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Sampdoria Atalanta, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Dario Pergolizzi

La partita tra blucerchiati e nerazzurri è uno scontro tra le idee di gioco, molto diverse tra loro, di Giampaolo e Gasperini, ma è anche una sfida importante per gli equilibri di classifica in zona Europa League

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La lotta in zona Europa League è serratissima e vede cinque squadre raccolte in 5 punti. Tra queste ci sono anche la Sampdoria e l’Atalanta, il cui scontro diretto non è solo decisivo per gli equilibri di classifica ma è una vera e propria sfida di concetti. I blucerchiati sono forse la forma più nitida di gioco a zona del campionato, con una linea difensiva dai movimenti perfettamente sincronizzati e alla costante ricerca del fuorigioco e una fase di non possesso affrontata sistematicamente sul blocco del 4-3-1-2 e la schermatura delle linee di passaggio. L’Atalanta di Gasperini, pur mantenendo diversi principi di base della marcatura a zona, come ad esempio le scalate e la copertura del compagno in uscita sul portatore, chiede ai suoi giocatori di controllare in maniera asfittica i diretti avversari, orientando le pressioni sull’uomo di riferimento. È un atteggiamento definibile “a uomo nella zona”, che cerca costantemente l’anticipo e meno la copertura.

Samp e Atalanta sono due tra le più propositive del campionato, soprattutto col pallone, ma in realtà è la cura dei dettagli e dei movimenti difensivi da parte dei due allenatori a essere un marchio di fabbrica di due stili che, per quanto differenti, sono ugualmente iconici. L’Atalanta, come accennato, è una squadra borderline, che si trova in un limbo perfetto tra i due sistemi di marcatura che hanno fatto la storia del gioco, incastonata dentro uno stile che in epoca contemporanea forse solo il “Loco” Bielsa ha saputo valorizzare con metodi sovrapponibili. La Sampdoria è molto più radicale nel suo metodo difensivo: dopo l’addio di Sarri e con la parabola negativa di Maran sulla panchina del Cagliari, è diventata forse la migliore espressione del controllo degli spazi come obiettivo primario durante le fasi difensive, mantenendo uno scaglionamento che permettere di riconoscere a occhio nudo la formazione così come disegnata dai freddi numeri, ovvero il 4-3-1-2.

Il rombo di Giampaolo e i rombi di Gasperini

Essere rigidi dal punto di vista del modello di gioco, dell’applicazione dei metodi e delle idee, non significa certo trasporre tale rigore nei movimenti individuali che avvengono in partita. È difficile racchiudere le giocate offensive di Atalanta e Sampdoria entro schemi preordinati: entrambe attaccano la porta avversaria utilizzando diverse vie, cercando di rispettare una serie di principi di tattica collettiva volti a rendere la manovra efficace.

Il concetto di fluidità col pallone è alla base delle filosofie dei due allenatori: la disposizione di partenza si scioglie in forme meno definibili durante lo sviluppo del possesso. Curiosamente, però, l’imprevedibilità dei movimenti e delle scelte tattiche di entrambi gli stili di gioco si traduce poi in un simbolo “geometrico” comune, cioè il rombo. Il diamante di centrocampo di Giampaolo contro i poli di possesso laterale di Gasperini che, coinvolgendo almeno quattro uomini alla volta, vanno a formare mappature di passaggio che disegnano appunto due piccoli rombi ai lati del campo.

Da una parte il rombo della Sampdoria trova lo scaglionamento ideale in base alla posizione della palla, ruotando i suoi interpreti centrali e alternandoli nei movimenti in avvicinamento, in profondità o in ampiezza, coinvolgendo principalmente punte, trequartista e mezzali nell’ultimo terzo. Dall’altra, l’Atalanta risale il campo sfruttando in maniera quasi esasperata le combinazioni rapide sulle catene laterali composte da difensore centrale di fascia, esterno, mediano e mezzapunta, avvalendosi anche dei movimenti a uscire del proprio centravanti e attaccando poi l’area con voracità e rapidità con qualsiasi uomo utile: è frequente infatti vedere addirittura i difensori centrali in sovrapposizione interna o esterna, a rifinire o a finalizzare davanti alla porta avversaria dopo un’azione manovrata.

Una one-man band contro un’orchestra jazz

Quagliarella a oggi rimane però l’unica arma davvero temibile nelle finalizzazioni delle offensive blucerchiate, che purtroppo risentono ancora dello scarso apporto dei giocatori alle sue spalle, tanto bravi a propiziare la costruzione dell’opportunità quanto macchinosi o refrattari a concludere. L’Atalanta, invece, fa della capacità di mandare in porta quanti più giocatori possibile uno dei suoi principali punti di forza. Zapata, così come Quagliarella, riesce a variare bene i suoi movimenti, anche se può essere più efficace dell’attaccante blucerchiato partendo palla al piede da posizioni defilate, ma la filosofia di Gasperini ha forgiato un undici totalmente cannibale, che aggredisce senza pietà ogni spazio con ogni uomo, che si tratti dell’esterno sul lato debole, del mediano che si inserisce al centro o del difensore che si sovrappone.

Un esterno crossa, l’altro segna: uno dei tipici sviluppi del gioco di Gasperini.

La partita potrà essere caratterizzata da tante variabili imponderabili, ma possiamo già immaginare alcuni temi che faranno la differenza dentro le rispettive aree: la Sampdoria dovrà essere abile nel difendere sui cross con le sue consuete scalate in diagonale col mediano a supporto, la fisicità dei giocatori nerazzurri potrebbe mettere in difficoltà gli avversari sotto il piano aereo. A maggior ragione, dato il netto mismatch, avrebbe poco senso per la Sampdoria provare a “sporcare” il suo sistema di marcature con un’attenzione più ravvicinata all’uomo.

Dall’altra parte, l’Atalanta potrebbe soffrire la rapidità della Sampdoria nel portare il pallone davanti a Gollini (che sembra in vantaggio su Berisha), e i movimenti costanti delle punte saranno un test parecchio stressante per i difensori ronzanti di Gasperini, abituati a lasciare la posizione per seguire l’uomo ma che contro attaccanti molto mobili potrebbero avere un margine di errore più ridotto.

Un altro tema potrebbe essere la gestione delle transizioni negative da parte dei padroni di casa, abituati a ricercare una superiorità numerica netta sopra la linea della palla alzando tanti uomini: l’aggressività dell’Atalanta sulla prima pressione potrebbe mettere a segno recuperi palla pericolosi e generare ripartenze in campo aperto in cui gli orobici sono solitamente fulminanti.

Quagliarella in settimana ha accusato un piccolo affaticamento, e anche se sembra recuperato non è detto che riuscirà a imprimere la sua solita traccia sulla gara. Questo sarebbe senza dubbio un fattore decisivo per l’esito della sfida, che chiamerebbe tutto il resto della squadra di Giampaolo ad assumersi più responsabilità e affermarsi come collettivo anche a prescindere dalla sua stella, facendo però attenzione a non concedere troppe occasioni a un Ilicic in stato di grazia, a un onnipresente Gómez e uno Zapata in cerca di riscatto dopo le ultime uscite, abbastanza appannate sotto porta.

Sarà senza dubbio una delle partite più tatticamente interessanti del campionato.