Il centrocampista giallorosso sui combattimenti nel Caucaso: "Mi sono svegliato apprendendo dell'attacco dell'esercito azero che prende di mira la popolazione civile. Chiedo alla comunità internazionale di intervenire con urgenza"
Stasera la Juve all'Olimpico, ma nella testa di Henrix Mkhitaryan questa domenica non c'è solo il calcio. "Questa mattina mi sono svegliato apprendendo dell'attacco su larga scala dell'esercito azero. Nel mirino c'è la popolazione civile a Stepanakert e nelle aree circostanti - è uno dei post apparso sul profilo twitter del giocatore, in cui si denuncia la tensione nel Caucaso fra Armenia a Azerbaigian, dopo che l'esercito azero ha bombardato le forze indipendentiste armene -. Abbiamo il diritto inalienabile di vivere nella nostra patria senza una minaccia esistenziale. I nostri figli hanno il diritto di vivere in pace piuttosto che nascondersi nei rifugi. Sono sempre al fianco della mia nazione. Chiedo alla comunità internazionale di intervenire con urgenza e aiutare a fermare le azioni militari contro la pace e la sicurezza regionali".
La situazione nel Nagorno Karabakh
Sin dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991, lo scacchiere geopolitico del Caucaso è stato contraddistinto dalla contesa tra Armenia e Azerbaigian per il controllo del Nagorno Karabakh, regione autonoma fra i due paesi. Un conflitto finora irrisolto, con picchi di alta tensione come quello di questa notte. Il bilancio accertato, secondo il ministero della difesa armeno, è di due elicotteri militari azeri abbattuti. Ma entrambi gli schieramenti confermano che i combattimenti in corso dall'alba di questa mattina stanno provocando "molte vittime" fra i civili. Sia i separatisti che il governo centrale di Erevan hanno dichiarato la legge marziale. Intanto dall'estero, con Russia e Unione Europea in testa, è arrivato l'appello per un cessate-il-fuoco immediato. A cui si è unito quello di personalità locali come Mkhitaryan.