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Serie A, le migliori giocate della 9^ giornata

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Marco D'Ottavi

Le veroniche parallele di Cancelo e Milinkovic-Savic, il gran gol dalla distanza di Iago Falque, l'intervento in scivolata di Romagnoli su Icardi e altri grandi giocate dall'ultima giornata di campionato

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Nelle giornate di campionato successive alle pause delle Nazionali la sorpresa è sempre dietro l’angolo e anche questa non ha fatto eccezione. La Juventus si è fermata per la prima volta, pareggiando in casa con il nuovo Genoa di Juric; la Roma ha dimostrato di avere ancora dei grandi problemi tattici, finendo per soccombere in casa contro una SPAL ordinata. La giornata si è poi conclusa con la partita più attesa: Milan ed Inter non hanno offerto un grande spettacolo, ma nelle pieghe della partita abbiamo assistito a diverse giocate spettacolari, sia degli attaccanti (stiamo ovviamente parlando del gran gol di Icardi) sia dei difensori. Abbiamo assistito anche ad uno scontro frontale tra Borja Valero ed Asamoah, provocato da una spinta maliziosa di Kessié, per ricordarci che il calcio sa essere spettacolare anche nelle sue espressioni più goffe.

Ma anche le partite meno pubblicizzate ci hanno regalato grandi giocate: al gran gol di Uçan il Frosinone ha risposto con l’azione personale di Campbell; a Bologna, Iago Falque ci ha ricordato perché al Fantacalcio dovremmo sempre prenderlo; mentre a Parma, Correa si è dimostrato ancora una volta come uno dei migliori subentranti del campionato. Una dimostrazione di come la Serie A sappia essere spettacolare anche nelle partite minori.

La veronica di Cancelo e quella di Milinkovic-Savic

Se nella scorsa stagione questa rubrica era diventata il diario privato di Sergej Milinkovic-Savic, quest’anno Cancelo sembra intenzionato a farla diventare il suo. In questa nona giornata i due si sono impegnati in una sfida a distanza a chi eseguiva la veronica più pericolosa, una sfida superata brillantemente da tutti e due.

È curioso come i due gesti tecnici siano avvenuti in due zone di campo tanto simili, la trequarti difensiva, e siano figlie dello stesso obiettivo, e cioè eludere l’intervento di un avversario dopo un controllo non perfetto. Pur essendo molto simili, evidenziano anche le differenze tra due giocatori tanto diversi quanto decisivi nell’economia della costruzione del gioco delle proprie squadre. Quella di Cancelo è una veronica per andare da sinistra verso il centro del campo, la veronica di un giocatore mai conservativo, che pur partendo dall’esterno per ruolo finisce spesso per entrare dentro al campo ed operare da regista aggiunto; quella di Milinkovic-Savic è invece più minimalista, la veronica di chi è abituato a saltare le linee di pressione con le proprie giocate, per creare superiorità.

Insomma, due veroniche uguali ma diverse, due giocate di alta classe di due giocatori che troveremo spesso in questa rubrica.

L’azione personale di Joel Campbell

Quando Campbell è arrivato a Frosinone c’era molta curiosità, ma anche molta diffidenza. L’attaccante costaricense dopo aver illuso tutti al mondiale del 2014 non è mai riuscito a confermare i suoi gradi di “grande speranza”, né con la maglia dell’Arsenal né in giro per l’Europa in uno dei tanti prestiti (se non in una notte di Champions League con la maglia dell’Olympiakos contro il Manchester United, sempre nel 2014).

Le prime prestazioni in Ciociaria non hanno fatto gridare al miracolo, soprattutto perché Campbell è apparso spaesato e fuori forma, ma piano piano l’attaccante sta trovando il suo posto nella squadra di Longo. Contro l’Empoli ha agito da esterno sinistro in un attacco a tre con Ciano e Ciofani riferimento centrale, dando buone risposte.

L’azione del terzo gol di Ciofani è un concentrato di classe e forza fisica: Campbell riceve spalle alla porta all’interno del cerchio di centrocampo. Con la suola sinistra controlla il pallone eludendo allo stesso tempo il pressing avversario. Con una spallata si libera anche del ritorno del giocatore dell’Empoli per poi mangiarsi il campo con poche e ampie falcate. Arrivato al limite dell’area, Campbell riesce anche a rimanere lucido e trovare l’inserimento di Ciofani. Per l’attaccante ciociaro è un gioco da ragazzi stoppare, prendere in controtempo la difesa di Andreazzoli, e battere Provedel.

Il gol di prepotenza di Iago Falque

Nonostante i problemi iniziali e l'età che avanza, questo potrebbe essere ancora il campionato di Iago Falque. Pur illudendoci che qualcuno più giovane e incisivo possa togliergli il posto, ogni stagione lui ci ricorda quando è forte. Contro il Bologna è stato decisivo sia nel secondo tempo, con l’assist a Baselli dopo aver strappato il pallone a Nagy sulla linea di fondo, che ovviamente nel primo, con questo splendido gol.

Secondo Wikipedia, Iago Falque è alto 174 centimetri e pesa 68 chili, mentre Helander è alto 192 centimetri e ne pesa 81. Eppure nonostante questa differenza nell’ordine dei 18 centimetri e 13 chili, il giocatore del Torino riesce a tenere il duello corpo a corpo per oltre tre secondi (che sembrano poco ma non lo sono), per poi lasciar partire un fantastico sinistro a giro che lascia immobile Skorupski. Un tiro non solo perfetto, ma eseguito anche in una posizione di equilibrio assolutamente precaria, che lo rende ancora più straordinario.

L’assist di Correa, la parata Sepe

Dopo una brutta sconfitta nel Derby, alla Lazio serviva una vittoria per lasciarsi alle spalle un momento negativo e confermarsi come quarta forza del campionato. Contro il Parma è stato più difficile del previsto, con il risultato in bilico fino al minuto 81, ma a cambiare l’inerzia della partita ci ha pensato Correa, entrato dalla panchina quando mancava mezz’ora alla fine.

Se nella scorsa stagione il più grande limite della Lazio era stato avere una rosa troppo corta, l’acquisto di Joaquin Correa si sta rivelando un’ottima soluzione. Inzaghi lo usa spesso a partita in corsa per cambiare il ritmo della squadra ed avere energie fresche davanti. Ieri a Parma è stato imprendibile: da una sua accelerazione è nato il rigore, e suo anche il gol che ha chiuso definitivamente i conti nel finale.

Ma più di tutti questa azione racconta la superiorità mostrata da Correa: partendo dalla sua metà campo, si è portato dietro ben quattro difensori del Parma che non riescono in nessun modo a fermarlo. Arrivato quasi al limite dell’area, in zona centrale, quando tutti pensavamo avrebbe tirato - o al massimo aperto verso Patric - Correa ha dimostrato di avere anche una grande sensibilità per questo gioco: l’assist con cui mette davanti alla porta Immobile è di quelli da giocatore controintuitivo, capaci di ragionare fuori dagli schemi.

A questo punto bisogna spendere due parole anche per Sepe, che trovandosi davanti ad Immobile fa l’unica cosa che può fare un portiere in queste circostanze: sceglie. Appena vede l’attaccante della Lazio aprire il piatto, Sepe si lancia verso alla sua sinistra chiudendogli tutto lo specchio della porta. Da una parte è un peccato: l’azione di Correa avrebbe meritato miglior sorte, dall’altra è sempre una gioia quando ad una grande giocata risponde un'altra grande giocata.

La scivolata di Romagnoli

Il Derby di Milano è stato deciso da un gol di Icardi in pieno recupero. E mentre tutti eravamo impegnati ad evidenziare le colpe di Donnarumma e della sua uscita non felicissima, ci siamo scordati di sottolineare quanto l’attaccante dell’Inter sia bravo e decisivo in occasioni come queste, con il suo bagaglio di movimenti e contromovimenti con cui spesso vince i duelli dentro l’area di rigore.

Anche per questo abbiamo scelto di inserire la scivolata di Romagnoli proprio su Icardi: perché ci ricordiamo dei difensori solo quando sbagliano? In un mondo ideale premieremo gli attaccanti quando si dimostrano più furbi, più potenti, più bravi degli avversari e allo stesso modo faremo con i difensori.

Qui Romagnoli dimostra come il suo apprendistato per entrar a far parte dei “grandi difensori italiani”, pur avendo attraversato dei periodi difficili, sta continuando. Senza essere spettacolare, la diagonale e la scivolata con cui impedisce ad Icardi di essere decisivo prima del tempo sono da difensore di élite. Quando Musacchio esce su Borja Valero, Romagnoli è velocissimo a recuperare su Icardi e impedirgli di concludere subito, anche con l’uso delle mani, e poi scegliere l’istante perfetto in cui andare in scivolata per ribattere la conclusione del capitano dell’Inter.

Romagnoli non è un difensore dalle grandi qualità fisiche, non lo vederemo quasi mai fare grandi recuperi in velocità o anticipi di pura forza fisica, ma sopperisce a queste mancanze con una capacità di lettura molto sopra la media. Ci sono tanti modi di essere un buon difensore e questo è quello di Romagnoli, ogni tanto dovremo ricordarcelo.