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Lazio-Juventus, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Dario Pergolizzi

Simone Inzaghi sembra non poter fare a meno di Correa, mentre la squadra di Massimiliano Allegri, senza Pjanic e Cancelo, potrebbe avere problemi a inizio azione: gli spunti tattici del posticipo di domenica sera

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La Lazio è uscita dalla partita al San Paolo contro il Napoli letteralmente con le ossa rotte: oltre alla sconfitta, i pesanti infortuni di Luiz Felipe e l’espulsione di Acerbi costringeranno Inzaghi a reinventare la difesa contro la Juventus. La squadra di Allegri dovrà invece fare a meno di Mandzukic, Pjanic e Khedira, con Cancelo in panchina, ma i segnali incoraggianti dati dai giocatori meno utilizzati, che hanno avuto modo di mettersi in mostra contro il Chievo, sembrano suggerire che le defezioni non siano un problema. Entrambe le squadre arrivano dunque alla sfida dell’Olimpico senza diversi titolari, ma con certezze differenti.

L'importanza di Correa

Contro il Napoli, si è avuta la conferma dell’importanza di Correa per la manovra offensiva della squadra di Inzaghi, altrimenti molto piatta. Il dinamismo dell’ex Siviglia, inizialmente lasciato in panchina, è diventato una risorsa irrinunciabile tra le linee, dato lo scarso rendimento di Luis Alberto e Milinkovic-Savic sotto l’aspetto della cucitura dei reparti in questa stagione. Il serbo è stato comunque una buona risorsa in finalizzazione con 3 tiri nello specchio, stessa quantità di Immobile.

Nella ripresa Inzaghi ha subito reinserito Correa a costo di rinunciare a un esterno di ruolo, data la squalifica di Marusic, pur di associarlo contemporaneamente a tutti gli altri offensivi. Il buon filotto di risultati della Lazio tra Bergamo e Napoli è coinciso non a caso con l’impiego simultaneo dell’argentino con Luis Alberto, Milinkovic e Immobile (assente solo contro il Bologna). Questo accorpamento qualitativo ha consentito alla Lazio di ritrovare credibilità nel palleggio e di risalire il campo con diverse soluzioni nei corridoi centrali, senza ricorrere eccessivamente al doppio centravanti come accaduto nella prima parte della stagione. Il nuovo 3-4-2-1 di Inzaghi potrebbe dunque portare maggiori pensieri alle spalle del centrocampo juventino, e magari spingere Allegri a tornare alla mediana a tre per compensare.

Se la Juve dovesse schierarsi con la stessa mediana a due, e la Lazio dovesse impiegare Correa, questo tipo di ricezione tra le linee sarebbe da difendere con particolare attenzione per i bianconeri.

In conferenza stampa, Inzaghi non ha escluso l’impiego di una linea difensiva a 4, legata però in ogni caso al recupero di Patric. Si tratta di una soluzione poco percorsa durante la sua esperienza sulla panchina biancoceleste, che sarebbe figlia delle numerose assenze difensive, dato che in tutti i precedenti degli anni passati la Lazio ha dimostrato di poter mettere parecchio in difficoltà la manovra offensiva delle squadre di Allegri grazie all’organizzazione della linea a 3. C’è però da dire che la parte più efficace delle fasi di non possesso della Lazio è anche quest’anno l’organizzazione del pressing.

Due squadre aggressive

Infatti, un aspetto particolarmente interessante di questa partita è la contrapposizione di due squadre che pongono particolare cura al pressing alto, seppur in maniera diversa. La Juventus è infatti nella top 3 per numero di passaggi concessi all’avversario prima di recuperare la palla, indice di una grande intensità nel pressing. La Lazio invece è tra le prime squadre per numero di palloni recuperati nella metà campo avversaria. La Juventus, in questa stagione, si sta mostrando più coraggiosa nell’attaccare la costruzione avversaria con tanti uomini, e considerando che la Lazio è una squadra che in fase di costruzione tiene pochi riferimenti sopra la linea del pallone per poter appunto consolidare il possesso, allungare l’avversario e successivamente attaccarlo con la verticalizzazione, sarà curioso scoprire quali meccanismi Allegri metterà in atto per contrastare questa strategia.

Dall’altra parte, la Juventus ha dimostrato di patire particolarmente le squadre capaci di aggredire alto, soprattutto nelle partite contro Torino e Atalanta, anche loro ai vertici di queste speciali classifiche del pressing. L’assenza contemporanea di Pjanic e Cancelo può essere un campanello d’allarme per Allegri in questo senso: senza la qualità dei due la Juventus potrebbe faticare eccessivamente nella risalita del campo dal basso. Sarà dunque fondamentale la prestazione di Bentancur, se tornerà in campo dal primo minuto, e il solito lavoro a tutto campo di Dybala.

Tra i titolari dovrebbe trovare conferma Douglas Costa che, dopo la prestazione convincente contro il Chievo, sembra essere migliorato nell’intesa con Dybala e Ronaldo negli scambi di posizione del tridente offensivo. Il poco rodato trio Wallace–Bastos–Radu potrebbe soffrire l’imprevedibilità degli attaccanti bianconeri nelle lunghe fasi di attacco posizionale. La soluzione migliore per gli uomini di Inzaghi potrebbe essere dunque tenere in mano il pallino del gioco quanto più possibile, forte del contesto casalingo e del consolidato apporto di Correa. Per farlo, però, dovrà vincere la resistenza di una Juventus sempre più abile nell’aggredire alto l’avversario e pericolosa sulle ripartenze corte grazie alla presenza di Douglas Costa. Non sarà semplice, ma la Lazio è costretta a osare per riuscire finalmente a essere più consistente nelle grandi partite, un limite che la squadra di Simone Inzaghi si trascina da inizio stagione.