Serie A, Napoli-Juve e l'alta velocità in testa alla classifica: il commento di Massimo Corcione
Serie ALe squadre di Sarri e Allegri continuano la testa a testa verso il titolo senza perdere un colpo mentre le altre arrancano. La novità è che nessuno abbia parlato di mercato alla prima giornata dopo la fine delle trattative. Forse un segno che il calcio sta veramente cambiando
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L'alta velocità in classifica è una specialità tutta italiana, in testa alla serie A si viaggia a una velocità straordinaria. E il merito è di quei due eccezionali piloti che guidano Napoli e Juventus: Sarri e Allegri, toscani velocissimi di parola e di testa, ormai hanno scelto di far corsa a parte e dietro hanno fatto il vuoto: tra le prime due e le altre c’è una distanza che somiglia sempre più a una voragine dalla quale risalire è impossibile. Eppure nessuno lo aveva previsto quando ad agosto si è partiti per questo gran premio dello scudetto: si puntava tutt’al più su una volatona lunghissima, aperta anche a sei/sette squadre. Si salutava il ritorno di Milano, una resurrezione necessaria a tutto il sistema se il calcio punta davvero a rifondarsi. Ma fu solo un’illusione: la celebrazione del nuovo Milan s’è chiusa con il finale più scontato, la cacciata dell’allenatore. Montella è passato da nuovo profeta a colpevole unico, e qualcosa è davvero cambiato anche se il ritmo di risalita è ancora lento. È il confronto con le fuggitive a misurarlo: è come allenarsi con Bolt, se non vinci ti sembra di essere sempre fermo, faticando moltissimo.
Perché quelle due, Napoli e Juventus, non sanno che cosa significhi tirare il fiato: botta e risposta sono sempre puntuali, anche se non giocano in contemporanea. Sarri per movimentare la gara disse che il Napoli era sfavorito dal fatto di scendere in campo conoscendo il risultato della Juve. Argomento dialettico rispettabilissimo, ma che cosa avrebbe potuto chiedere alla sua squadra ieri sera (dopo i sette gol juventini al Sassuolo) se non battere il Benevento, ultimo in graduatoria? Incontestabili restano i risultati: le altre formazioni sembrano figlie di un dio minore, naturalmente destinate a soccombere. Così diventano dettagli da bar sport interrogarsi se Mertens volesse far gol o crossare, o se Hamsik, vicinissimo a quota cento reti, si sia veramente trasformato in cannoniere aggiunto. Oppure se Higuain, dopo la tripletta, abbia finalmente scaricato tutta la negatività, o se Khedira rappresenti un valore aggiunto più di Dybala.
La vera novità è che nessuno abbia parlato di mercato, nella prima giornata dopo la fine delle trattative. Anzi, ne ha parlato Sarri per definire un fuoriclasse il suo direttore sportivo Giuntoli, bravissimo a non acquistare nessuno, nonostante la disponibilità a spendere del presidente De Laurentiis. Forse un segno che il calcio sta finalmente cambiando. Se fosse vero, gli uomini nuovi che dovrebbero traghettare questa nuova arca di Noè sentitamente ringraziano. Partendo da Costacurta, sub commissario federcalcio con delega alla Nazionale: ha debuttato parlando come ci aveva abituato in tivù, raccontando che cosa vorrebbe fare, senza sentirsi il depositario del Verbo. Ma sapendoli coniugare, i verbi.