Juric batte il suo “maestro” Gasperini al Gewiss Stadium e lo sorpassa in classifica. Gara molto intensa, sbloccata nella ripresa da un rigore di Miguel Veloso, che colpisce anche una traversa. Il raddoppio è di Zaccagni, in contropiede. L’Hellas sale al sesto posto, a -2 dalla Juve; per l’Atalanta terza partita in campionato senza vittoria
ATALANTA-VERONA 0-2 (highlights)
62' rig. Veloso, 83' Zaccagni
ATALANTA (3-4-1-2): Gollini (66' Sportiello); Toloi, Palomino, Djimsiti; Hateboer, De Roon, Freuler, Mojica (77' Traoré); Gomez (77' Ruggeri); Ilicic (63' Muriel), D. Zapata (63' Lammers). All. Gasperini
VERONA (3-4-2-1): Silvestri; Ceccherini (74' Favilli), Lovato (32' Danzi, 46' Veloso), Dawidowicz; Faraoni, Tameze, Ilic (58' Colley), Dimarco; Barak, Zaccagni; Di Carmine (58' Salcedo). All. Juric
Ammoniti: Ceccherini (V), Dawidowicz (V), Toloi (A), Traoré (A), Veloso (V), Gasperini (all. A)
C’è tantissimo di Juric in questo Verona, e non lo scopriamo certo dopo l’ennesima grande prova dell’Hellas, capace di andare a vincere sul campo dell’Atalanta. Così, dopo aver costretto al pari Juventus e Milan, arriva un altro risultato di prestigio, oltre al sorpasso in classifica proprio ai danni della Dea. Ora il Verona è sesto, a -2 dalla Juve.
C’è tanto di Juric e, di conseguenza, c’è qualcosa anche del suo “maestro” Gasperini, battuto dall’allievo che tanto gli deve (come lui stesso riconosce) per la prima volta in carriera. Gasp paga le fatiche di Champions, prova a correggerla in corsa cambiando tutto l’attacco, ma il Verona è squadra tosta, compatta, con una peculiarità che non è di tutti: sa soffrire come poche. È un 2-0, quello maturato al Gewiss Stadium, che nasce infatti da una partita di grandissima intensità in cui il Verona non calcia mai in porta nel primo tempo e a inizio ripresa contiene la furia dell’Atalanta, rientrata in campo con la missione di sbloccarla.
Juric, con le sue marcature a uomo a tutto campo (su Gomez la cambia tre volte, su Zapata due a causa dell’infortunio di Lovato alla mezz’ora), regge, spaventa la Dea con una traversa di Veloso (nono palo in campionato del Verona, la squadra più “sfortunata” sotto questo punto di vista) e poi la colpisce con un rigore dello stesso Veloso, procurato da Zaccagni. Il colpo del ko nasce sullo stesso asse: Veloso lancia in profondità il compagno, che stoppa deliziosamente di tacco e poi batte Sportiello. E il Verona che sa soffrire, dimostra di saper anche volare.