L'account inglese della società giallorossa continua a registare numeri pazzeschi: a ottobre ha chiuso con 1.09 milioni di interazioni. Un dato che ha permesso di salire al 13° posto a livello europeo e 15° mondiale, con una percentuale di engagement del 316%
Divertente, accurato, elegante, ironico e globale. Si può definire in tanti modi l’account Twitter in lingua inglese della Roma, ormai un vero e proprio punto di riferimento nel mondo dei social, che continua a registrare numeri pazzeschi. Che in campo ci siano i giallorossi oppure no poco importa, perché il suo social media manager e l’intero team sanno intrattenere in vari modi: dallo scambio di battute con altri club, alle lamentele per la lunga agonia che si trascina dietro la pausa per le Nazionali per finire al diretto rapporto con i propri tifosi, “seguiti” dalla società per essere costantemente aggiornati sulla loro vita quotidiana, uno scenario completamente ribaltato rispetto a quanto avviene solitamente. Ed è così che il profilo inglese @AsRomaEn – su precisa strategia di Pallotta e del suo staff, sempre molto attento alle dinamiche extracampo – ha continuato a crescere, fino a conquistare la posizione numero 13 nel ranking europeo del mese di ottobre, il 15° a livello mondiale, come riportato da Deportes&Finanzas.
I numeri di ottobre
Il primo posto continua ad essere preda del Barcellona, ma è imponente il miglioramento che ha caratterizzato il club giallorosso, in grado di generare dai suoi oltre 350 mila follower ben 1.09 milioni di interazioni, frutto tra gli altri di like, commenti, espansioni del tweet e ricondivisioni. L’account Twitter della Roma ha così chiuso lo scorso mese con una percentuale di engagement (ossia di coinvolgimento) del 316%. Per comprendere la portata di questo dato è utile confrontarlo con la percentuale dei club che occupano le prime 10 posizioni nel ranking europeo. Il Barça si è fermato al 13.3%, il Real addirittura al 5.33%, la Juve è arrivata al 25.4%, mentre la percentuale più alta nella top 10 l’ha raccolta l’Arsenal – 2° a livello europeo – con il 29.4%. Un legame con gli utenti che si è consolidato in maniera esponenziale, tanto che – giusto per citare un esempio – la notorietà in rete del profilo social giallorosso ha permesso a un club come il Murcia di salvarsi dal fallimento, promuovendone la causa e garantendo così una serie di acquisti d’azioni da parte dei tifosi romanisti e non solo, con tanto di ringraziamento da parte della squadra spagnola.
Il segreto del successo, Paul Rogers
Se sui social la Roma continua a scalare posizioni il merito è soprattutto di Paul Rogers, responsabile dell’area digital della società. Americano di Boston, ha iniziato la sua esperienza in vari magazine sportivi prima di intraprendere la grande avventura al Liverpool. Dopo aver passato 14 anni tra i Reds, ha deciso di sposare il progetto giallorosso, partendo da un principio fondamentale: far sentire i tifosi più vicini al club. “A noi non interessa il numero di follower, ma creare contenuti che possano intrattenere i fan e dare una visione unica di ciò che succede dietro le quinte nella Roma – ha dichiarato qualche mese fa sulle pagine de Il Sole 24 Ore -. I social non sono un canale di comunicazione aziendale, ma un mondo che richiede linguaggi e regole proprie. Fin dall’inizio la strategia di Pallotta è stata chiara: mettere i tifosi al primo posto. Il nostro sito web, ad esempio, non era adatto allo scopo. Così abbiamo chiesto a loro stessi come migliorare il prodotto e alla fine ci siamo riusciti, realizzando un sito completamente nuovo e particolarmente apprezzato dai sostenitori, tanto che nel 2017 è stato premiato come miglior sito web sportivo dell’anno”. Ma che linee guida ha seguito l’account giallorosso? “In primis abbiamo provato a superare ogni barriera linguistica creando una serie di profili con lingue diverse, fino ad arrivare all’arabo e al persiano – ha spiegato l’Head of Digital and Social Media della Roma -. Poi abbiamo pensato ai contenuti e deciso di impostare un profilo divertente perché è ciò che il calcio deve essere. Non siamo il miglior club del mondo, né quello con più successi e nemmeno quello che si può permettere i calciatori più costosi, così abbiamo scelto di essere divertenti per attrarre pubblico da ogni angolo del pianeta e distinguersi dalla folla. Ci siamo riusciti utilizzando una chiave ironica, ma anche sportiva ed elegante, come quando ci siamo complimentati con la Juventus per lo scudetto vinto o abbiamo augurato buona fortuna a Salah dopo che il Liverpool ci aveva eliminato dalla Champions”. Strategia che si è rivelata vincente, visto che molti tifosi hanno adottato la Roma come la loro seconda squadra, e frutto di una precisione organizzazione societaria. “A differenza di molti club, non abbiamo uno staff dedicato ai social media a tempo pieno – ha concluso Rogers -. Abbiamo un team digitale (quattro giornalisti multimediali a Roma e due a Boston) che ha il compito di gestire tutte le nostre piattaforme digitali italiane e inglesi che includono i nostri siti web ufficiali e i canali dei social media. Inoltre, non utilizziamo agenzie creative, ma dei mini team che lavorano per noi in tutto il mondo e producono contenuti a livello locale”.
Tweet moment
Nell’ultimo anno sono stati numerosi i post dei giallorossi che sono diventati virali in rete. Quest’estate, ad esempio, nel corso del Mondiale disputato in Russia è nato un rapporto di reciproca stima e simpatia con il popolo nigeriano, un legame nato in seguito a una telecronaca speciale di un giornalista del Paese africano che esaltava le gesta della Roma dopo l’incredibile vittoria sul Barcellona. Non sono mancati poi i vari siparietti di mercato, come quello nato con l’account Twitter dell’Inter dopo il passaggio in nerazzurro di Nainggolan e i mancati acquisti di Modric e Vidal, a lungo accostati alla società milanese. Ultimamente, invece, il profilo social dei giallorossi ha lanciato il ‘Team of the Day’, in cui promuove e sponsorizza un club al giorno per diverse ragioni. Si è esposto ad esempio a favore del già citato Murcia, a rischio fallimento, e ha esaltato il Caversham United, formazione amatoriale inglese, in cui il social media manager – soprannominato Billy Goats - fa tutto: giocatore, allenatore e, appunto, responsabile dei social. Qualche giorno invece, aveva messo in dubbio le capacità di gestione del social media manager del Valencia che, su Twitter, aveva fatto appello per aumentare i follower del club spagnolo ed evitare, così, il licenziamento. Un approccio, a quanto pare, completamente differente da quello giallorosso.