Sotto la Joya niente: la Roma è ancora nuda. Cantiere aperto in casa giallorossa

Di Roma-Empoli passati alla storia non se ne ricordano molti. Nessuna sfida all’Olimpico, tra questi due club, ha mai significato qualcosa di speciale. Al Castellani, certo, l’ultimo incrocio aveva fatto saltare di gioia il Presidente Corsi, ma soprattutto Davide Nicola per una salvezza che sembrava impossibile a un certo punto della stagione, ma che, grazie al gol di Niang, è diventata realtà. Sono passati tre mesi dall’ultima giornata di campionato, nel frattempo Nicola è volato in Sardegna e al suo posto è arrivato Roberto D’Aversa. De Rossi, invece, è sempre lì, così come Paulo Dybala, che mercoledì aveva detto sì ai 75 milioni in 3 anni offerti dall’Al Qadsiah, salvo poi cambiare idea in meno di 24 ore. Pazzi di gioia i tifosi della Roma, in un giovedì sera che faranno fatica a dimenticare, alcuni si sono addirittura precipitati sotto casa di Paulo per ringraziarlo. L’argentino aveva dato appuntamento a tutti all’Olimpico, per l’esordio casalingo in questa nuova stagione. Sognando, naturalmente, un epilogo differente. Eccolo un Roma-Empoli che è già nella storia, perché mai i toscani avevano vinto in casa dei giallorossi e ci sono riusciti con un primo tempo perfetto e una ripresa di sofferenza. I romanisti avevano voglia di festeggiare con le magie del tandem Dybala-Soulé, alla fine si sono aggrappati a Shomurodov. Un esubero, come lo chiamerebbero le aziende ‘moderne’. Non segnava da due anni in maglia giallorossa, è tornato in estate dopo il prestito a Cagliari e non è un mistero che per la società sia ancora sul mercato. Lo ricorderanno a lungo i tifosi giallorossi il Roma-Empoli di ieri sera, per una delusione inaspettata, un risveglio traumatico dopo la gioia manifestata nei giorni precedenti per la scelta di Dybala. Prima di ieri, forse l’unico Roma-Empoli rimasto in testa ai tifosi romanisti era quello del 19 febbraio 2006. Il 7’ del primo tempo, Vanigli entra su Totti e sull’Olimpico improvvisamente cala il silenzio. Il capitano romanista abbandona il campo in barella e poche ore dopo la diagnosi che arriva da Villa Stuart parlerà di “Frattura al livello del terzo medio del perone sinistro con associata lesione capsulo-legamentosa complessa del collo del piede sinistro”. Stagione finita e Mondiale a rischio. Il calciatore più forte nella storia del club è fuori, a 29 anni subisce l’infortunio più grave di tutta la carriera. Il leader, il simbolo, l’eroe indistruttibile si arrende. Si rialzerà nel giro di pochi mesi, grazie alla fiducia incondizionata di Marcello Lippi e alla presenza costante al suo fianco di Luciano Spalletti. Nessuna paura stavolta, l’Olimpico aveva voglia di far rumore per esprimere tutta la sua gioia e ringraziare Paulo Dybala. I tanti papà sugli spalti avranno tirato un bel sospiro di sollievo nel vedere i propri figli con gli occhi luccicanti mentre, prima del fischio d’inizio, si divertivano a mimare la ‘dybala mask’. Quei padri, che il 19 febbraio del 2006 erano ancora soltanto figli e, che restarono in silenzio nel vedere Francesco Totti uscire dal campo in barella. Diciotto anni dopo il calcio è ancora della gente e la gente ha bisogno dei grandi campioni, dei leader tecnici che fanno sognare. Poi però c’è la realtà del campo, quella che ha messo in vetrina le lacune di un gruppo che è ancora un cantiere aperto. I dubbi sulla convivenza tra Dybala e Soulé alle spalle di Dovbyk, un centrocampo dal passo lento, una fase difensiva più che approssimativa nel momento in cui la palla viene recuperata dagli avversari. I temi all’ordine del giorno sono fin troppi, chissà se gli ultimi giorni di mercato potranno fugare tutti gli interrogativi che anche lo stesso Daniele De Rossi probabilmente si starà ponendo. Un altro leader, un’icona per i romanisti, scelto non a caso dalla famiglia Friedkin nel momento del bisogno. Una bandiera da sventolare, affinché il rumore provocato dall’esonero di Mourinho risultasse meno fastidioso.

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