Giovedì 9 novembre l'amministratore delegato rossonero Marco Fassone incontrerà la Uefa a Nyon per discutere il voluntary agreement proposto dalla società: si tratta del piano volontario che, se accettato, permetterà al club di via Aldo Rossi di sistemare il bilancio senza incorrere nelle sanzioni previste dal massimo organo del calcio europeo
Dopo la vittoria in campionato col Sassuolo, il Milan si prepara a un partita decisiva per il futuro della società. Una partita che il club rossonero non giocherà in campo, ma a Nyon, negli uffici della Uefa. L’amministratore delegato del club Marco Fassone infatti incontrerà i vertici del massimo organo del calcio europeo per discutere il Voluntary Agreement, il business plan proposto dal club fino al 2021. Si tratta di un piano che illustra come la società ha intenzione di rientrare delle spese e dei costi sostenuti soprattutto nell’ultima campagna acquisti estiva. Dopo il rinvio dello scorso giugno, il Milan spera adesso di ricevere il via libera dalla Uefa al nuovo business plan. Sarebbe un passo importante per portare avanti il progetto della nuova società.
Dalla riduzione della rosa al blocco del mercato: ecco cossa rischia il Milan
Il Voluntary Agreement è un vero e proprio accordo volontario che permette di derogare alla norma che prevede per le società perdite non superiori ai 30 milioni di euro nell’ultimo triennio a fronte di un business plan quadriennale di rientro. Per ottenerlo servono determinate garanzie e non è scontato che il piano del Milan venga accettato. Nel caso non venisse ritenuto adeguato, sarà effettuato un nuovo riesame tra gennaio e febbraio 2018. In quel caso si potrebbe passare da una situazione di Voluntary a una di Settlement Agreement, un regime di patteggiamento con sanzioni: in sostanza non sarebbe più il Milan a proporre il suo business plan, ma la Uefa a imporre dei paletti per far rientrare la società nei parametri del fair play finanziario. Il Milan potrebbero essere costretto a ridurre la rosa, abbassare il monte ingaggi e, nel caso più estremo, rischierebbe anche il blocco del mercato.