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Inter-Milan, mai così diverse: è il derby degli opposti

Serie A

Domenico Motisi

Dai presidenti ai calciatori passando per i dirigenti e gli allenatori: in questo inizio di stagione, nerazzurri e rossoneri hanno in comune soltanto la città e lo stadio. Per il resto, sono due società che non potrebbero essere più agli antipodi 

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Si può essere "cugini", condividere la città e la "casa" ma risultare completamente diversi. Inter e Milan ne sono l’esempio più lampante: dai piani alti in società ai singoli calciatori che scendono in campo, ecco perché tantissimi protagonisti del derby meneghino, per un motivo o per un altro, hanno caratteristiche diametralmente opposte pur avendo lo stesso ruolo.

Zhang Jindong – Yonghong Li

Sono i due presidenti cinesi delle due squadre di Milano. Le analogie, però, si fermano qui. Dalle modalità di acquisizione dei rispettivi club fino all’ultimo mercato estivo non c’è nulla che accomuna Zhang Jindong e Yonghong Li. Il primo è diventato presidente dell’Inter un po' sorpresa dopo una trattativa che non si sa bene quanto sia durata ma che è rimasta top secret (quasi) fino al brindisi con Erick Thohir e il passaggio di consegne. Il secondo, invece, è stato protagonista di un closing infinito e mediatico che l’ha portato alla presidenza rossonera dopo mesi di negoziazioni sotto la luce dei riflettori. Anche sul mercato i due presidenti si sono mossi in maniera del tutto opposta: Yonghong Li ha finanziato una campagna acquisti faraonica che ha portato a Milanello 11 calciatori nuovi per una spesa totale che supera i 200 milioni di euro, Zhang Jindong - proprietario del gruppo Suning - ha dovuto fare i conti (nel vero senso della parola) con il fair play finanziario regalando a Spalletti "soltanto" quei calciatori funzionali al gioco dell’allenatore toscano e senza colpi clamorosi.

Sabatini - Mirabelli/Fassone

Con o senza finanziamenti cospicui da parte delle proprietà cinesi, i protagonisti del mercato di Inter e Milan sono Walter Sabatini, responsabile dell’area tecnica del gruppo Suning, e Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo dei rossoneri sempre affiancato dall’amministratore delegato Marco Fassone. Come già detto, budget diversi ma anche le strategie, le modalità con cui venivano trattati i giocatori e gli annunci dei nuovi arrivati sono apparsi del tutto opposti. Prima di passare alle “cose formali” con la firma in mondovisione da parte quasi tutti gli acquisti, la dirigenza del Milan – nelle persone di Fassone e Mirabelli – non ha mai nascosto gli obiettivi di mercato intavolando trattative alla luce del sole direttamente a Casa Milan. Al contrario, Walter Sabatini e tutta l’Inter hanno preferito mantenere sempre un profilo basso senza nessun annuncio spettacolare.

Spalletti - Montella 

Pochi punti in comune anche tra gli allenatori chiamati a vincere primo derby stagionale. Al di là del fattore esperienza, con Montella che è stato addirittura un giocatore di Spalletti alla Roma, il campano è già alla sua seconda stagione sulla panchina del Milan che ha riportato in Europa dopo diversi anni. Tuttavia, le grandi aspettative e l’entusiasmo travolgente di inizio stagione sembrano un po’ ridimensionati alla vigilia di questo match a cui i rossoneri arrivano con due sconfitte consecutive alle spalle. Non a caso sono iniziate a circolare le prime voci sui possibili sostituti di Montella costretto, per sua stessa ammissione, a raggiungere la qualificazione in Champions. Tutt’altro discorso per Spalletti, non che gli obiettivi dell'Inter siano diversi, ma perché l'allenatore è appena giunto in nerazzurro ed è già considerato il vero punto di forza della squadra. A differenza del collega rossonero, non è stato caricato da particolari pressioni: l’Inter è reduce da una stagione disastrosa e la campagna acquisti estiva non è apparsa altisonante come quella dei cugini. Il gioco non è ancora brillante come lo era a Roma ma i punti sono arrivati eccome. L'undici di Spalletti si presenta al derby con sette punti di vantaggio sul Milan e con la possibilità di andare al secondo posto alle spalle di un Napoli stratosferico.

Handanovic – Donnarumma 

Anche i due portieri che scenderanno in campo nel derby di Milano non potrebbero essere più diversi. A prescindere dalla differenza d’età (classe ’84 lo sloveno, ’99 il ragazzo di Castellammare di Stabia), Handanovic e Donnarumma arrivano a questo match dopo un’estate e un inizio di stagione che li ha visti protagonisti in maniera diametralmente opposta. Se Gigio è stato il “caso” del mercato con la telenovela rinnovo durata per due mesi interi, Handanovic non è mai stato oggetto attenzioni mediatiche durante la sessione estiva. Due modi opposti di avvicinarsi al campionato che forse hanno inciso anche sul rendimento: il numero 99 del Milan ha alternato buone prestazioni a partite insufficienti e lontane dagli standard dello scorso anno, il nerazzurro ha dimostrato di essere tra i più in forma in Serie A salvando i suoi i più di un’occasione.

Skriniar – Bonucci

Uno è un giovane slovacco classe ’95 arrivato dalla Sampdoria, l’altro è il titolare della nazionale italiana, è considerato uno dei centrali più forti al mondo ed è arrivato dalla Juventus per 42 milioni di euro risultando l’acquisto più oneroso del mercato italiano. Sulla carta, tra Skriniar e Bonucci il confronto è impari, ma siccome nel calcio la carta non conta, il campo (finora) ha detto tutt’altro. Il centrale dell’Inter è infatti la scoperta più lieta della squadra nerazzurra: sicuro, preciso e decisivo anche in area avversaria, è ormai un titolare fisso accanto a Miranda. Il neo capitano del Milan, invece, non è ancora riuscito a trovare il feeling e la leadership che l’avevano contraddistinto alla Juventus, il Bonucci ammirato negli ultimi sei anni in bianconero non s'è ancora visto con la maglia rossonera. Il derby può essere la partita del rilancio per uno e della consacrazione per l’altro. 

Icardi – André Silva

In comune hanno il numero di maglia e la capacità di andare in rete con grande regolarità. La differenza? Icardi segna soltanto in campionato, André Silva in Europa League e in nazionale. I sei gol stagionali dell’argentino, nonostante le recenti convocazioni e le tre presenze con la Selección, sono arrivati tutti con la maglia dell’Inter e tutti in Serie A (ma non poteva essere altrimenti visto che i nerazzurri non giocano in Europa e non hanno ancora esordito in Coppa Italia). Al contrario, l’attaccante portoghese arrivato questa estate per 38 milioni di euro ha già segnato sei gol in Europa League tra preliminari e fase a gironi più tre reti con la maglia della nazionale, ma ancora nessun centro in campionato. Del tutto diversi anche il modo di intendere il ruolo all’interno della squadra (Icardi è leader e capitano mentre André Silva contende a Kalinic e Cutrone il posto da titolare) e le caratteristiche tecniche visto che il numero nove dell’Inter è un maestro nell’attaccare la profondità invece il classe ’95 rossonero predilige giocare con la palla tra i piedi. 

Le sponde opposte del Naviglio

Ogni derby fa storia a sé, la bellezza di Inter-Milan sta proprio nel fatto che sfugge ad ogni logica e può succedere tutto e il contrario di tutto. Lo scorso anno, per rispettare la teoria degli opposti, il match d’andata lo pareggiò l’Inter a tempo scaduto con Perisic pronto a battere Donnarumma dopo un corner allo scadere. Al ritorno successe l’esatto contrario con Zapata che strappò un 2-2 ormai insperato per il Milan in pieno recupero sempre sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Difficile prevedere come finirà il primo derby della stagione in corso ma di certo c'è che le due sponde del naviglio oggi più che mai sono opposte in tutto e per tutto.