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Fonseca: "A Roma ero solo. Italia, il Portogallo non è solo CR7. Occhio ai nostri talenti"

Serie A
©IPA/Fotogramma

Il portoghese ex Roma parla del suo passato in giallorosso: "Roma il posto più bello del mondo, ma ho vissuto il periodo più difficile degli ultimi quindici anni nel club". E sul possibile match contro l'Italia per accedere ai mondiali ha detto: "Gli Azzurri sono più squadra di noi, ma occhio ai nostri talenti. Il Portogallo non è solo CR7". E infine, l'aneddoto di mercato: "Provai a portare Barella alla Roma, lo chiamai due volte al telefono..."

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In un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, l'ex allenatore della Roma, Paulo Fonseca, è tornato a parlare del suo biennio in giallorosso e dell’esperienza vissuta nella Capitale: "A mia figlia, che mi ha intervistato per la scuola, ho detto che è il posto più bello del mondo. Amavo girarla a piedi e godermi ogni angolo della città". E sulla Roma ha detto: "Ho vissuto il periodo più difficile degli ultimi quindici anni del club, con la transizione societaria. Ero solo, anche se sia Petrachi che Pinto sono stati miei alleati". Poi ha svelato anche un aneddoto di calciomercato: "Volevo Barella, ci ho parlato due volte al telefono per provare a convincerlo". 

"L'Italia è più squadra, ma il Portogallo è forte e non è solo CR7"

"Speravo che sia l’Italia che il Portogallo potessero andare al Mondiale", ha detto Fonseca, parlando dei playoff per gli ultimi accessi al mondiale in Qatar. Almeno una delle due nazionali, però, non potrà qualificarsi, essendo state sorteggiate nello stesso raggruppamento (insieme a Macedonia del Nord e Turchia). Analizzando le due squadre, Fonseca ha detto: "Il Portogallo è forte, il ct Fernando Santos ha fatto un grande lavoro ma a volte ci è mancato l’essere squadra, il collettivo e la mentalità di lavoro, che invece sono state il punto di forza dell’Italia per vincere l’Europeo". Secondo l’ex allenatore giallorosso, comunque, il Portogallo resta una nazionale molto forte, che non dipende dal solo Ronaldo: "Lui è il miglior marcatore della storia, ma ora c’è una generazione di giocatori forti, che giocano nei migliori club d’Europa". E alla domanda su chi farà il tifo, ha risposto con la solita eleganza che lo ha sempre contraddistinto: "All’Italia sono legatissimo, ma sono portoghese…". 

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