Roma, Perotti: "La 10 mi piacerebbe ma è di Totti. Radja via? Scherza"
Serie AL'argentino in conferenza stampa dal ritiro di Pinzolo: "Chiedere la 10 sarebbe una mancanza di rispetto. Con Di Francesco crescerò, le frasi di Nainggolan su Instagram non sono da prendere sul serio: è uno scherzo"
C’è la sua firma, sul secondo posto. Quel gol, come fosse un romanzo: a tempo scaduto, alla sua ex squadra. Diego Perotti e la sua Roma ripartono da quella prodezza. L’argentino è uno dei calciatori più in forma in questi primi giorni di ritiro a Pinzolo. "Penso che tutti stiamo lavorando molto bene, Di Francesco ci sta facendo capire ciò che vuole e i preparatori atletici ci stanno facendo sudare molto. Mi stanno piacendo molto anche i giovani che sono aggregati alla prima squadra" ha detto il giocatore in conferenza stampa. Con il nuovo allenatore, cambierà sicuramente anche la posizione in campo di Perotti, che ha spiegato le richieste ricevute: "Il mister mi chiede di non essere sempre aperto, a me piace prendere palla e andare uno contro uno contro la linea schierata. Mi chiede anche di prendere la palla tra le linee, di giocare vicino all’attaccante e penso che questo mi possa far crescere. Fino ad ora so che gli allenamenti sono molto intensi e incentrati sulla tecnica. Di Francesco è un allenatore offensivo, gli piace molto attaccare con gli esterni alti. Dal punto di vista dell’intensità è simile a quella che avevamo con Spalletti".
"Conosco Monchi, farà una squadra forte"
Il calciomercato della Roma è stato caratterizzato dall’arrivo di Karsdorp e Pellegrini ma soprattutto dall’addio di diverse pedine fondamentali. Perotti però non è turbato, anzi: "Monchi lo conosco bene, a Siviglia ha fatto tanti acquisti incredibili, giocatori che non erano conosciuti e li ha resi importanti, rivendendoli a prezzi molto più alti. Io ho fiducia in lui, servirà del tempo e so che Roma è diversa rispetto a Siviglia, che non ha voglia di aspettare, ma se gli si dà un po’ di tempo farà una rosa competitiva e importante per quest’anno. So che farà gli acquisti giusti". Dopo lo scambio di battute su Instagram, con le frasi sibilline di Salah e Nainggolan, l’argentino ha voluto smorzare ogni tipo di preoccupazione: "Sono battute, scherzi nostri. Non possiamo prendere ogni cosa come un dramma. Monchi è arrivato qui da poco, gli va dato tempo e comunque per chiudere il mercato ci vorrà tempo. Abbiamo la Champions quest’anno e dobbiamo avere una rosa forte, penso che lui la farà e infatti noi siamo tranquilli, anche perché la squadra ha già una buona base".
Il rammarico dei punti persi
Quindi, il ritorno con la mente alla rete decisiva contro il Genoa. "Sono consapevole ciò che rappresenta arrivare in Champions. Mi successe anche in Siviglia, che un mio gol a tempo scaduto fu decisivo per il terzo posto. Penso che l’anno sia stato positivo, ma potevamo almeno vincere la Coppa Italia e arrivare in finale di Europa League, mentre stavamo rischiando di non arrivare nemmeno secondi. Quindi, direi che la stagione è positiva ma che si poteva far di più" ha analizzato Perotti. Che comunque vede un percorso di miglioramento: "Ci stiamo avvicinando alla Juve, il primo anno che venni qui chiudemmo a 10 punti, stavolta a 4. Non dobbiamo perdere punti con le squadre piccole, che si mettono dietro e sono ostiche: in queste situazioni la Juventus fa la differenza, non lascia punti anche quando trovano squadre che si chiudono o il campo non è buono. Non hanno vinto con molti gol di scarto ma hanno vinto molto. Io ricordo i pareggi con Cagliari ed Empoli e alla fine questi punti poi ti mancano, pesano in una stagione. Con El Shaarawy ho un ottimo rapporto anche se giochiamo nella stessa posizione, ha fatto molto bene nell’ultima parte di stagione. Essere in competizione è utile sia per me che per lui, perché richiede una concentrazione molto alta".
Il sogno nazionale resta
Il giocatore ha voluto tracciare anche un bilancio personale: dall’impiego in giallorosso all’attesa di una convocazione con la nazionale argentina. "Ho giocato abbastanza anche quando non sono stato più titolare, logicamente a tutti fa piacere giocare di più. Io penso prima alla squadra, che siano 90 minuti o 10 e penso di aver sempre dato il massimo quando sono stato chiamato in causa. Ora dobbiamo dimostrare al nuovo allenatore di meritare un posto in una squadra forte come la Roma. Avere il Mondiale tra un anno è una motivazione, però per chi non va da sei anni è difficile. Bauza mi aveva detto che mi avrebbe convocato e poi non l’ha più fatto. Io comunque resto concentrato sulla Roma, alla fine è dal lavoro fatto qui che passa un’eventuale convocazione. Però devo ammettere che ho meno speranze rispetto al passato, anche se quando cambia allenatore si fa un pensiero" ha confessato Perotti.
"Non mi chiamo Diego per Maradona. Ma la 10..."
Infine, un’analisi sullo stato del calcio italiano e alcune curiosità. "Credo che il calcio italiano stia tornando ricco di giocatori importanti e sarà un campionato più equilibrato. Rigorista? Non sono io, in realtà noi lo decidiamo al momento, non abbiamo un incarico assegnato di rigorista. Abbiamo una squadra capace di far gol anche su rigore. Non mi chiamo Diego per Maradona, ma mi piacerebbe indossare la 10. Ho sempre adorato i giocatori che la indossavano, ma quella maglia sarà sempre di Francesco e non so se qualcuno potrà mai indossarla. Io non lo chiederei mai, sarebbe una mancanza di rispetto" ha concluso.