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Serie A, la moviola: Belotti-Matuidi, Var promosso. Pandev-Florenzi da rivedere

Serie A

Lorenzo Fontani

Sono i due episodi del weekend che più hanno attirato l'attenzione di appassionati e protagonisti: la spinta di Matuidi su Belotti che è stata "valutata" dall'arbitro di Torino-Juve già in campo e quella di Florenzi su Pandev, che sarebbe stato meglio rivedere. È questa la valutazione che filtra dai vertici arbitrali

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Nel complesso mosaico del regolamento e del Var, segnatevi questa differenza: contatti "alti" e contatti "bassi". È un distinguo importante, perché ai primi appartengono tutte quelle spinte, trattenute, corpo a corpo, che fanno parte del "mestiere", ai secondi appartengono invece calci e sgambetti che – se persi – vanno rivisti e puniti senza remore con l'aiuto video (e forse anche il protocollo prossimamente recepirà questo particolare). Ora riconsiderate il fallo di D'Ambrosio su Zaniolo in Roma-Inter, quello di Matuidi su Belotti nel derby e quello di Florenzi su Pandev che ha fatto infuriare Preziosi e forse, alla luce della premessa, sarà più semplice comprendere la valutazione dei tre episodi che è filtrata da parte dei vertici arbitrali. Nel primo caso non c'è alcun dubbio che il Var dovesse richiamare Rocchi per far concedere il rigore: sgambetto bello e buono sfuggito all'arbitro, "on field review" obbligatoria. Nel secondo, l'asticella dell'intervento Var è stata tenuta giustamente più alta: Matuidi allarga il braccio e sbilancia Belotti, ma la percezione del campo in una dinamica del genere deve prevalere, giusto non richiamare il direttore di gara, siamo insomma nel campo della "furbata" valutata autonomamente dall'arbitro centrale. A metà strada sta il caso Florenzi-Pandev, che assomiglia a Matuidi-Belotti, ma con una differenza importante. Florenzi è in ritardo, appoggia entrambe le braccia e non si sta "arrangiando" con l'esperienza, ma sceglie deliberatamente di spingere l'avversario. Il Var Chiffi decide di non intervenire in linea con le direttive appunto sui "contatti alti" e la scelta - a quanto risulta - non è stata bocciata del tutto dalla Commissione presieduta da Rizzoli, ma un po' di iniziativa in più non avrebbe guastato. La spinta è talmente vistosa che suggerire a Di Bello di rivederla sarebbe stato apprezzabile. Insomma, c'è il protocollo, c'è l'interpretazione (inutile ricordare come sui falli di mano ad esempio la soglia di intervento sia bassissima) e ci sono le eccezioni. Che hanno sicuramente un senso, ma che forse a volte disorientano gli stessi arbitri.