Galliani ricorda Raiola: "Era duro ma leale. Ibra al Milan nel 2010 fu un capolavoro"

il ricordo
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L'amministratore delegato del Monza ricorda Raiola: "Lo stimavo e gli volevo bene. Era duro, ma leale. Ha lavorato per ottenere il meglio per i propri assistiti". Sul rapporto lavorativo: "Abbiamo avuto discussioni di ogni genere, ma è normale nelle negoziazioni". Poi svela due affari che non dimenticherà

La scomparsa di Mino Raiola ha lasciato il mondo del calcio in sgomento. Negli anni, il noto procuratore sportivo è diventato una delle figure predominanti nel mondo del mercato. "Perdo una persona a cui ho voluto bene e che stimavo - racconta Adriano Galliani a Il Corriere della Sera - Un uomo duro, ma leale e capace sempre di mantenere la parola data. Ha sempre agito per ottenere il meglio per i propri assistiti". Alti e bassi tra i due, ma solo dal punto lavorativo: "Discussioni? Ne abbiamo avute ogni genere, in una negoziazione sono normali. Io facevo l’interesse del club e lui quello dei giocatori. Però, con gli anni si era instaurato un rapporto di simpatia".

"Non dimenticherò gli affari Ibrahimovic e Donnarumma"

L'attuale amministratore delegato del Monza ha raccontato due trasferimenti, vissuti ai tempi del Milan: "Su tutti, quelli relativi a Ibrahimovic e Donnarumma. La trattativa nel 2010 per portare Ibra a Milano fu un capolavoro. Ma al Milan arrivarono grazie a Mino campioni come Robinho e Van Bommel". Galliani poi svela un aneddoto: "Nei primi anni in cui ero ad del Milan e la sede era in via Turati, Mino trattava solo con Braida che aveva l’ufficio alla prima porta a destra. Ariedo (Braida, ndr) era gelosissimo del rapporto con lui. Raiola mi ha rimproverato che ci ha messo 10 anni per riuscire ad arrivare alla seconda porta, quella del mio ufficio". E sull'ultimo incontro tra i due: "È venuto a trovarmi prima di Natale, stava bene. Poi purtroppo non sono più riuscito a parlarci".

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