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Marotta: "Futuro? Voglio dare mio contributo in Italia. Allegri fra i top al mondo"

Serie A

L’ex amministratore delegato della Juventus ha parlato in occasione della premiazione del "Radicchio d'oro". Tanti i temi toccati, a partire dal suo futuro: "Vorrei ricominciare in Italia - le sue parole - la passione è rimasta intatta". Poi sulla Juventus: "In Italia le rivali sono distanti. E le milanesi non sono quelle di dieci anni fa". Chiosa, infine, su Allegri: "È migliorato nel tempo, ora è fra i top"

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È passato quasi un mese e mezzo dal suo addio alla Juventus, consumatosi nell’immediato post partita contro il Napoli. I bianconeri vincono 3-1, Ronaldo è uno spettacolo e gli azzurri sono costretti ad arrendersi nonostante il gol del momentaneo vantaggio ad opera di Mertens. Sembra un’altra serata perfetta per la squadra di Allegri, che però qualche minuto dopo si trova a salutare improvvisamente il proprio amministratore delegato. Tutto all’alba della nona stagione, pochi giorni dopo essere stato premiato come miglior dirigente europeo. Non è la fine di un rapporto deciso consensualmente, ma di un allontanamento, di una scelta di Andrea Agnelli che Beppe Marotta non si aspettava.

"Futuro? Ancora in Italia. Allegri fra i top al mondo"

Ma la vita va avanti e Marotta vuole buttarsi in una nuova avventura con lo stesso entusiasmo dei primi tempi: “La passione è rimasta inalterata – ha spiegato in occasione della premiazione del "Radicchio d'oro" – così come la voglia di provare tanto le emozioni positive della vittoria quanto quelle negative della sconfitta. Da dove ricominciare? Beh, l’Italia rappresenta il meglio di tutto, dello sport e non solo. Per cui da parte mia c’è la volontà di continuare questa attività in una squadra italiana. Il mio contributo lo voglio dare qui”. Certo, dovrà fare i conti con la sua Juventus. Con quella macchina perfetta che ha contribuito a costruire nel corso degli anni: “Credo che il predominio dei bianconeri possa durare ancora a lungo – ha spiegato Marotta - hanno un impianto organizzativo e tecnico molto forte, per cui credo che le rivali siano molto distanti come valori che esprimono. Mi auguro che ci sia un campionato competitivo. Dall’altra parte in Champions, per alzare questa benedetta coppa che da tanto tempo non vince, la Juve deve far fronte a squadre molto forti. Il problema, quindi, è in Italia, dove le grandi e soprattutto le milanesi non sono quelle di dieci anni fa”. Chiosa finale su Allegri, che a Coverciano ha ritirato la sua quarta Panchina d’oro. Nessuno meglio di lui: “Nel calcio ci sono sempre tante componenti. Direi che il premio è ben assegnato, Allegri è fra i migliori tanto in Italia quanto all’estero, ha saputo valorizzare il suo ruolo e la sua professionalità. E’ una giusta assegnazione. Col tempo ha migliorato le qualità che gli mancavano e oggi è uno dei migliori in circolazione”.