L'altra faccia di Dusan Vlahovic

Zero gol, poche occasioni, la Juve è ripartita dopo la sosta dove l’avevamo lasciata contro la Roma. Il cartello lavori in corso non si può ancora rimuovere: l’impianto è solido, la Juve non ha ancora concesso gol e ha lasciato appena 5 tiri in porta in 4 partite agli avversari, ma a livello di fluidità di gioco e produzione offensiva c’è ancora da lavorare. L’Empoli ha avuto gioco facile nel difendere contro i bianconeri, alla squadra di Motta è mancata qualità nella giocata nell’ultimo terzo di campo e l’innesto dal primo minuto dei nuovi arrivati, Nico Gonzalez, Douglas Luiz e Koopmeiners, non ha alzato la qualità del gioco offensivo. E poi il tema Vlahovic che, c’è da giurarci, terrà banco ancora per parecchio tempo. Ma partiamo dagli aspetti positivi che pure, in una partita così deludente, ci sono stati. La tenuta difensiva dunque: da questo punto di vista la settimana in arrivo, con il Psv allo Stadium per la prima in Champions League, e il Napoli nel prossimo weekend, sarà più significativa. La Juve ha concesso due palle gol all’Empoli, entrambe nella ripresa, a Grassi e Gyasi. Gatti è stato nettamente il migliore, imbattibile nel gioco aereo e super aggressivo nell’anticipo, ha anche sfiorato il gol nel primo tempo. Bene anche Kalulu alla prima da titolare, Cambiaso ha fatto discretamente il lavoro che gli chiede Motta da centrocampista aggiunto in fase di possesso. Ma tutta la squadra ha dato ancora una volta una sensazione di compattezza e organizzazione e tutto fa pensare che l’assetto difensivo possa reggere l’urto anche di avversari più forti. Il cambio di mentalità rispetto alla gestione Allegri è stato ben assorbito dalla squadra, la Juve imposta senza paura contro il pressing, non butta via la palla e riesce a dominare il possesso. Certo, e qui veniamo agli aspetti più negativi, quello visto contro Roma e Empoli è stato un possesso sterile, spesso sotto ritmo. Si pensava che le due settimane di lavoro con Thiago Motta potesse aiutare gli inserimenti di Douglas Luiz e Koopmeiners, ma in realtà i due acquisti più costosi della campagna estiva al Castellani hanno deluso. Lento e impreciso nella fase di costruzione il brasiliano, ha inciso poco anche quando è salito a ridosso dall’area, insomma per il momento nulla a che vedere con il formidabile centrocampista box to box visto in Premier League. Deludente anche Koop, spesso defilato a destra a combinare con Nico Gonzalez, ha avuto un’occasione nel secondo tempo ma anche sprecato un paio di situazioni interessanti con conclusioni non all’altezza del suo sinistro. Le qualità dei due non si discutono, con il tempo e il lavoro cresceranno. Come crescerà Nico Gonzalez, che a differenza dei due compagni, ha avuto l’alibi del rientro dal Sudamerica dopo gli impegni con la Selecion argentina. Ha perso dodici palloni, un’enormità, e dal suo lato la Juve ha creato poco o niente. Del terzetto a supporto della punta il più positivo, o se preferite il meno peggio, è stato Kenan Yildiz, protagonista di un paio di imbucate interessanti per Vlahovic ma poi calato nella ripresa. Motta l’usato molto largo per aprire la linea a 5 dell’ Empoli ma le cose migliori il giovane turco le ha fatte quando è venuto dentro il campo: meglio largo o meglio sotto punta? È un altro tema che in casa Juve ci si porterà dietro per un po’. Ma il vero tormentone rischia di essere quello legato a Dusan Vlahovic, per altro uno dei pochi punti in comune con le annate precedenti. Sembra essere il destino del serbo, quello di essere perennemente divisivo. Dopo le prime due ottime partite contro Como e Verona, con Roma e Empoli si è visto il rovescio della medaglia di una punta forte - sulle qualità di uomo gol di Dusan c’è poco da discutere - ma forse poco adatto a far giocare bene gli altri. Per intenderci, difficile chiedergli di essere quel regista del gioco d’attacco che è stato Zirkzee per il Bologna di Motta. Spesso le scelte sbagliate in campo si tramutano in nervosismo e frustrazione, un circolo vizioso in cui il serbo cade troppo di frequente. Servito in profondità ha avuto una buona occasione nella ripresa ma nel complesso il giudizio sulla prestazione non può che essere negativo e in questo momento, con Milik ancora fuori, Thiago Motta non ha nemmeno il cambio a disposizione per una soluzione diversa. La Juve ha ampi margini di crescita, migliorerà la condizione e migliorerà la conoscenza del calcio di Motta da parte dei giocatori, il mercato fatto prevalentemente negli ultimi giorni non ha facilitato le cose ma l’impressione è che i bianconeri andranno dove li porterà il loro numero 9.