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Inter-Roma, Ranieri: "Abbiamo provato a vincere. Ritmi bassi? In Italia troppe pressioni"

Serie A
(getty)

L'allenatore giallorosso dopo l'1-1 di San Siro: "Risultato giusto, può starci bene. Potevamo capitalizzare di più, abbiamo risposto come potevamo. Chiedo alla squadra di essere più compatta, ma abbiamo sempre tanti problemi di infortuni". Sulla differenza di ritmo in Italia rispetto all'estero: "La pressione psicologica blocca sia noi allenatori che i giocatori"

INTER-ROMA 1-1: GOL E HIGHLIGHTS

JUVE, LO SPECIALE SCUDETTO

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Aggancio al quarto posto fallito: la Roma non riesce a battere l’Inter a San Siro e rimane a -1 dal Milan. Giallorossi incapaci di conservare il vantaggio firmato da El Shaarawy nel primo tempo: “Eravamo venuti a Milano per cercare di vincere e potevamo capitalizzare di più - ha spiegato Claudio Ranieri nel post partita - Siamo stati troppo schiacciati. Però prendere un punto qui a San Siro e fino all'ultimo provare a vincerla ci può stare. Il secondo tempo? Abbiamo risposto come potevamo, non so se l’atteggiamento sia dipeso da un calo fisico”. Fase difensiva della Roma in generale migliorata dopo l’addio di Di Francesco, nonostante sul gol di Perisic qualcosa non abbia funzionato: “In quel momento Cristante non è riuscito a seguire Vecino - ha analizzato l’allenatore giallorosso - Allora Florenzi ha stretto verso la porta, lasciando Perisic che era il più esterno”.

"In Italia troppe pressioni"

Una Roma che, in generale, sembra giocare più da squadra rispetto a prima: “È quello che chiedo ai ragazzi - ha proseguito Ranieri - Bisogna esser compatti, poi possiamo tirare fuori le nostre qualità, che non sono poche. Vogliamo migliorare nella costruzione del gioco, per avvicinare la porta avversaria. Quando faccio la formazione, poi, abbiamo sempre tanti problemi: chi ha solo 60 minuti, chi un tempo, Manolas l'abbiamo perso prima della partita…”. Una considerazione finale sul ritmo diverso imposto dalle squadre straniere: “Penso che la pressione psicologica blocchi sia noi allenatori che i giocatori. In Inghilterra spingono a tremila all'ora e chi non si adatta resta fuori. Poi non hanno pressione. Quando ero al Leicester, quasi nessuno abitava in città e in tanti per venire ad allenarsi dovevano farsi tanti chilometri. C'è meno stress psicologico, per cui tu giochi solo la partita e ti pesa meno tutto”, ha concluso.