Inter, Dumfries e lo striscione contro Theo Hernandez: indagine della procura Figc

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Il difensore olandese rischia una multa (così come la società). Da dove nasce lo striscione mostrato durante la parata e la rivalità (sempre sopra le righe) con Theo Hernandez. Sui social Dumfries ha voluto chiarire: “Sullo striscione un'immagine inappropriata: errore mio, tenerlo alto non è stato intelligente”

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La Procura Figc ha aperto un fascicolo relativo al comportamento del giocatore dell'Inter, Denzel Dumfries, durante i festeggiamenti di domenica sera per lo scudetto. La federazione aveva acquisito nelle scorse ore le immagini dello striscione mostrato da Dumfries.  

La ricostruzione di cosa è successo

Durante la parata dell'Inter per le vie di Milano il difensore olandese dell’Inter ha mostrato una bandiera a due aste passatagli da alcuni tifosi e raffigurante l'immagine di Dumfries che tiene al guinzaglio un cane con la faccia di Theo Hernandez

L’origine dell’immagine

Non è inedita, ma nasce da un videogioco: ‘Grand theft auto 5’. Mostra il protagonista Franklin Clinton con la guinzaglio il suo cane Chop e, sui social, viene usata spesso come base per meme che si riferiscono a gesti di sottomissione

L'immagine originale dello striscione mostrato da Dumfries

Dumfries-Theo, sempre storie tese

Tra i due giocatori chiaramente non corre buon sangue, una rivalità che più volte ha superato i confini sportivi. Ogni volta che si sono incrociati nei derby, infatti sono state scintille e cartellini. Come nell’ultimo Milan-Inter, quello che ha assegnato lo scudetto della seconda stella ai nerazzurri: anche lì mani addosso e doppia espulsione. 

Il patto fra i giocatori

La leggerezza di Dumfries cozza con quello che era stato un patto fra i giocatori dell’Inter, che si erano ripromessi di festeggiare senza alcuna provocazione. Durante la parata, infatti, si è visto Barella rifiutare diversi striscioni che i tifosi invitavano a far salire sul pullman, così come Dimarco provare a zittire alcuni cori offensivi

Alcuni precedenti

Due anni fa, durante la parata scudetto del Milan, Theo Hernandez, Krunic, Maignan e Tonali avevano mostrato uno striscione offensivo nei confronti dell’Inter. Lo stesso anno, nella parata della Roma per la conquista della Conference League, dei video pizzicarono Nicolò Zaniolo intonare cori contro la Lazio. E, nell’ultimo derby di Roma, l’esultanza di Gianluca Mancini che ha sventolato una bandiera biancoceleste con sopra raffigurato un topo. 

Cosa rischiano Dumfries e l’Inter

Un’ammenda, così come è stato in tutti i casi simili che abbiamo appena citato: nel 2022 i milanisti vennero puniti con multe fra i 4 e i 5 mila euro (più 12 mila euro di ammenda al Milan), 4mila euro di sanzione sia per Zaniolo che per la Roma, 5mila invece per la bandiera di Mancini. Per tutti è stata contestata la violazione dell’art. 4 del Codice di giustizia sportiva che obbliga i tesserati a "lealtà, correttezza e probità".

Dumfries: "Mio errore, immagine inappropriata, non è stato intelligente"

Nel pomeriggio di lunedì, sul profilo Instagram dell’olandese, è arrivato un messaggio di chiarimento dell’episodio: “Ieri è stato il giorno più bello per me, tutti i giocatori e tutti al club -scrive Dumfries- Grazie mille ai tifosi che si sono presentati in migliaia alla parata. È stata una bella sensazione festeggiare con tutti voi, ha significato tanto per la squadra. Durante la parata, ho tenuto su uno striscione che mostrava un'immagine inappropriata. Sono un giocatore che ama la rivalità nel calcio, è una parte cruciale di qualsiasi gioco. Mi rendo conto che tenere alto lo striscione è stato un errore di giudizio da parte mia e per niente intelligente. Passiamo al focus su quella che è stata la stagione più incredibile per l'Inter. Grazie ancora per tutto il vostro sostegno in questa stagione, e per i festeggiamenti di ieri, non li dimenticherò mai”.

Casini (Lega Serie A): "Non si rendono conto del danno"

Sul fatto è intervenuto anche il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini: "Purtroppo abbiamo visto le stesse cose in altri festeggiamenti – ha dichiarato a Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1 -. Mi sembra che in quei momenti i freni vadano via. Provo a dirlo quando ho la possibilità di parlare ai giocatori: non si rendono conto di quanto un gesto del genere produca danno. In molti casi i giocatori non hanno la struttura per capire quanto sia un gesto da condannare. È un tema su cui dobbiamo lavorare. Torno al tema della scuola perché è lì che vanno strutturate le persone”.