Il presidente dell'Aia ha parlato anche di un possibile 'reddito di cittadinanza arbitrale': "Non escludiamo di creare un fondo di solidarietà della durata di uno-due anni"
"Stiamo lavorando alla creazione di questo centro Var a Coverciano prima di tutto perché si risparmiano risorse. Gli arbitri del Var saranno a casa loro, potranno mangiare, dormire lì e poi mettersi davanti alla macchina. Ma anche perché vogliamo mettere arbitri e operatori in condizione di fare il loro lavoro con tranquillità e meno pressioni". Marcello Nicchi, presidente dell'Aia, lo ha spiegato a 'Radio anch'io sport'. "Credo che questo progetto sia importante anche per chi ci fornisce lo strumento tecnologico. Ieri, ero ad Empoli, ho sentito dire 'l'arbitro ci ha messo tre minuti per decidere...'. La gente non sa che l'arbitro ha deciso in tre secondi, ma non c'era il collegamento" con la sala Var. "L'arbitro che va a rivedere l'episodio, come ha fatto Guida a San Siro, e lo applaudo per la sua modestia e intelligenza, deve aspettare finché non ha rivisto le immagini dell'episodio e prendere, possibilmente, la decisione giusta" ha sottolineato. "Bisogna continuare ad inculcare nella testa degli sportivi che la tecnologia non è l'arbitro, ma un supporto importante. Purtroppo ora è nata la categoria dei 'moviolisti del Var' che possono fare dei danni" ha aggiunto Nicchi. Che ha parlato anche della possibilità di migliorare la comunicazione con gli spettatori: "Noi non abbiamo nulla da nascondere, né da manipolare. Ma l'arbitro vede la partita dal campo. Prima di tutto bisogna mettere gli operatori nella condizione di dare in tempo breve l'immagine all'arbitro. Se tu sei lì che aspetti e tarda o ti fanno vedere quella sbagliata è un problema. Ecco un altro motivo per cui è importante un centro specializzato, con tecnologie di comunicazione. Eliminerà tanti problemi di questo tipo". Altro tema il tempo effettivo: "Bisogna vedere quali benefici potrebbe portare e se ce ne siano. Non credo che il problema del calcio sia uno e due minuti in piu' di recupero". E la Var in serie B? "Andiamoci cauti. Il Var è uno strumento creato per la prima Lega nazionale di tutte le federazioni. Poi, se si tratta di averlo in una partita di spareggio della B su andata e ritorno si puo' provare". Ricordando però che "non ci sono ancora abbastanza arbitri pronti. Al momento abbiamo nove arbitri su 27 di B che hanno preso contatto con il Var in A". E poi, e' la considerazione di Nicchi, "nelle categorie sottostanti l'arbitro deve imparare senza tecnologia. Perche' quando arrivera' nei campionati importanti deve essere pronto ad utilizzare uno strumento che all'improvviso non deve diventare un tabù".