L'ex nerazzurro si racconta in una lunga intervista al Corriere dello Sport. L'Inter e Icardi, gli allenatori e la malattia della moglie Claudia. Il calcio e il mercato: "Mi volevano Fiorentina e Sampdoria, ma il Cagliari è arrivato prima. Tornare a Roma? Sarebbe stato bello"
"Il Cagliari è stata una mia scelta, mi avevano chiamato anche Di Francesco e Montella, ma Giulini è stato il primo a volermi, vuole che io finisca qui la mia carriera". Nainggolan è sceso in campo con la maglia rossoblù nella prima giornata di campionato, persa contro il Brescia. Novanta minuti e il ritorno a casa, dove si era fatto conoscere nel mondo del calcio. Il belga ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Tantissimi i temi toccati, a partite proprio dalla decisione Cagliari, legata alla malattia della moglie: "Una scelta resa facile dai suoi problemi. Ora è vicina alla sua famiglia, i genitori e le amiche del cuore, e questo le fa bene. Sta lottando alla grande, lei è una donna forte. Questa situazione l’ho già vissuta con mia madre. Nel caso di mia moglie, la fortuna è che l’abbiamo operata subito. L’altra fortuna è che gioco a calcio, che mi aiuta a liberare la mente". In tutto questo, un pensiero va anche a Sinisa Mihajlovic: "Mi ha fatto impressione vederlo così, ma ha dimostrato che uomo è, di che pasta è fatto".
"Icardi non è un cattivo ragazzo"
Tornando al calcio giocato, il passato, invece, si chiama Inter. Nainggolan lo aveva già detto altre volte: "Sono stati chiari con me. Apprezzo sempre la gente che ti parla in faccia". Poi qualche dettaglio in più sul suo addio: "Marotta non mi ha mai parlato. È stato Oriali, poi mi ha parlato anche Conte. Mi ha detto che mi ha sempre stimato, ma che questa era una scelta per motivi extracalcistici. Magari un po' di colpe le ho. La mia visione della vita non è quella del calciatore tipico, ma non cambierò certo perché me lo chiedono. Inter-Cagliari domenica? Vorrò dimostrare che hanno sbagliato, ma non solo in questa partita, in tutto il campionato. Icardi? Non è un cattivo ragazzo. Però, l’anno scorso è successo quello che sappiamo, la moglie ha fatto quelle dichiarazioni, e non tutti perdonano. Conte? Ho provato a convincerlo - prosegue Nainggolan -, in quel mese scarso ho capito che è un buonissimo allenatore. Mi sarebbe piaciuto lavorarci insieme".
La Roma, Spalletti e il futuro
Nel weekend non solo l'Inter attesa a Cagliari, ma anche il derby di Roma: "Tiferò per i miei ex compagni - dice sempre Nainggolan -, gli sono rimasto affezionato. M’hanno detto che Fonseca è bravo. Certo, peccato, fare la semifinale di Champions e poi sfasciare così la squadra. A Roma ero convinto che Di Francesco non mi voleva, d’accordo con Monchi. Poi, invece, mi ha chiamato alla Samp. Tornare alla Roma? Ne parlavo pochi giorni fa con un amico. Sarebbe stato bello. Ma forse è meglio lasciarci con la semifinale di Champions, o avremmo rischiato di rovinare quel ricordo". Un ricordo che, nella capitale, è legato anche al nome di Spalletti: "Ha tanta forza ma, nell’ultimo mese, con la morte del fratello, ho visto per la prima volta la sua fragilità. Da me all'Inter non ha avuto in campo il supporto giusto, anche a causa degli infortuni. S’è inventato di farmi giocare davanti, con lui mi sono sempre divertito". E nel futuro remoto? "Voglio giocare ancora quattro o cinque anni, spero. Mi piace il mondo della moda. Ho il mio negozio a Roma, potrebbe essere il mio domani. Futuro nel calcio? Oggi dico che non fa per me. Non è il mio mondo, troppa gente falsa. Mi piace giocarlo e basta".