaio l'albero di Natale, Allegri rispolvera quello ancelottiano.

Il battesimo delle 5 stelle

E veniamo al giorno della rivoluzione. Dopo un girone di esperimenti (senza rimetterci, visto che nonostante Allegri si diverta a sperimentare la Juve fila via senza intoppi), l’illuminazione del 22 gennaio. Contro la Lazio si vede per la prima volta quello che viene presto ribattezzato “modulo a 5 stelle”, aggiustato nella sua versione deluxe contro il Barcellona, quando si vede l’undici-tipo bianconero nella sua nuova disposizione. Uno di quegli “undici” che tra qualche anno potremmo ritrovarci a sciorinare a mo’ di filastrocca, come si fa con le squadre da leggenda.