San Siro, le motivazioni del vincolo: no alla demolizione. Milan e Inter fuori città?

San Siro
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Come riporta l'Ansa, sono state inviate al Comune di Milano le motivazioni della Soprintendenza per il vincolo culturale sullo Stadio di San Siro che impedirà quindi una demolizione dell'impianto. A questo punto, Milan e Inter puntano su soluzioni appena fuori dalle mura cittadine: rossoneri a San Donato, nerazzurri a Rozzano. Con il futuro del "Meazza" sempre più un'incognita

La "soluzione strutturale costituita da 132 portali" che costituisce "l'ossatura che sostiene le gradinate, le scale, le rampe di accesso, i ripiani e le passerelle di servizio", oltre al fatto che con "la costruzione del secondo anello, per San Siro, finalmente, si completa l'immagine di vero e proprio stadio, che non aveva mai posseduto dalle origini". Sono queste le motivazioni con cui la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano ritiene "che, per il secondo anello, possano sussistere i requisiti di interesse culturale", come si legge nei documenti inviati al Comune di Milano in merito allo stadio Meazza di San Siro

Le motivazioni del vincolo: "Disegno dei portali e scale"

"Di particolare interesse è il disegno dei portali, che hanno la forma di due braccia tese in diagonale (l'una al di sopra delle gradinate del primo anello, l'altra al di fuori del vecchio muro perimetrale dello stesso), denominate nel gergo di cantiere, rispettivamente, 'elefante' e 'giraffa'", si legge nei documenti della Soprintendenza, di cui l'ANSA ha preso visione. "Nella struttura le scale hanno uno sbocco a "vomitorio", una componente dello stadio classico. La rilevanza architettonica del secondo anello risiede nella capacità degli autori (Ing. Ferruccio Calzolari, Arch. Armando Ronca) di 'tradurre i vincoli tecnici in espressività, e [lo stadio] aveva acquisito quell'aspetto fortemente caratterizzato dalle rampe avvolgenti la costruzione in fasce plastiche di aggetti e rientranze e in alternanze di chiari e di scuri. Le stesse rampe assumono un suggestivo significato simbolico, portando la folla, vera protagonista delle architetture degli stadi, fin sulle pareti e trasformano le ordinarie murature in luoghi vissuti di percorsi dinamici", prosegue la Soprintendenza. "Con la costruzione del secondo anello, per San Siro, finalmente, si completa l'immagine di vero e proprio stadio, che non aveva mai posseduto dalle origini (in rapporto a quelli contemporanei di Torino, Genova, Bologna e Firenze), forma che si era appena profilata soltanto con il primo ampliamento del 1937-39. È evidente, quindi, dalle immagini storiche, come lo stadio fosse organicamente compiuto con la costruzione del secondo anello ancora quasi totalmente visibile e fruibile sotto le sovrastrutture del terzo anello e della copertura. Per quanto premesso, questa Soprintendenza ritiene che, per il secondo anello, possano sussistere i requisiti di interesse culturale semplice necessari per una verifica positiva ai sensi degli artt. 10 e 12 del DLgs n. 42/2004 e successive modifiche", conclude la Soprintendenza.

Milan verso San Donato, Inter valuta Rozzano

A questo punto sembra sempre più segnata la strada che Milan e Inter dovrebbero intraprendere. Il club rossonero punta su un'area a San Donato, praticamente all'ingresso di Milano e ha acquistato il 90% di Sportlifecity, ovverosia la società proprietaria dell’area su cui potrebbe sorgere il nuovo impianto rossonero. L'Inter invece ha firmato un'esclusiva per lo studio di fattibilità con la proprietà di un'area nel comune di Rozzano vicina al Forum di Assago, nei pressi dell'uscita della Tangenziale Ovest. Ora la domanda è: cosa sarà del Meazza?