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Milan-Parma, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Federico Aquè

A sorpresa, quello tra rossoneri e gialloblù è uno scontro diretto a ridosso della zona Champions League. Dopo la sofferta vittoria sul Dudelange, la squadra di Gattuso deve riuscire a contenere Gervinho per tornare a vincere anche in campionato

MILAN-PARMA LIVE

LE PROBABILI FORMAZIONI

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In maniera piuttosto imprevedibile, alla quattordicesima giornata Milan-Parma è uno scontro diretto a ridosso della zona Champions League. Gli emiliani nelle ultime tre partite hanno conquistato sette punti, con il pareggio contro il Frosinone e le due vittorie consecutive contro Torino e Sassuolo, e sono risaliti fino al sesto posto, addirittura con la possibilità di superare i rossoneri in quinta posizione se riuscissero a tornare da San Siro con i tre punti. Sarebbe la seconda volta in stagione, visto che a settembre la squadra di Roberto D’Aversa ha già battuto l’Inter (1-0) con una prodezza di Dimarco.

Il protagonista del grande avvio di stagione del Parma è ovviamente Gervinho, che ha segnato 5 gol in 9 presenze e viaggia a una media di una rete ogni 133 minuti, migliore di quella di Higuaín. In una squadra che gli lascia praterie in cui correre con la palla, l’ivoriano è letteralmente rinato. Nelle ultime settimane, poi, sta attraversando uno splendido momento di forma che a novembre gli è valso il premio ”Calciatore del mese AIC”.

Come si difende Gervinho?

Controllare Gervinho sarà quindi il principale quesito da risolvere per Gennaro Gattuso. Contro la Lazio, il tecnico calabrese aveva gestito l’emergenza difensiva schierando una difesa a tre con due terzini adattati come Abate e Rodríguez ai lati di Zapata. Nella partita di Europa League contro il Dudelange è invece tornato alla difesa a quattro, affiancando al colombiano l’unico altro centrale di ruolo disponibile, Stefan Simic, che ha fatto così il suo esordio con la maglia rossonera.

Considerata la zona di campo in cui gioca Gervinho, sul centro-sinistra, l’accoppiamento migliore per contenerlo sarebbe quello con Abate: schierato da centrale destro della difesa a tre, il numero 20 rossonero non contribuisce molto alla fase offensiva ma restando bloccato dietro può uscire rapidamente sull’ivoriano quando il Parma recupera la palla e con la sua velocità è forse l’unico che può stargli dietro in campo aperto.

Gervinho è comunque abituato a muoversi su tutta la metà campo offensiva, anche perché i gialloblù recuperano la palla piuttosto in basso e hanno bisogno di giocatori offensivi veloci e a loro agio a coprire molti metri palla al piede. L’ivoriano è quindi naturalmente portato ad avvicinarsi nella zona dove viene recuperata la palla e ad aiutare la squadra a risalire il campo. Per contenerlo, più che una marcatura dedicata, è importante essere organizzati nelle transizioni difensive, avere cioè meccanismi precisi negli attimi successivi alla perdita della palla che impediscano a Gervinho di girarsi e scatenare la sua velocità.

Il Milan non si è finora distinto per transizioni particolarmente aggressive, che permettano di recuperare subito la palla, e anzi preferisce indietreggiare per recuperare le posizioni difensive. La pericolosità dell’ivoriano impone però un’attenzione particolare per non farsi attaccare in campo aperto.

La necessità di tenere alto Gervinho e di non sacrificarlo troppo in fase difensiva, per averlo pronto a scatenarsi in ripartenza, offre comunque spazi di manovra ai rossoneri, proprio nella zona in cui si muove il loro giocatore offensivo più importante, Suso.

Da un lato, quindi, il momento di forma dell’esterno ivoriano sta facendo volare il Parma e obbliga Gattuso a studiare le adeguate contromisure, dall’altro le ridotte responsabilità che vengono assegnate a Gervinho in fase difensiva offrono opportunità da sfruttare proprio sul lato preferito dagli attacchi del Milan, quello destro. È allora probabile che gli equilibri della partita vengano decisi proprio da questo incrocio sulla fascia.

Contro la Lazio, Suso non ha segnato né ha dato l’ultimo passaggio, ma è stato comunque decisivo con lo splendido lancio che ha trovato Calabria dietro la difesa biancoceleste.

L’importanza di Barillà

Per proteggere Gervinho senza perdere stabilità (il Parma ha subito finora 16 gol, uno in meno rispetto al Milan), nel ruolo di mezzala sinistra D’Aversa non rinuncia mai a Barillà.

Cresciuto da esterno, l’ex Reggina viene schierato da centrocampista proprio per la naturalezza con cui riesce a sdoppiarsi tra le uscite centrali tipiche della sua posizione da interno e quelle laterali a sinistra per coprire l’ivoriano. La varietà dei suoi movimenti senza palla è utile anche in fase di possesso, perché Barillà assicura sia inserimenti centrali che tagli sulla fascia sinistra che permettono a Gervinho di accentrarsi.

In una squadra dalla manovra poco elaborata come il Parma, la duttilità dell’ex Reggina è molto preziosa, come dimostrato dall’ultima partita contro il Sassuolo. Barillà ha infatti propiziato il gol Gervinho allargandosi a sinistra e fornendo l’assist di testa all’ivoriano su un lancio dalla difesa di Bruno Alves.

Le diverse posizioni di Biabiany e Gervinho

Da sottolineare le posizioni diverse dei due esterni offensivi scelti da D’Aversa contro il Torino. Biabiany è sulla linea dei difensori, Gervinho resta in posizione avanzata. Alle spalle lo copre Barillà, che sembra allargarsi a sinistra ma poi segue il movimento interno di Iago Falque.

Due squadre prudenti

A sfidarsi saranno curiosamente due delle squadre che in questo campionato recuperano in media la palla più in basso. Il Parma ha i dati peggiori in assoluto, e a conferma della sua strategia costruita sull’occupazione della metà campo e sulle ripartenze, spesso affidate alla sola abilità dei suoi esterni di percorrere molti metri palla al piede, c’è anche la statistica sul possesso palla, la più bassa del campionato: 39,3%.

Il dato sui recuperi medi del Milan non è molto più alto, ma è scontato che saranno i rossoneri a tenere di più la palla e ad attaccare contro una difesa schierata, una contesto in cui si sono trovati in difficoltà in questa stagione. Gli infortuni a centrocampo di Biglia e Bonaventura hanno reso più complicata l’uscita in palleggio da dietro e tolto alternative nella trequarti avversaria: senza il suo numero 5, la squadra di Gattuso ha meno soluzioni per avanzare a sinistra e ha perso il miglior centrocampista a inserirsi e a occupare l’area sui cross da destra di Suso o Calabria.

La partita contro il Dudelange, vinta 5-2 dopo un momento di confusione che aveva portato i lussemburghesi in vantaggio per 2-1, si è oltretutto chiusa con gli acciacchi di Bakayoko e Cutrone. Entrambi, comunque, sembrano recuperabili. La notizia migliore arrivata dall’ultimo turno di Europa League riguarda invece Calhanoglu, finalmente protagonista con un gol, due autoreti propiziate e una traversa colpita prima che Borini firmasse sul rimpallo il definitivo 5-2. Il turco, che contro la Lazio ha giocato con una certa libertà di movimento, ritrovandosi più volte vicino a Suso per facilitare la manovra, dividerà con lo spagnolo i compiti principali per muovere lo schieramento del Parma e magari risolvere la partita con una iniziativa personale.

La vittoria contro il Dudelange ha interrotto una striscia di tre partite senza successi, con i due pareggi contro Betis e Lazio e la sconfitta contro la Juventus. Per restare vicino alla zona Champions, il Milan ha ora bisogno di tornare a vincere anche in campionato.