Milan (Skriniar) è uno dei punti di forza dell’Inter, Bonucci è uno dei punti inter…rogativi del Milan. Quante cose si sono capovolte da questa estate, quando la difesa interista lasciava perplessi e quella rossonera pareva sistemata
Uno si chiama Milan ma gioca nell’Inter; l’altro è partito dall’Inter ed è diventato capitano del Milan. Per entrambi sarà il primo derby di Milano e ci arrivano, se avevate ancora qualche dubbio, “a ruoli invertiti”. Nulla è come sembrava questa estate, quando l’acquisto di Milan Skriniar da parte dell’Inter sollevava solo perplessità, mentre l’approdo di Leonardo Bonucci in casa Milan generava un entusiasmo che da quelle parti non si vedeva da anni. Oggi Milan è uno dei punti di forza dell’Inter, mentre Leo è uno dei punti inter…rogativi del Milan.
Gigante all’altezza
Sarà all’altezza di una big? E come funzionerà la coppia con Miranda, che nell’ultima stagione è apparso in calo? Sono i dubbi degli scettici che hanno accompagnato Skriniar nel suo viaggio a Milano: slovacco classe ’95, che significa titolare nell’Inter a 22 anni e con appena un anno e mezzo, alla Sampdoria, di esperienza nel nostro campionato.
A proposito: a farlo esordire in A fu proprio l’attuale allenatore del Milan, all’epoca sulla panchina blucerchiata, Vincenzo Montella. Un predestinato? Mica tanto. Espulso alla sua terza partita, contro la Juventus, dopo 14’: finirà 5-0, anche per “colpa” sua. Poteva essere l’episodio che brucia una giovane carriera, sarà quello da cui ripartirà per una stagione, ancora in blucerchiato, che porta l’Inter sulle sue tracce.
Tutti i dubbi estivi sono stati spazzati via dopo 7 giornate: l’Inter ha la miglior difesa della Serie A (solo 3 gol subiti), Milan (inteso come Skriniar) è tra le rivelazioni del campionato con una delle medie-voto più alte e persino un gol all’attivo, il primo da quando è in Italia, fondamentale per sbloccare la partita contro il Crotone. Decisivo nelle due aree, dove fa valere il suo quasi-metro-e-novanta, anche Miranda sembra rigenerato da quando se l’è trovato accanto, come se la ricettività del giovane allievo avesse restituito la voglia di insegnare al professore. Tutto bene, da queste parti di Milano, dove in estate le certezze sembravano concentrate in attacco (i gol di Icardi, Perisic che resta, Candreva ideale per il gioco di Spalletti) e la difesa pareva il reparto più debole, e adesso le situazioni si sono capovolte.
Secondo in piedi da destra: Bonucci con la Primavera dell'Inter (2006/2007), club con cui ha anche esordito in Serie A
Quegli equilibri da spostare
Capovolto anche il mondo rossonero, con le sue certezze che in estate alloggiavano in difesa (il carisma di Bonucci, Donnarumma che resta) mentre l’attacco era la grande matassa da sbrogliare. Bonucci in particolare portava con sé 42 milioni di motivi per essere ottimisti: l’abitudine a vincere “imparata” alla Juventus, la capacità unica di guidare il reparto, quella di far ripartire l’azione come un regista arretrato. Tutte cose che portano il “Guardian” a definirlo l’acquisto più intelligente dell’ultima sessione di mercato. Dopo 7 giornate, però, papere ed errori sono più degli interventi che l’avevano reso una colonna, la media-voto è da studente ripetente, persino i lanci – pezzo forte del suo repertorio – non gli riescono più: media dei lanci positivi crollata da 0,58 a 0,14. E a risentirne è tutta la difesa rossonera, la nona della Serie A con 10 gol subiti.
I rispettivi momenti si sono ovviamente riflessi anche in nazionale, durante la pausa-pre-derby. E qui i loro mondi tornano a capovolgersi, di nuovo. Perché Skriniar, con la sua Slovacchia, gioca bene, vince, serve persino un assist (contro Malta), ma sarà tutto inutile: qualificazione al Mondiale sfumata. E poi c’è Bonucci, che non brilla nemmeno riportato in mezzo alla “sua” BBC, continua a sbagliare e ad attirare critiche: ma nel Mondiale ci spera ancora.