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Serie A, le migliori giocate della 22^ giornata

Serie A

Marco D'Ottavi e Dario Saltari

La corsa palla al piede di Gervinho, il grande doppio intervento di Donnarumma, il tacco volante di Lyanco e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato.

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Ricorderemo questa 22esima giornata per l’addio triste e inaspettato di Hamsik al campionato dopo 409 presenze, ma anche per essere la giornata in cui Gervinho ha messo a ferro e fuoco la difesa della Juventus, permettendo al Napoli di recuperare due punti grazie ad una convincente prova contro la Sampdoria. Più sotto l’Inter è in una profonda crisi, mentre Piatek appare già pronto per aiutare il Milan nella corsa per il quarto posto. Una giornata rivelativa e intensa, insomma, di cui, come ogni settimana, abbiamo distillato i migliori gesti tecnici. 

L’azione personale di Joao Pedro

Contro l’Atalanta, per la prima volta dal suo arrivo a gennaio, Maran aveva schierato dal primo minuto Valter Birsa, preferito a Joao Pedro, solitamente il titolare. L’infortunio dello sloveno dopo appena 14 minuti ha però costretto l’allenatore del Cagliari a tornare sui suoi passi, inserendo il brasiliano alle spalle di Pavoletti.

A Joao Pedro è servito un po’ per entrare in partita, contro una delle squadre più fisiche del campionato, ma una volta “acceso” ha dimostrato di avere le qualità per fungere da raccordo tra la squadra e Pavoletti anche giocando come seconda punta. Sul lancio in verticale della difesa, prima anticipa Djimsiti grazie ad un tocco con la punta in contro tempo che diventa un lungo sombrero che lo lancia in campo aperto, poi rallenta - quasi ad attendere De Roon - dando l’idea di voler fare una giocata conservativa, ma invece nuovamente con la punta si allunga il pallone e aggira il centrocampista dell’Atalanta, fino ad entrare nel cuore dell’area e servire un pallone forte e teso per Pavoletti.

La grande chiusura in scivolata di Koulibaly

 

Contro la Sampdoria, Koulibaly è stato praticamente perfetto. Ha toccato 94 palloni, effettuato 77 passaggi con una percentuale di precisione del 94%, recuperato 3 palloni, riuscito nel 100% dei dribbling e vinto il 100% dei tackle tentati. Ad oggi Koulibaly è il miglior difensore del campionato e in partite come queste sembra semplicemente ingiocabile.

La scivolata con cui ferma Quagliarella ormai davanti a Meret è un capolavoro di forza fisica e tempismo. Koulibaly era stato tagliato fuori da una bella combinazione della Sampdoria a centrocampo, ma la sua velocità gli aveva permesso di seguire l’azione restando sempre in qualche modo in controllo della situazione. Infatti anche mentre Quagliarella gli è davanti con un corridoio sguarnito verso la porta, Koulibaly non si scompone, non cerca di fermarlo in qualche modo, lo segue fin dentro l’area per intervenire nel momento più giusto, ovvero quello immediatamente successivo allo stop. È un intervento difensivo così bello che neanche l’attaccante della Sampdoria riesce a prendersela più di tanto, ma anzi lo guarda sinceramente ammirato.

La doppia parata Donnarumma

Tra i portieri delle prime dodici classificate in Serie A, Donnarumma è quello che effettua più parate da tiri partiti da dentro l’area di rigore, quasi due a partita. Certo questo è dovuto in parte alla tendenza del Milan a difendersi con un baricentro basso, ma anche alla reattività esplosiva di Donnarumma, che gli permette di respingere occasioni avversarie anche da distanza ravvicinata.

Al quarto anno di Serie A - nonostante abbia appena 19 anni - abbiamo imparato a conoscere difetti e soprattutto pregi del portiere del Milan, ben evidenziati da questa doppia parata, arrivata all’interno di una prestazione notevole (7 parate, spesso decisive). Sul colpo di testa di Schick, Donnarumma non solo scende a terra molto rapidamente, ma raggiunge anche bene il pallone con la mano destra dopo che il rimbalzo sull’erba bagnata ne aveva smorzato la traiettoria. A sorprendere ancora di più è la velocità con cui schizza a palla di cannone verso Dzeko, per chiudergli tutto lo specchio della porta. Donnarumma è alto 196 centimetri e pesa oltre novanta chili eppure sulla linea di porta si muove reattivo come una gazzella.

Il tacco volante di Lyanco

Lyanco Evangelista Silveira Neves Vojnović, o più semplicemente Lyanco, è un centrale brasiliano di cui semplicemente avevamo dimenticato l’esistenza prima della sorprendente vittoria del Bologna sull’Inter. Arrivato nell’estate del 2017 a Torino con l’aura del talento esotico, Lyanco era stato costretto dagli infortuni ad un ruolo di seconda scelta, fino alla decisione di accasarsi al Bologna in questo mercato di gennaio, forse per ritrovare quell’allenatore che era stato esonerato dopo pochi mesi dal suo arrivo in Italia. Mihajlovic lo ha schierato all’esordio contro l’Inter e spesso Lyanco, che era appena alla sua terza presenza stagionale in campionato, si è ritrovato a marcare uno degli attaccanti più letali del campionato in area. Il suo talento sembra però essere più spettacolare quando entra in contatto con il pallone, ad esempio durante le fasi di costruzione bassa, in cui può usare il suo buon destro per cambiare gioco o lanciare lungo direttamente verso le punte.

Lyanco sembra voler giocare con i piedi talmente tanto che in questo caso decide addirittura di utilizzarli al posto della testa. Icardi sta per scappargli alle spalle e il lancio in profondità di Vecino sembra preciso, ma lui decide di ribaltarsi in aria per colpire la palla con il tacco destro. Ci sarebbe potuto arrivare lo stesso saltando di testa? O addirittura meglio, indirizzando più precisamente il pallone verso un avversario? Non possiamo saperlo con certezza, ma un difensore che prende scelte pazze e spettacolari potrebbe essere una buona notizia per la Serie A. Se lo sarà anche per il Bologna lo scopriremo in questa seconda parte di stagione.

Gervinho splende ancora

Con la doppietta realizzata sabato allo Juventus Stadium, Gervinho è arrivato a 8 reti segnate in campionato, riuscendo a superare alla 22esima giornata gran parte delle sue migliori stagioni realizzative: adesso gli manca un solo gol per arrivare alla 2013/14 con la maglia della Roma, e rispettivamente 5 e 7 gol per raggiungere la 2009/10 e la 2010/11 con quella del Lille, la sua migliore in assoluto. Ma al di là dei gol, che stanno suggellando questo suo momento di forma straordinario, è più la leggerezza con cui sta camminando sul campionato italiano a restituirci un giocatore che sembra sempre sul punto di fare qualcosa che ti fa alzare dalla sedia.

Insomma, guardate questa azione. Gervinho raccoglie palla dalla propria mediana e punta la porta, per quanto possa sembrare assurdo da quella distanza: prima disorienta il ritorno di Pjanic con un cambio di direzione, poi elude l’intervento di Cancelo con un tunnel che a vederlo da qui sembra il gesto tecnico più semplice del mondo. Con quattro tocchi l’attaccante ivoriano ha spaccato a metà gli avversari e può puntare la linea difensiva bianconera in progressione. Alla fine, Gervinho si fa ingolosire dalla situazione e, invece di servire il movimento di Inglese in profondità, cerca di superare anche Caceres, che però gli stoppa il tiro in scivolata. Ma vogliamo fargli davvero una colpa per il suo egoismo ora che sembra poter trasformare ogni pallone in oro?