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Inter, Marotta: "Lukaku è il passato. Deluso da Skriniar. Lautaro non è come loro"

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L'ad dell'Inter a tutto campo: "Lukaku è il passato, Skriniar mi ha deluso. Sono fiducioso per il rinnovo di Lautaro". Sulla favorita per lo scudetto: "Dico Juve, perché non ha impegni europei. Ma noi siamo ambiziosi. Penso sia possibile un'altra finale di Champions, anche grazie al lavoro di Inzaghi"

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L'amministratore delegato dell'Inter Giuseppe Marotta ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' e ha le idee chiare su chi sia la favorita per il titolo in Italia: "Ho vinto il mio primo scudetto a Torino con Antonio Conte senza impegni europei. L’esperienza mi dice che poter pianificare la stagione solo con campionato e la Coppa Italia è un vantaggio. Ecco perché dico che la Juventus è la favorita per lo scudetto". Inter che crede però fortemente nella seconda stella: "Se sei in un club come il nostro, devi essere ambizioso, l’asticella deve essere alta. Noi ci dobbiamo credere. Diverso è dire “siamo i migliori”: quella sarebbe arroganza. Ma noi ci sentiamo forti e abbiamo una grande considerazione di noi stessi, frutto dei risultati in Europa della scorsa stagione. E sappiamo quanto i tifosi tengano a questo scudetto, che coincide con la seconda stella".

Primo bilancio stagionale

"È stato l’anno del maggiore cambiamento della rosa, sono arrivati 12 giocatori nuovi. Nonostante questo, giudico il nostro avvio molto positivo. Contro Sassuolo e Bologna le circostanze sono state sfavorevoli. E certo, alla base ci sono stati anche degli errori. Ma non credo che ci sia stato un rilassamento dopo il 5-1 del derby. Piuttosto, dobbiamo allenarci a combattere i cali di tensione e la stanchezza mentale". Ora l'Inter è attesa dalle sfide con Torino, Salisburgo e Roma: "Dobbiamo essere pronti. Con Ausilio abbiamo allestito una rosa in grado di rispondere a queste sollecitazioni. Credo che questa sia la mia Inter più completa. E' la più omogenea, ci sentiamo garantiti in tutti i ruoli. E se guardiamo i numeri, anche il reparto offensivo ha funzionato alla grande: non c’è stata neppure una partita in cui siamo rimasti a secco. Piuttosto, abbiamo incassato gol evitabili. E lo scudetto si vince con la migliore difesa". Su monte ingaggi e costi di gestione: "Ridimensionare i costi è uno degli obiettivi, ma la competitività non deve mai abbassarsi. Mi spiego meglio: i calciatori importanti per forza di cose sono accompagnati da ingaggi importanti. Più che la riduzione dei costi, allora, mi interessa che siano valorizzate al massimo le risorse. Se sei in un grande club, un club che vuole vincere, il monte ingaggi non potrà mai scendere sotto una certa cifra".

Il futuro di Lautaro Martinez

Il punto di Marotta sul rinnovo di contratto del capitano dell'Inter Lautaro Martinez: "È giusto che la società faccia attenzione alle situazioni dei propri giocatori: da una parte si tutela l’asset, dall’altra si rafforza il senso di appartenenza. Lautaro non è come Skriniar: se manifesta la volontà di allungare, che corrisponde anche alla nostra, vuol dire che siamo sulla strada giusta e il matrimonio può continuare a lungo. Avere calciatori fidelizzati è un valore aggiunto: se manca il senso di appartenenza, un giocatore non capisce neppure cosa vuol dire giocare o vincere un derby. Il massimo, per una società, è avere un calciatore che rinuncia ad andare in squadre più importanti pur di rimanere legato al suo club. Credo abbia ragione Baggio, è il giocatore più importante del campionato". 

Delusioni Skriniar e Lukaku

Marotta ha parlato anche di Lukaku, che sarà avversario dell'Inter con la Roma la prossima settimana: "E' il passato. Non c’è una componente societaria che ancora pensi a lui. Nessuno, dico nessuno. Poi, da uomo di calcio, sono dinamiche che devi mettere in preventivo, non è mica la prima volta che mi capita...Mi è capitato con un 

giocatore che ha fatto finta di voler rinnovare e poi in realtà pensava altro...(Skriniar, ndr). Ho provato un forte sentimento di delusione. Perché quando un giocatore non rinnova, non va contro la classe dirigenziale o contro il presidente, ma va proprio contro la storia e il valore del club. Ha fatto un torto all’Inter, non alle persone. Avrebbe potuto rinnovare, gli abbiamo proposto tante soluzioni del genere, anche quella di fissare una clausola rescissoria che tutelasse sia lui sia le esigenze dell’Inter. Ma ha sempre detto no".

Pavard, Thuram e Taremi

Marotta ha spiegato il motivo per cui la scorsa estate il budget previsto per l'attacco è stato spostato sulla difesa: "Si era creata l’opportunità di prendere un profilo di giocatore importante per il presente e il futuro. Pavard ha un valore patrimoniale forte indipendentemente dal ruolo. Thuram mi ricorda il papà: umiltà, coraggio, perseveranza. Marcus ha gli stessi valori di Lilian, valori che sono alla base del successo personale". L'eventuale obiettivo Taremi per il calciomercato di gennaio: "Non credo. Però siamo l’Inter e siamo sempre attenti a ogni situazione. E ci tengo a dire una cosa: prima i giocatori erano restii ad accettare l’Inter, adesso in tanti vogliono venire, la scorsa estate abbiamo dovuto dire parecchi no. Thuram, Sommer e Pavard ci hanno scelto, vuol dire che l’Inter è considerata credibile".

La Champions League e Inzaghi

Credo sia possibile un'altra finale di Champions. Perché a differenza dello scudetto, dove vince sempre il più forte, la Champions è un po’ come la Milano-Sanremo nel ciclismo: contano anche le circostanze favorevoli". Un giudizio sull'allenatore Simone Inzaghi: "Il suo bilancio è molto positivo, la società è molto contenta di lui. È arrivato all’Inter con una sola esperienza alle spalle da tecnico, nella Lazio. È giovane, rispetto alla media degli allenatori del nostro campionato, dunque può consolidarsi. È diverso dagli altri tecnici che ho avuto in passato, come è giusto che sia: lui è per un calcio aperto, spettacolare, che fa divertire. Poi siamo l’Inter: lo spettacolo deve coniugarsi con le vittorie, altrimenti giocare bene non serve a nulla. Non so dover saremo alla prossima sosta per le nazionali. Ma oggi è meglio essere cacciatori che lepri. Tatticamente, preferisco così".

Sostenibilità e il mercato con gli algoritmi

"L’Inter è oggi un modello di sostenibilità. È inammissibile che una proprietà debba continuamente immettere soldi, la famiglia Zhang lo ha fatto per circa 900 milioni di euro. Noi come management abbiamo un vantaggio, la possibilità di lavorare con tranquillità: questo a Zhang va riconosciuto. Ma non c’è un club che oggi possa fare a meno del player trading. Un giocatore di peso all’anno va venduto, questo il tifoso deve capirlo. E più che di perdere un calciatore, deve preoccuparsi che la propria squadra abbia vita perenne, garantendosi il presente e il futuro". E sul mercato del Milan fatto attraverso gli algoritmi: "L’innovazione ti obbliga ad aprire la mente, si sta facendo largo ovunque l’idea dell’intelligenza artificiale. Ma alla base di tutto ci sarà sempre il fattore umano. La scienza non si può sostituire all’uomo".

Caso scommesse

"Sono molto dispiaciuto di quel che sta succedendo. Ma la classe dirigenziale, le società e le istituzioni fanno troppo poco per acculturare i nostri giovani, che sono i calciatori del domani. Non è ammissibile che ancora oggi si debba convivere con un fenomeno del genere. La differenza con quello degli anni '80 sono i social, che mettono i ragazzi più facilmente in contatto con realtà di ogni genere. Ma c’è anche un minimo comune denominatore: i giocatori hanno tanto tempo libero a disposizione, tempo che impiegano male".