Milan disorientato a Parma: bisogna già ritrovare il senso della stagione

Strada già in salita per il Milan, inaspettatamente ripida. Nessuno poteva immaginare una partenza così lenta per i rossoneri, che contro il Parma hanno addirittura fatto peggio rispetto alla gara d’esordio. Se contro il Torino c’era stato un moto di orgoglio nel finale per raddrizzare la partita e ottenere quantomeno un pareggio, contro la squadra di Pecchia è mancato anche quello. Insufficiente il Diavolo, nella prestazione e nel risultato. Un punto nelle prime 2 gare: l’ultima volta nel 2011, quando in panchina c’era Massimiliano Allegri e in campo c’era proprio quell’Ibrahimovic che oggi siede in tribuna, incupito dall’approccio stagionale della squadra che lui stesso ha costruito e sta costruendo. Un dato allarmante certo, ma ovviamente non ancora definivo. C’è a disposizione una stagione intera per rimettere in equilibrio il Milan, ma per farlo serve che l’equilibrio venga trovato in campo. I rossoneri a oggi sembrano disorientati e disorganizzati, privi di idee in attacco e di compattezza in difesa. Davanti la confusione tattica viene mitigata dalla qualità dei singoli che, in un modo o nell’altro, creano una leggera apprensione e qualche sterile pericolo alla porta avversaria. Dietro, invece, il problema è strutturale. Non era colpa solo di Pioli prima, così come non lo è solo di Fonseca ora, per quanto difendere con la linea appena oltre la metà campo non abbia facilitato il lavoro, aprendo spesso e volentieri il campo ai velocisti del Parma. C’è qualcosa che non va. Sia di reparto sia nel coinvolgimento dei singoli. Se Calabria non ha fatto bene nelle prime due gare, è riuscito a fare quasi peggio Emerson Royal nello spezzone giocato a Parma. La catena di destra sta diventando un problema, e lo sanno anche gli avversari, che nelle 4 volte in cui sono riusciti a segnare ai rossoneri l'hanno fatto proprio passando da quel lato. Theo non è più Theo, lo dice il campo, lo dicono i suoi occhi, sospeso tra una stagione finita a metà luglio causa Europeo e, chissà, qualche voce di mercato che non l’ha mai abbandonato. Tomori nonostante tutto regge grazie alla sua corsa, Pavlovic è l’unico sorriso e l’unica speranza, molto positivo ieri nonostante il cartellino giallo e le continue folate di Man e soci. In mezzo al campo, aspettando Fofana, manca filtro: Bennacer dopo l’infortunio del maggio 2023 non è più stato lo stesso, mentre Reijnders non può fare sia impostazione che copertura per 90 minuti. Sulla trequarti nessuno si sacrifica in fase di ripiego. Da Leao è lecito attendersi molto di più. Qualche accelerazione e un assist non compensano i tiri sbilenchi e la troppa inconsistenza, soprattutto non bastano per un giocatore con le sue skills. Loftus-Cheek, vuoi per la sua prestanza fisica che non gli permette di entrare immediatamente in condizione, oggi è lontano parente dell’8 tutto strappi della passata stagione. Anche lo stesso Pulisic sembra meno coinvolto nel gioco di quanto non fosse 12 mesi fa. Davanti il solo Morata non può essere sufficiente, basta vedere la tremenda fatica che hanno fatto i suoi sostituti: Okafor a Parma così come Jovic a San Siro alla prima hanno ricevuto pochissimi palloni, ancora meno quelli giocabili. Pochi giorni e si chiuderà il mercato, poi inizierà la vera stagione. All'interno del club servirà fare valutazioni approfondite e immediate, per capire se questa rosa sia sufficientemente adeguata per una stagione così complicata e lunga . Oggi più che mai appare più nitido tutto: non era Pioli l’unico responsabile la scorsa stagione, certo non lo è Fonseca oggi. Ma serve trovare al più presto una password per resettare questo inizio shock, e iniziare a dare un senso alla stagione prima che sia troppo tardi.