Visita annullata per Immobile, il giocatore non ha avuto il via libera dalla Asl per tornare a disposizione di Inzaghi. I controlli previsti per oggi alla clinica Paideia sono stati annullati. L'attaccante resta quindi in isolamento
Immobile non ha avuto il via libera dalla ASL per tornare a disposizione di Inzaghi. La visita, prevista per stamattina alla clinica Paideia di Roma, è stata annullata. L'attaccante della Lazio, i cui test molecolari sono stati, con quelli di Leiva e Strakosha, oggetto di difformità di risultati tra diversi laboratori e sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica di Avellino, resta in isolamento fiduciario.
Immobile è stato fermato alla vigilia della trasferta di Bruges del 28 ottobre, per una positività al tampone dell'Uefa, il giocatore aveva fatto ritorno in campo per la sfida contro il Torino, entrando nella ripresa e segnando. Dopo quella sfida, la nuova positività al tampone dell'Uefa, prima di partire per San Pietroburgo e tutte le polemiche scaturite per una presunta violazione del protocollo anti-Covid della Figc da parte della Lazio.
Notizie che hanno destato i sospetti sia della Procura federale, che ha inviato due volte i propri emissari nel centro sportivo di Formello prima di aprire un'inchiesta. E, in parallelo, un'inchiesta della procura della Repubblica di Avellino sul laboratorio di analisi 'Futura Diagnostica' su cui si è sempre appoggiata la Lazio. Il tutto a causa degli esiti discordanti tra diverse analisi, oltre a quelle di Avellino anche quelle del SynLab per l'Uefa e, in parallelo, del Biocampus di Roma che rivelò la positività al gene 'N' del giocatore.
Risultati 'ballerini', che hanno costretto comunque Immobile all'isolamento di 10 giorni, e a dare forfait contro la Juventus prima della pausa e degli impegni con la Nazionale. Simbolo del caso-tamponi biancoceleste, Immobile si era difeso più volte, prima ritenendo "ingiuste" le accuse ricevute in quei giorni di non aver rispettato il protocollo, poi specificando che "il rispetto delle regole, dentro e fuori dal campo, è un imperativo che mi sono sempre imposto innanzitutto come uomo e poi come sportivo".