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Inter, Calhanoglu decisivo: il cambio ruolo di Inzaghi e i suoi numeri

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Vanni Spinella

Inter-Juventus ha confermato la centralità del regista turco nell'Inter di Inzaghi. E pensare che quel ruolo gli è stato cucito addosso per un paio di "casi" della vita: una trasformazione, da trequartista a perno della squadra, che ricorda quella di Andrea Pirlo

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Partiamo da quel lancio. Per una volta lasciamo perdere gol e assist, e concentriamoci su un “semplice” lancio. Al minuto 25 di Inter-Juventus i nerazzurri recuperano un pallone sulla loro trequarti difensiva. Con tre passaggi eludono il tentativo degli avversari di andarselo a riprendere e lo scaricano su Calhanoglu, sempre nella metacampo difensiva interista. Nel momento in cui il regista turco stoppa con la suola, accomodandosela, ha già visto tutto il film nella sua testa. In una frazione di secondo fa partire un mezzo esterno destro che affetta il campo, pescando sulla fascia opposta Dimarco in corsa. Palla in mezzo e Thuram anticipato: l'azione resterà solo uno dei tanti "highlighs", ma il sobbalzo dal divano è inevitabile, se si apprezza la qualità. Il lancio è così preciso da sembrare una di quelle tracce che si vedono nei videogiochi, dove schiacci un tasto e la palla prende la direzione che hai nella testa. Calhanoglu funziona più o meno così, ma non è intelligenza artificiale. È tutto vero, per la gioia dei tifosi interisti quando assistono a giocate del genere.

Da trequartista a regista come Pirlo

Sinapsi così rapide non sono facili da trovare, nel calcio. Le hanno quelli che fanno girare la palla (“l’unica che se corre, non suda” diceva quel saggio di Roberto Baggio) e la squadra. Il giorno dopo l’Inter-Juve in cui Calhanoglu ha dipinto lanci e calcio, i paragoni si sprecano. Imprescindibile come il Busquets del super Barça, visionario come De Bruyne, geometrico come Kroos. Un paragone su tutti, però – alimentato soprattutto dalla suggestione di un percorso simile – stuzzica gli interisti. Ricordate quell’Andrea Pirlo “regalato” ai cugini? Arrivò all’Inter da trequartista e venne di fatto bocciato. Per poi sbocciare al Milan, capace – San Carletto sia lodato – di trovargli la posizione in campo in cui permettergli di cambiare la storia di un paio di club e di almeno un decennio. A gente con questa visione è quasi un peccato chiedere di guardare solo una trequarti di campo.

Sliding door/1: all'Inter dopo il malore di Eriksen

Valore e tecnica a parte – ché non è su quel piano che vogliamo fare confronti – Calha ha vissuto un’esperienza simile. Quando l’Amburgo lo fa debuttare in Bundesliga, nel 2013, gioca prevalentemente da ala sinistra e all’occorrenza fa il trequartista, ruolo che invece ricopre abbastanza stabilmente nel suo periodo al Leverkusen. Al Milan impara a fare anche la mezzala, ed è con quella etichetta che Marotta lo soffia a parametro zero ai rossoneri, forse non immaginando nemmeno lui la portata dell’affare che sta andando a fare. È l’estate 2021, e tu guarda a volte le direzioni che può prendere una vita. Il 12 giugno 2021 Christian Eriksen si accascia sul campo durante Danimarca-Finlandia, dieci giorni dopo – con il danese fortunatamente fuori pericolo ma che nessuno immagina di poter rivedere in campo – Marotta pesca il jolly Calha come suo “sostituto”. Mezzala con intuizioni da trequartista, o trequartista con inserimenti da mezzala. Di certo, nessuno aveva ancora pensato di fargli fare stabilmente il regista.

Sliding door/2: regista dopo l'infortunio di Brozovic

Simone Inzaghi ci pensa per la prima volta il 4 ottobre 2022, facendo di necessità virtù, sempre per quella storia delle strane direzioni della vita. Il titolare della cabina di regia all'epoca è l’imprescindibile e indiscutibile Marcelo Brozovic, che però si fa male poco prima di un Inter-Barcellona nel girone di Champions. Ancora troppo acerbo Asllani, Inzaghi “inventa” il Calhanoglu regista. L’Inter vince 1-0, gol di Calhanoglu (che, su appoggio di Dimarco, stoppa, dà un’occhiata, e calcia in porta), Inzaghi inizia a modellare un’Inter non più Brozo-dipendente.

Tutto intorno a Calha

Sedici mesi dopo, Brozovic è stato ceduto senza patemi e ci troviamo a commentare un’Inter in cui tutto ruota attorno a Calhanoglu. Un dato, sempre da Inter-Juve, rende l’idea della sua centralità: sono i 126 palloni giocati. Il suo “omologo” nella Juve, Locatelli, si è fermato a 92, e senza guizzi particolari. L’effetto Calha si irradia sul resto della squadra: Dimarco a sinistra parte sempre perché sa che il pallone telecomandato arriverà, Barella e Mkhitaryan gli danzano attorno seguendone lo spartito, Inzaghi da bordocampo si gode lo spettacolo. Frutto del lavoro, di un'intuizione e di un paio di porte scorrevoli della vita.